Beatrice Burani è uno dei volti della nuova campagna di comunicazione di Uniurb! Media ponderata curricolare di 29/30, si è laureata in Lingue e Culture Straniere, curriculum LIN-OC, e frequenta l’ultimo anno della magistrale in Lingue Straniere e Studi Interculturali, curriculum TEFLI. L’inglese è la sua ossessione-passione. Ama viaggiare e comunicare “attraverso ciò che osserva” – su Instagram, of course – perché “non esistono verità assolute ma solo punti di vista”!
*Beatrice ha voluto tradurre l’intervista in inglese. Come dirle di no?!
Beatrice, la domanda di rito: perché hai scelto di iscriverti al corso di laurea triennale in Lingue e Culture Straniere di Uniurb?
Perché ero “ossessionata” dalla lingua inglese e mi piaceva l’idea di fare una full immersion di studio in una città come Urbino che trasuda cultura.
Raccontaci questa ossessione-passione.
Questa passione per le lingue straniere credo sia genetica, anche mia sorella e mia cugina hanno frequentato il liceo linguistico. In famiglia siamo viaggiatori per indole. E credo che questa sia la caratteristica di chi vuole studiare lingue: un dinamismo intrinseco che spinge a non fermarsi mai, ad essere sempre curiosi, a vivere la vita in una prospettiva di apertura per misurarsi con culture diverse e ridefinire la propria realtà.
Non a caso il tuo diario di viaggio è su Instagram!
Sì. Diciamo che la bellezza di Urbino è fonte di ispirazione continua. E anche quando viaggio, sono continuamente spinta a catturare quello che vivo attraverso il mio occhio, e questo mi convince sempre di più che non esistono verità assolute ma solo punti di vista. E il mio punto di vista mi piace condividerlo con gli altri, mi piace che lo vedano perché mi sembra un modo di comunicare il mio pensiero attraverso ciò che osservo.
Una volta una persona mi ha detto: “se anche tutti fossimo nella stessa stanza ad assistere allo stesso evento, nello stesso momento, la percezione di quell’evento non sarebbe uguale per tutti. Si avrebbero tanti punti di vista diversi quante sono le persone all’interno della stanza”. Ecco, io penso che sia vero ed è proprio lì che sta il bello.
Una fotografia del corso di laurea triennale in Lingue e Culture Straniere. Quali caratteristiche fermeresti in uno scatto?
Sicuramente la suddivisione degli studenti in classi e gruppi di lavoro in base ai diversi livelli di conoscenza della lingua raggiunti. In questo modo, chi ha bisogno di potenziare le proprie conoscenze non è scoraggiato dal confronto con studenti di livello più avanzato, e chi possiede competenze di livello avanzato non si annoia ripetendo nozioni che, evidentemente, già conosce.
Questa suddivisione permette anche di formare classi che ospitano non più di trenta persone. Per cui in classe siamo molto seguiti dai docenti, sempre disponibili, soprattutto se ci impegniamo e partecipiamo.
Ogni esame, inoltre, garantisce una conoscenza a trecentosessanta gradi della lingua perché si compone di un corso monografico, e di sezioni specificamente dedicate alla formazione linguistica scritta e orale.
Il corso monografico consiste in un ciclo di lezioni su un argomento specifico della cultura dei Paesi di riferimento. È tenuto, nella maggior parte dei casi, in lingua straniera da insegnanti madrelingua, o di lingua italiana ma con un livello di competenza pari a un madrelingua. Ed è molto utile sia per conoscere gli aspetti sociolinguistici – ad esempio i contesti dei Paesi in cui la lingua è usata, delle persone e delle etnie – sia per la comprensione e l’esercizio della lingua.
Le altre sezioni riguardano le conoscenze grammaticali, la comprensione, la composizione o produzione scritta di un testo, e lo speaking che chiude il cerchio.
Estremamente interessanti sono anche i seminari, i workshop, i programmi Erasmus, i tirocini e gli stage e tutte le opportunità che il corso di laurea mette a disposizione di noi studenti.
A quali attività formative, a Urbino o all’estero, hai partecipato?
Ho partecipato al bando Erasmus Plus, durante la triennale, e sono partita per l’Università di Tartu in Estonia.
Durante la magistrale ho vinto una borsa per un’esperienza di studio in Russia, alla Moscow State University of Psychology & Education.
In generale, durante i cinque anni ho partecipato ai seminari e ai vari workshop organizzati dai docenti del corso. Spesso andavo solo perché mi interessavano, e non perché avessi bisogno di crediti!
Da ultimo, ma non per importanza, per cinque anni ho preso parte al progetto Study Abroad with ieiMedia.
IeiMedia sta per?
Institute for Education in International Media. Si tratta di un’esperienza che consente uno scambio tra noi studenti di Lingue, un gruppo di studenti di giornalismo provenienti da diverse Università americane, e i professori che li accompagnano. Loro trascorrono a Urbino un intero mese per conoscerne cultura e tradizioni e raccontarle sul magazine online Telling the World’s Stories, e noi studenti di Lingue li aiutiamo come traduttori e interpreti “in erba” e rendiamo così possibile uno storytelling di qualità che ha per protagonista la Piccola e Media Impresa marchigiana.
Questo ci consente di esercitare la lingua partecipando a conversazioni imprevedibili che si costruiscono sul momento, reali al 100%. È un’occasione davvero imperdibile che mi ha permesso di migliorare moltissimo il mio inglese e anche di conoscere tante realtà del mio territorio natio. Ho avuto modo di vedere molti “insight”, come dicono gli inglesi.
3 suggerimenti per gli studenti che sceglieranno il tuo stesso percorso formativo.
Siate proattivi. Non state fermi, chiedete a chi ha fatto le stesse cose prima di voi, proponetevi, candidatevi per i progetti più disparati perché fare rete è importante per arrivare a scelte più consapevoli, e consente anche di creare relazioni che potrebbero rivelarsi utili in futuro. In questi anni ho capito che ci si ricorda sempre di chi si impegna.
Informatevi. In particolare, tenete d’occhio le bacheche in rete e anche quelle fisiche che si trovano nella sede della Scuola di Lingue e Letterature Straniere.
Non cercate scorciatoie. Approfittate delle occasioni che si presentano per fare esperienze, anche inaspettate, che aiutano a conoscersi fino in fondo. Conoscere se stessi credo sia l’obiettivo della formazione universitaria. Porsi di fronte agli ostacoli e alle difficoltà per capire cosa funziona per noi, cosa ci piace di meno, come siamo noi in rapporto alle cose che facciamo. Ecco, oltre al bagaglio di conoscenze e competenze, questa è la palestra dell’Università.
Ipotesi di carriera?
Quando ho iniziato questo percorso avevo l’idea di intraprendere la carriera accademica nell’ambito della letteratura inglese. Col passare del tempo ho scoperto altri interessi.
Del resto, studiando Lingue, di opportunità e di porte se ne aprono tante. Mi piace pensarlo. O magari è “solo” la vita che, come dicono gli inglesi, “gets in the way”!
Urbino.
Per me Urbino è una culla. Non solo “culla del Rinascimento” – non stupisce che lo sia stata – ma a tutt’oggi è una culla per le persone che la vivono. Non è mai soffocante, non mette in difficoltà, dà tutto il tempo e tutto il respiro per fare ciò che si vuole.
E “respiro” è proprio la parola giusta perché qui c’è tanto verde, l’aria pulita, la luce, tutti elementi che se ti formi in questa città diventano parte della tua identità e che se te ne allontani irrimediabilmente mancano.
Non può non rimanere nel cuore, anzi, ti vengono proprio le lacrime a pensare a Urbino…
Beatrice…
Tranquilla… vedi? Sorrido. È una nostalgia prevista questa. Gioco di anticipo!
Foreign Languages and Cultures, for explorers of the world and of the soul
Beatrice Burani is one of the faces of our Uniurb communication campaign! With an average grade of 29/30, she got her Bacelor’s Degree in Foreign Languages and Cultures, curriculum LIN-OC (Western Languages). She is now in her last year of Master’s, Foreign Languages and Intercultural Studies course, curriculum TEFLI (Editorial Translation and Didactics).
The English language is her passion-obsession. She loves travelling and posting on Instagram to communicate thoughts through her eye, because “there is no such thing as an absolute truth, it is all about points of views!”
Beatrice, let’s start off by asking a classic question: why did you choose to apply for the “Foreign Languages and Cultures” BA course at the University of Urbino?
Because I used to be obsessed with the English language. Moreover, I was thrilled at the idea of absorbing the peculiar cultural atmosphere that Urbino has.
Do tell us more about your passion-obsession.
I think it’s in the blood. Both my sister and cousin attended “Liceo Linguistico” (Linguistic High School); in general, mine is a family of travelers by nature.
I think being dynamic is a key feature for those who want to study Foreing Languages. Being open to life is important in order to come to terms with different cultures and, as a consequence, to understand better one own’s.
Not by chance your travel diary is on Instagram!
Yes! We might rightly say that the beauty of Urbino doesn’t cease being inspiring in that sense. And when I travel, I’m pushed to catch moments with the eye, too. I’m deeply convinced that there is no such thing as an absolute truth, it is all about points of view.
Once someone told me “assuming there were many of us in a room, all witnessing the same event, at the same time, it would not be correct to say that we all perceived that event in the same way. In fact, as a result, we would have as many points of views as the people in the room.” Well, I think that it is true. And that is where the fun lies, after all.
A Three main features of the “Foreign Languages and Cultures” course, in a snap.
Freshmen are divided into different working groups according to their language knowledge level. This allows weaker students not to feel discouraged, and at the same time, it prevents the stronger ones from getting bored repeating the basics.
Moreover, the students are thus grouped in classes of thirty people, maximum. Studying becomes easier and the teachers are better inclined to follow their pupils, especially when they show interest and participation.
Each exam assesses a thorough range of language skills. Exams are made up of a “corso monografico,” reading, writing, listening, and speaking. A “corso monografico” is a course dedicated to some aspects of the language that are not its grammar or pronunciation, but that are more of a sociolinguistic nature. It is usually held by non-native speakers of the language, people who nevertheless have a very high proficiency in the foreign language. This course is useful to understand the contexts in which the language is used, the people who use it and their ethnicities. But it is fundamental to practice the language, too.
The side experiences are engaging, too. I’m talking about workshops, Erasmus programs, traineeships, internships, that is to say, the opportunities our University has to offer.
In which formative activities did you take part? Both in Urbino and abroad.
I took part in the Erasmus Plus program during my Bachelor’s. I went to study abroad to the University of Tartu, Estonia.
Then, I won the opportunity to attend classes at the Moscow State University of Psychology & Education in Moscow, Russia. But this was during my Master’s.
In general, over five years, I participated in the seminars and workshops organized by my Professors. Many times, I would go just for curiosity, not because I needed it for the grade!
Last but not least, I have been for five years now a transator for the Study Abroad with ieiMedia project.
What does ieiMedia stand for?
Institute for Education in International Media. It is a project where Foreign Languages students meet journalism students and their professors. They all come to Urbino from different parts of the United States for a month to write about and film our territory, its culture, and its traditions. Their stories are published on the Urbino Now magazine, which is available online too. What we do is basically act as apprentice translators to enable these young professionals’ quality storytelling, the protagonists of which being the small entrepreneurs of Le Marche.
This allows us to practice the language, taking part in100% real conversations in English.
Being part of this project helped me a lot improve my language skills and gave me a lot of unexpected insights about my native region of Italy. Along the way I made friends I am constantly in contact with!
To someone who is about to choose the same BA’s course as yours, what would your three suggestions be?
Be proactive. Don’t sit and stare, ask around, apply to projects, create your own network. This is very useful to both understand better and “advertise” yourself: people tend to remember the hard workers.
Be informed. In particular, keep an eye on the bulletin boards.
Shortcuts are no good. Make the most out of the opportunity you are offered, enjoy the ride. Unexpected experiences, which may require a deal of effort, are what allows us to know ourselves better. Ultimately, I think knowing oneself is the aim.
Overcoming obstacles and facing difficulties, we can understand what we like, how we work. I would say this is what I will remember about the years of University: notions, concepts, and the language (I hope!), and how I strived towards self-knowledge.
Dream career? An idea.
Back when I started, I thought I wanted to become a University Professor of English Literature. Over the years, I discovered many more worlds. After all, many doors open before those who study Foreign Languages; or, maybe, it’s only life that gets in the way!
Urbino.
To me, Urbino is a cradle. Not only “cradle of the Renaissance” – no wonder it used to be so, but I think it still is today. It never gets stuffy, it is not difficult to live in town. In Urbino you can do things at your own pace, in harmony with the pace of nature.
Meadows, clean air, the light, all of this becomes part of your identity, but you only realize it once you are away from Urbino. This is when you also realize you miss the town.
Urbino cannot but hold a special place in my heart. Its beauty is almost moving…
Beatrice…
Don’t worry… you see? I’m actually smiling. It’s a predicted nostalgia!