L’Università di Urbino in collaborazione con il Comune di San Benedetto del Tronto e con Istituzioni e Associazioni di Spagna, Portogallo, Albania, Grecia e Bulgaria partecipa al progetto internazionale Relaunching european smart and sustainable tourism models through digitalization and innovative technologies – RESETTING. Finanziato nell’ambito del COSME – il programma europeo per le piccole e medie imprese – lo studio ha l’obiettivo di sviluppare una piattaforma digitale di supporto alle aziende del settore turistico che consenta di condividere conoscenze e buone pratiche in termini di responsabilità economica, sociale e ambientale e di accogliere nuove strategie di sviluppo fondate sull’imprescindibile paradigma della sostenibilità.
Ne parliamo con la Professoressa Federica Murmura, docente di Gestione della Qualità Totale e Merceologia e Teoria della Qualità, Responsabile Scientifica del progetto.
Professoressa Murmura, come nasce la partecipazione al bando COSME PROGRAMME 2020?
L’idea nasce da una proposta del Comune di San Benedetto, con cui il mio gruppo di ricerca ed io collaboriamo ormai da diversi anni. Ad esempio, abbiamo da pochi mesi concluso le attività relative ad un progetto Interreg, un’iniziativa comunitaria del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) che finanzia progetti di cooperazione tra regioni dell’Unione Europea e prevede la collaborazione di diverse Università italiane. È in corso, invece, un progetto, sempre di respiro internazionale, che riguarda la riqualificazione delle aree interne delle Marche e nello specifico della zona di Porto San Giorgio.
Il progetto COSME, finanziato dal programma europeo per oltre un milione di euro, si colloca sulla scia di quelli precedenti e ci consente, ancora una volta, di entrare e di operare in territori storicamente non presidiati dall’Università di Urbino. Per cui, si tratta di un risultato di assoluta importanza reso possibile anche dall’intervento del Professor Fabio Musso, Prorettore alla Terza Missione e al Public Engagement, e dalla grande efficienza e disponibilità del personale tecnico amministrativo – e penso in particolare alla Dottoressa Mary Braga e alla Dottoressa Roberta Piergiovanni – del Dipartimento di Economia, Società, Politica del nostro Ateneo.
Obiettivo dello studio?
L’obiettivo è di creare una piattaforma digitale che sia di supporto alle imprese del settore turistico allo scopo di potenziarne l’efficienza dal punto di vista della sostenibilità.
Attraverso questa tecnologia, cluster di piccole e medie imprese turistiche di sei diversi Paesi, nello specifico Portogallo, Spagna, Italia, Albania, Grecia e Bulgaria, potranno, quindi, condividere conoscenze e buone pratiche per accelerare l’innovazione, favorendo l’adozione di nuove soluzioni e di pratiche commerciali sostenibili, e garantire la ripartenza di un settore fortemente colpito dall’emergenza pandemica.
Quali sono le Istituzioni partner e quali i work package del progetto attribuiti a Uniurb?
Da gennaio 2022 a giugno 2024, col supporto fondamentale di Guido Capanna Piscè, Ricercatore Senior del gruppo di lavoro, svilupperemo tre diversi work package. Nella prima fase valuteremo il grado di maturità digitale di ogni PMI partecipante per capire quali lacune digitali e tecnologiche ostacolano l’evoluzione, in termini di innovazione, di queste aziende.
Analizzeremo, inoltre, i trend del turismo locale e i modelli di consumo dei viaggiatori. Successivamente, individueremo le migliori risorse digitali ad accesso aperto attualmente disponibili, e le tecnologie più adatte a soddisfare la domanda delle singole PMI, che confluiranno in una piattaforma facile da usare e in grado di riqualificare il business digitale aziendale individuato attraverso azioni di data science e marketing digitale. In questa fase daremo largo spazio anche alla formazione delle PMI locali sulle tecnologie e sulle pratiche utili alla sostenibilità e alla trasformazione digitale.
L’ultimo step riguarderà una strategia comunicativa, basata su contenuti condivisibili e coinvolgenti, fortemente orientata ai social media e anche a innovativi canali di comunicazione digitale funzionali ad iniziative di advocacy rivolte a stakeholder e decisori politici locali, regionali, nazionali e internazionali.
Nello svolgimento di queste attività , le istituzioni partner saranno il Technology Centre of Catalunya (EURECAT), l’Associació Clúster TIC Catalunya Sud (CLUSTER TIC SUD), la Federació Empresarial d’Hostaleria I Turisme de la Província de Tarragona (FEHT), l’Instituto Universitário de Lisboa (ISCTE), l’Associação Portuguesa de Empresas de Congressos, Animação Turística e Eventos (APECATE), la città di San Benedetto del Tronto (COMSBT), l’Albanian Trip shpk (AT), Behavior Smart OOD BE (SMART), l’Anaptixiaki Irakleiou AAE OTA – Heraklion Development Agency (HDA).
Le soluzioni ipotizzate quali esiti registreranno?
Oggi il fenomeno del turismo sostenibile è in forte ascesa per cui si prevede sicuramente un incremento dei flussi turistici. Avremo, inoltre, la possibilità di valutare l’impronta ambientale di ciascun turista e stimarne l’impatto in termini di cambiamento climatico, così da individuare e suggerire alle imprese specifiche linee di azione che ne riducano gli effetti. Attraverso la progettazione di una soluzione tecnologica dinamica – la piattaforma appunto – per il trasferimento di conoscenze e lo scambio di esperienze messa a disposizione da una rete di cluster di PMI turistiche in sei Paesi, questo progetto dimostrerà come la digitalizzazione può accelerare l’innovazione e l’adozione di nuove soluzioni di sostenibilità in un settore che è costituito per lo più di piccole imprese con risorse limitate per l’acquisizione di nuove conoscenze.
La crisi determinata dalla pandemia da COVID-19 ha messo il turismo in una congiuntura particolarmente complessa, con la necessità di prepararsi a una ripartenza del mercato con diversi scenari e modelli di domanda, ma anche con la necessità di accelerare la sostenibilità e la parità di genere. In questo contesto di molteplici vincoli, la tecnologia può aiutare a ottimizzare il flusso di conoscenze e la condivisione delle migliori pratiche in modo che più cluster di PMI turistiche possano adottare nuove pratiche commerciali e sostenibili, nonché a ripristinare il potere di mercato e l’impatto positivo del settore del turismo. Combinando le competenze in soluzioni tecnologiche all’avanguardia ed efficienti dal punto di vista dei costi e il pensiero più aggiornato dalle scienze comportamentali, questo progetto proporrà una soluzione per il trasferimento di conoscenze e l’adozione dell’innovazione che può facilitare una transizione desiderata verso un valore massimo e un’impronta minima dei modelli di business nel settore del turismo.
Un modello certamente esportabile in tutto il territorio delle Marche.
Assolutamente sì. L’ambizione del progetto è quella di creare un modello comune di riferimento per tutte le piccole e medie imprese europee del settore turistico, per cui un modello sicuramente – e soprattutto – esportabile nelle Marche. Ovviamente per esportare si dovrà lavorare in termini di adattabilità rispetto ai territori di riferimento. Le basse Marche hanno, infatti, peculiarità diverse rispetto alle alte Marche. Per cui se a San Benedetto che è città di mare le imprese potrebbero puntare sulla marineria, a Urbino le aziende potrebbero far leva sulle caratteristiche proprie di un contesto Patrimonio dell’UNESCO.
Anche attraverso questo progetto il dialogo tra il nostro Ateneo e le imprese del territorio prosegue con successo.
Di sicuro. Questo progetto è decisamente in linea sia con il piano strategico del Dipartimento di Economia, Società, Politica, sia con quello di Ateneo in relazione agli ambiti della Ricerca e della Terza Missione. Le aziende nel nostro territorio sono molto collaborative e attente allo scambio di esperienze con l’universo accademico. Solo per portare alcuni esempi, Schnell collabora attivamente con la nostra Università finanziando borse per dottorati di ricerca e progetti internazionali di interesse per l’impresa stessa. L’IMAB Group, altra importante realtà produttiva delle Marche, ha deciso di intraprendere il percorso della certificazione con il supporto dell’Università di Urbino, più specificatamente con il supporto di alcuni nostri studenti partecipanti al progetto Learning by Doing, con l’obiettivo di entrare nel mercato tedesco.
Il centro tecnologico COSMOB cofinanzia da anni diverse attività di ricerca e percorsi di tirocinio dei nostri studenti, che il più delle volte si trasformano in contratti di lavoro. Si tratta di un dialogo che il mercato del lavoro e anche i nostri studenti richiedono. I ragazzi vogliono entrare e guardare da vicino l’azienda, vogliono confrontarsi direttamente con manager e professionisti e imparare il mestiere attraverso i tirocini. Soprattutto se questo mestiere si svolge in un contesto attento alla salvaguardia dell’ambiente. Per cui continueremo certamente a rafforzare questa cooperazione con le imprese che sempre più procede nella direzione dell’innovazione e della sostenibilità.