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Trovate il nesso tra Netflix (la pay tv Usa), i supereroi di Iron Man e il teatro, tra l’ultima frontiera del web e i feuilletton. Non vi viene in mente niente? Allora può esservi utile la conferenza internazionale e multidisciplinare “Media Change, organizzata dal 7 al 9 luglio dal Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Discipline Umanistiche, in collaborazione con l’Università di Bologna (Laura magistrale in Cinema, Televisione e Produzione Multimediale) e l’Università di Nottingham. Sottotitolo dell’evento, in programma al Polo Didattico Volponi, “Serialization Landscapes: Series and Serialization from Literature to the web”.

Dalla rete alla pagina scritta il fil rouge è sintetizzato in una parola chiave: serialità. “Ciò che analizzeremo – spiega il professor Giovanni Boccia Artieri, docente di Sociologia dei media digitali e Internet studies – è la serialità come un dispositivo del contemporaneo che traccia i contorni di una rete generata dalle dinamiche di produzione, distribuzione e consumo nella loro totalità di strutture istituzionali, discorsi e pratiche. L’ecosistema neo-seriale si mostra così in tutta la sua complessità esemplificata in questo convegno: dalle web series, come forme autonome e transmediali, alle produzioni per distribuzione a pacchetto come Netflix che incorporano le pratiche di binge-watching; dalle pratiche di fruizione mutlipiattaforma degli utenti alle forme di fruizione connessa su Twitter, Facebook, Instagram”.

A portare la loro voce di esperti saranno diversi studiosi. Oltre a Giovanni Boccia Artieri interverranno Laura Gemini ed Erika D’Amico, dell’Università di Urbino Carlo Bo. E poi vari ospiti: Roberta Pearson, dell’Università di Nottingham, Guglielmo Pescatore e Giacomo Manzoli, dell’Università di Bologna. All’indirizzo www.mediachange.it è possibile scaricare il programma completo. Il convegno è a ingresso gratuito per coloro i quali fossero interessati ad ascoltare i vari interventi.

“Uno dei focus – spiega Laura Gemini, docente di Forme e linguaggi del teatro e dello spettacolo e di Teoria e pratiche dell’immaginario – riguarderà il rapporto tra la serialità e il teatro che, a ben vedere, si può osservare già a partire dalla tragedia antica nella forma della tetralogia. Un aspetto, questo della costruzione a ‘episodi’, che ritroviamo anche nel teatro contemporaneo, che segue lo sviluppo di progetti che si dipanano nel tempo e che mettono a punto dinamiche e drammaturgie proprie, potremmo dire neo-seriali, anche in vista di una forma di engagement dello spettatore, non così scontata per il teatro”.

“Credo che sia importante riflettere sulla serialità come modalità di azione volta a creare una vera e propria economia, nella quale utenti, produttori e distributori interagiscono e spesso si trovano l’uno nel ruolo degli altri. La grande sfida degli attori mediali contemporanei – commenta Erika D’Amico, docente di Cinema e Fotografia – è dunque intuire come si muoveranno domanda e offerta nel campo della serialità”.

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