L’avete vista “su tutti i muri”, anche quelli del web? Si chiama Francesca Pagnanelli, sta per iscriversi al secondo anno del corso di laurea triennale in Lingue e Culture Straniere ed è uno dei volti della nuova campagna di comunicazione targata Uniurb!
Francesca, se dico #GenerazioniAColori?
Rispondo che per me è stato un onore partecipare al progetto della nuova campagna di comunicazione di Uniurb! In questo mio primo anno di studi a Urbino mi sono accorta che l’Università tiene molto ai propri studenti, e anche attraverso questa campagna di comunicazione dimostra di prendersi cura di loro sempre, e di interessarsi alle loro esperienze di vita e di studio.
Coinvolgendomi in questo progetto mi ha dedicato grande attenzione e un riguardo che non mi aspettavo di ricevere, per questo sono fiera e contenta di poterla rappresentare, nel mio piccolo. La sento mia questa Università e voglio partecipare quanto più possibile alle attività e alle iniziative che organizza, per sentirmi parte viva e presente dell’intera comunità.
Dal liceo classico al corso di laurea triennale in Lingue e Culture Straniere.
Esatto. Ho iniziato a maturare questa scelta durante il quinto anno delle superiori, quando la mia scuola ha ospitato alcuni docenti del corso di laurea in Lingue e Culture Straniere di Uniurb, nelle giornate di orientamento post-diploma.
Più in generale, a spingermi è stata la mia passione per le lingue. Avendo frequentato il liceo classico, ho dedicato diversi anni di studio alle lingue antiche e volevo proseguire questo percorso spostandomi però verso quelle occidentali moderne. Per questo, quando mi sono iscritta a Lingue e Culture Straniere, ho scelto da subito l’inglese e lo spagnolo nell’ambito del curriculum Linguistico culturale occidentale (LIN-OC).
Bilancio del primo anno di studi?
Posso dirmi soddisfatta, ma non è sempre stato facile conciliare gli impegni lavorativi con quelli universitari. Soprattutto all’inizio sono rimasta un po’ indietro rispetto alla tabella di marcia prevista dal programma, ma poi mi sono rimessa in carreggiata perché sono ambiziosa e punto in alto, mi piace portare a casa buoni voti che mi soddisfino e per questo dedico molto tempo allo studio.
Cosa sognavi di diventare a tredici anni e come immagini, oggi, il tuo futuro professionale.
A tredici anni sognavo di diventare una professoressa universitaria, adesso – sette anni dopo – mi piacerebbe diventare una giornalista di moda e credo che un’ottima preparazione linguistica possa contribuire a garantirmi questo traguardo. Quindi penso che la triennale che ho scelto sia una sorta di passaporto per il lavoro che vorrei.
Cosa ti entusiasma di questo percorso formativo universitario?
Secondo me ogni lingua è un corpo vivo che necessita di essere curato in tutte le sue componenti; e questa è un’operazione che la triennale a cui sono iscritta realizza pienamente attraverso i corsi monografici in aula, lo studio della grammatica e le attività di ascolto e di produzione scritta nelle tante ore di laboratorio del Centro Linguistico d’Ateneo, tenute da docenti madrelingua.
Inoltre, nonostante siamo in tanti a lezione io mi sento molto seguita. I docenti cercano di instaurare con noi studenti un rapporto diretto, senza troppi filtri, sono molto disponibili e attenti alla nostra preparazione e alle nostre esigenze, anche in merito a questioni organizzative. È capitato, ad esempio, che ci siano venuti incontro spostando una lezione che si sovrapponeva a un’altra, posticipando impegni personali e questa attenzione, questa “cura” mi ha colpito tanto.
3 suggerimenti per gli studenti e le studentesse che si iscrivono alla triennale in Lingue e Culture Straniere.
Ambientarsi in un contesto nuovo e complesso come quello dell’Università non è semplice perché mette in difficoltà la nostra capacità di organizzazione. Qui siamo gestori del nostro tempo e del nostro materiale di studio (che dobbiamo anche procurarci).
Quindi ecco i miei tre suggerimenti.
Studiare costantemente perché le lingue sono materia molto viva e complessa alla quale occorre dare una cura giornaliera, soprattutto se ci si avvicina ex novo.
Fare riferimento sistematicamente alla piattaforma blended learning perché lì troviamo il materiale di studio che occorre: tutte le lezioni svolte, le spiegazioni ordinate per singole materie e, per le lingue, anche esercizi di grammatica e di ascolto utili a tenerci in allenamento.
Frequentare le lezioni e i laboratori per capirne le dinamiche, per un contatto diretto con i professori, per socializzare con i compagni.
Trattandosi di un corso di laurea in Lingue e Culture Straniere, credo sia utile e doveroso partecipare, anche attivamente, alla vita in aula perché si entra nel vivo della materia, e dal dialogo e dalla conversazione costruttiva possono nascere riflessioni, spunti e idee. Sono convinta, infatti, che l’apprendimento delle lingue attraverso un approccio individuale e solitario sia molto più difficoltoso.
Tra qualche anno la professione che immagini, adesso un lavoro che procede parallelamente ai tuoi studi universitari.
Premetto che devo tutto ai miei genitori che ammiro e stimo tantissimo, e che mi insegnano ad affrontare le difficoltà di ogni giorno senza mai smettere di credere in me stessa. Per non gravare troppo sulle loro spalle, sì, lavoro in un bar del paese in cui vivo.
Un’esperienza che faccio con piacere e che mi insegna sempre qualcosa, soprattutto a socializzare e a gestire i tempi delle mie giornate che, di tanto in tanto, includono servizi fotografici o sfilate di moda. Diciamo che al momento mi definisco “aspirante modella”. Sono seguita da un’agenzia specializzata, ma si tratta di un impegno occasionale che mi piacerebbe diventasse un lavoro vero e proprio. Come ho già detto, punto in alto… senza montarmi troppo la testa!
Immagine in evidenza: Donatello Trisolino