Il nuovo corso di laurea magistrale in Lettere Moderne è l’iter formativo che stavamo aspettando. Un progetto che non rinuncia alla tradizione, ma la rilancia integrando studi linguistici, filologici, letterari e tecnologie informatiche, passione critica e operatività professionale. L’obiettivo è chiaro: formare studentesse e studenti con competenze strutturate e competitive, in grado di rispondere alle necessità occupazionali di enti culturali, archivi, biblioteche e di nuovi mercati legati alle digital humanities.
Nell’intervista che segue, ci accompagnano alla scoperta di questo microcosmo didattico la Professoressa Nicoletta Marcelli, Referente del corso di laurea, e il Professor Andrea Felici, docente di Linguistica italiana.

Prima, però, ricordiamo che sarà possibile incontrare tutor e docenti della magistrale durante l’Open Day del 1 ottobre 2025 dalle 10.00 alle 12.00, nell’Aula D1 di Palazzo Albani (in via Viti 10). Per prenotare il posto in aula cliccare qui.

 

La Professoressa Nicoletta Marcelli

Professoressa Marcelli, in un presente sempre più influenzato da intelligenza artificiale, algoritmi e dati, perché studiare Lettere Moderne a Urbino resta un’opzione auspicabile?

Il nuovo corso di laurea magistrale in Lettere Moderne è stato progettato per distinguersi da analoghe offerte formative presenti in altri Atenei proprio per rispondere alle sfide contemporanee. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito ad una sempre crescente digitalizzazione e fruizione online del nostro patrimonio librario e documentario. Biblioteche, archivi e istituzioni pubbliche e private hanno investito nella messa in rete del loro posseduto, ma non sempre è facile reperire figure professionali che coniughino una solida e tradizionale preparazione di tipo filologico-letterario con la capacità di rendere fruibile questo patrimonio online, cioè studiarlo e schedarlo secondo i più aggiornati standard, grazie a competenze in ambito di digital humanities. L’obiettivo del nostro corso è formare questi profili.

 

Per fare un esempio concreto, prendiamo l’AI applicata agli studi filologico-letterari: uno dei campi in cui sta dando risultati più promettenti è quello della trascrizione automatica di manoscritti medievali e umanistici. A questo tipo di attività, una sorta di frontiera nella ricerca applicata al nostro patrimonio librario e archivistico antico, sarà dedicato il Laboratorio di filologia digitale previsto al secondo anno del corso di laurea.

Il Professor Andrea Felici

Professor Felici, attraverso quali strumenti e attività didattiche il corso prepara, studentesse e studenti, ad entrare nel mercato del lavoro con competenze innovative e spendibili?

Cominciamo col dire, così come ha già fatto la Professoressa Marcelli, che la nuova magistrale è stata costruita partendo da un principio fondamentale, ovvero quello di affiancare alle discipline più tradizionali delle Lettere moderne – che restano comunque fondamentali – attività che riguardano le cosiddette digital humanities, cioè quei settori di studi che si basano sull’interazione diretta tra discipline umanistiche e mondo delle tecnologie informatiche. Questo vuol dire che i nostri futuri laureati avranno sempre garantito lo sbocco occupazionale dell’insegnamento. L’offerta formativa fornisce, infatti, tutti i crediti necessari per accedere ai nuovi percorsi abilitanti stabiliti dal Ministero.

 

Allo stesso tempo, però, agli studenti e alle studentesse in uscita saranno trasmesse competenze utili a intraprendere percorsi lavorativi legati al mondo dell’umanistica digitale. E in questo contesto svolgono un ruolo di primo piano i percorsi laboratoriali, tutti collegati a insegnamenti portanti dell’offerta formativa – in particolare della filologia e della linguistica – e organizzati in collaborazione con enti e istituzioni di alto profilo scientifico nel panorama nazionale e internazionale. Solo per citarne alcuni: l’Istituto del CNR – Opera del Vocabolario Italiano di Firenze, nonché l’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio di Certaldo (FI), che ha sede presso la casa natale del grande scrittore e poeta.

Concretamente, a quali opportunità professionali dà accesso la magistrale che presentiamo?

Marcelli – Felici

Oltre al naturale sbocco nel mondo dell’insegnamento (scuola secondaria di primo e di secondo grado), il nuovo corso magistrale in Lettere Moderne ambisce a dare una formazione di base per accedere a scuole professionalizzanti per figure quali gli archivisti, i bibliotecari e ogni profilo legato alla promozione del testo, dall’antichità alla contemporaneità, in enti pubblici e privati che operino nel web e nel campo delle digital humanities. Come accennato, in questa prospettiva svolgono un ruolo di primo piano i percorsi laboratoriali, che prevedono una partecipazione attiva da parte dello studente tramite attività pratiche.

 

Prendiamo, ad esempio, il laboratorio di Lessicografia digitale: in questo caso lo studente viene inizialmente introdotto agli studi lessicografici – relativi, cioè, alla branca della linguistica specializzata nella compilazione dei dizionari – e in seguito viene istruito sulla compilazione di voci del VocaBo, il Vocabolario digitale di Boccaccio tuttora in corso di allestimento. E a questo proposito ci fa piacere ricordare che una nostra allieva, Cecilia Cartoceti, laureata con noi a Urbino pochi anni fa, sta svolgendo da più di un anno attività di redattrice all’interno del progetto VocaBo: a dimostrazione, quindi, di come la nuova magistrale in Lettere Moderne offra possibilità concrete ai laureati in grado di dimostrare capacità di studio e di ricerca.

In sintesi, perché iscriversi alla nuova magistrale in Lettere Moderne di Uniurb?

Marcelli – Felici

Innanzitutto, una prima, forte attrattiva è rappresentata dal fatto che questa offerta formativa si distingue rispetto a quanto offrono altre Università dell’Italia centrale, simili alla nostra per dimensioni e indirizzo di studi. Possiamo dire di essere gli unici, in questo contesto, a offrire un percorso di specializzazione tanto orientato verso le nuove tecnologie, pur senza dimenticare l’importanza dell’approccio tradizionale verso gli studi linguistici, filologici e letterari.

 

Più in generale, poi, non va dimenticato ciò che offre la realtà urbinate in sé, in quanto Ateneo e luogo da vivere: da sempre studentesse e studenti riconoscono come studiare nel Montefeltro rappresenti un’occasione unica per chi aspira ad una formazione di tipo umanistico. E in questo gioca molto la possibilità di avere a disposizione un così ricco patrimonio artistico e culturale, a partire da quello del Palazzo Ducale, nonché il gran numero di biblioteche, spazi di studio e infrastrutture varie, sulle quali – tra l’altro – l’Ateneo ha investito molto negli ultimi anni. Basti pensare al complesso di San Girolamo, con la sua vastissima biblioteca e il nuovo auditorium.

 

Inoltre, va tenuto presente che le iscritte e gli iscritti riconoscono da sempre il rapporto diretto che si instaura nella nostra Università tra docenti e studenti, in un clima favorevole a creare uno scambio costante di idee fuori e dentro le aule. E la nuova magistrale in Lettere Moderne, bisogna dirlo, si allinea pienamente a queste caratteristiche del contesto urbinate, anche considerando che il numero degli iscritti sarà sostenibile e tale da permettere agli studenti di allacciare rapporti diretti e proficui con i docenti, sia sul piano professionale sia su quello umano.

 

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