Studenti Erasmus e studenti stranieri dell’Ateneo di Urbino, il CISDEL (Centro Integrato di Servizi Didattici ed E-Learning) ha messo in agenda una serie di appuntamenti dedicati a voi! Che siate incoming students arrivati a Urbino dalle più disparate nazioni del mondo, o outgoing students italiani pronti a partire per la vostra esperienza di studio all’estero, o solo studenti stranieri iscritti alla Carlo Bo prendete nota: giovedì 10 marzo, a Palazzo Veterani, si svolgerà in replica il primo laboratorio interculturale del 2016! L’iniziativa ne comprende ben sei, della durata di due ore circa, in programma nei prossimi mesi. Sappiamo cosa state immaginando: la solita lezione tra i banchi. Be’, resettate il sistema di elaborazione della vostra fantasia e venite a dare un’occhiata. Non ascolterete lezioni e non troverete né banchi, né cattedra, ma uno spazio franco di condivisione in cui incontrare persone, stringere mani, incrociare storie e conoscere luoghi e culture diversi dai luoghi e dalle culture che segnano il vostro DNA, la vostra appartenenza etnica, religiosa e sociale.

Lo scorso 18 febbraio si è svolto l’incontro pilota dell’iniziativa che ha permesso la valutazione degli esiti preliminari. “Il bilancio del primo incontro – spiega la Professoressa Flora Sisti, Direttore del CISDEL – è positivo perché gli studenti sono rimasti entusiasti delle due ore trascorse insieme. Hanno deciso di scambiarsi gli indirizzi email e di mantenere i contatti. Purtroppo, il periodo in cui si è svolto non si è rivelato particolarmente favorevole perché in quell’intervallo temporale gli studenti Erasmus italiani in procinto di partire erano anche in procinto di sostenere esami, e i nuovi studenti Erasmus stranieri, di fatto, non erano ancora a Urbino. Abbiamo, pertanto, deciso riproporlo seguendo esattamente la stessa struttura”.

Quindi ragazzi, date retta a noi di Uniamo e non perdete l’occasione di creare relazioni e connessioni nuove fra tradizioni diverse, e di contribuire per questa via alla costruzione di una vostra identità evoluta, o in evoluzione, alimentata dalla cultura d’origine e insieme dalla cultura del mondo. Non isolatevi, non cedete alla facile tentazione di chiudervi nel perimetro minimo delle comunità Erasmus, italiane (all’estero), greche o americane che siano. Di certo, l’esperienza di vita in un Paese straniero e, più specificamente, la comunicazione interculturale provocano vari livelli di stress. L’euforia della prima ora cede, non di rado, il passo al disorientamento conseguente alla presa di coscienza della diversità di consuetudini. Ci siete passati tutti, sapete esattamente di cosa stiamo parlando, giusto? Bene, allora sapete anche cosa fare. Trasformate lo shock culturale in opportunità, cercate di conoscere la cultura del Paese che vi ospita e accoglietela nella vostra personalissima idea di mondo.
Del resto, Calvino scriveva nel Marcovaldo che “Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s’accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d’altre terre”.

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Starnutite à gogo e lasciatevi guidare dalla competenza degli esperti del CISDEL. Intanto, un altro flashback dell’incontro inaugurale. “Si sono formati spontaneamente piccoli gruppi di lavoro – continua la Professoressa Sisti – composti da studenti italiani di ritorno dall’Erasmus, da studenti italiani che partiranno presto e da alcuni studenti stranieri.

I gruppi hanno discusso in italiano e in inglese raccontandosi frammenti di vita vissuta, senza alcuna enfasi sulla grammatica della lingua. Nessuno correggeva nessuno. Divertente è stato il caso di un ragazzo tedesco simpaticissimo che esordiva in italiano e nel corso della conversazione cambiava il codice in inglese, e quando ad un certo punto ha sentito l’urgenza di raccontare la propria esperienza di incontro con la cultura italiana ha cominciato a chiedere al suo amico tedesco, in tedesco, come dire in inglese quello che voleva dire ai colleghi italiani. È stato molto interessante.
Abbiamo usato videoclip, griglie per la discussione, abbiamo chiesto ai ragazzi di appuntarsi degli aneddoti e di filmare conversazioni a supporto della loro idea di italianità per i ragazzi italiani, e di estraneità, per gli stranieri”.

Buon lavoro Erasmus Students & Co. e non dimenticate di starnutire sempre “per pollini di fiori d’altre terre”!

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