Ernesto Junior Piccinini è iscritto al secondo anno del corso di laurea magistrale in Politica Società Economia Internazionali, ha vinto di recente un tirocinio presso la Commissione Europea ed è volato a Bruxelles! È, infatti, il primo studente di Uniurb che accede a questa nuova opportunità formativa, offerta dalla magistrale in Politica Società Economia Internazionali in partnership con le Istituzioni Europee, che andrà consolidandosi nei prossimi mesi.
Ernesto, raccontami il tuo viaggio da San Benedetto del Tronto a Roma, da Roma a Urbino.
Ho studiato Scienze politiche e internazionali alla Lumsa di Roma e dopo la laurea ho sentito il desiderio di tornare nelle Marche e proseguire gli studi.
Per capire quale magistrale frequentare e dove, mi sono informato in rete, mi sono confrontato con amici e conoscenti. Tutti, in particolare persone che qui avevano studiato proprio Scienze Politiche, mi hanno consigliato Urbino come Università per la qualità degli insegnamenti, e come città per la qualità della vita.
Avevano ragione?
Assolutamente sì. Prima di iscrivermi, ovviamente, non mi sono accontentato dei feedback che avevo raccolto. Sono venuto a Urbino, ho parlato con i professori, ho letto e riletto la scheda didattica del corso e del piano di studi e, oggi, posso dire che tutto e tutti hanno detto e ipotizzato ciò che poi in effetti è stato. Tra la proposta formativa e l’offerta reale, che ho potuto sperimentare in questi anni, c’è stata una piena corrispondenza.
Quali caratteristiche di questo corso di laurea ti hanno colpito più delle altre?
Questa magistrale mette in relazione lo studente con diverse discipline e le discipline stesse in relazione tra loro. Studiamo materie che si legano all’ambito delle scienze politologiche, sociologiche ed economiche e il risultato che otteniamo è una visione dei fenomeni del passato e della contemporaneità, ampia, aggiornata e di respiro internazionale che moltiplica le nostre prospettive professionali.
I professori ci seguono molto nel percorso di studi e, quindi, le difficoltà che emergono possiamo affrontarle con loro e risolverle progressivamente. Non siamo mai soli.
Anche il personale delle segreterie che incontriamo nella sede della Scuola ci aiuta con grande gentilezza.
Mi ha colpito molto che i docenti non si limitano a spiegare gli argomenti in programma. Arricchiscono sempre la lezione descrivendo le proprie esperienze personali di ricerca, in tanti casi legate anche a collaborazioni con quotidiani e televisioni nazionali, e aggiungendo consigli che sui manuali non potremmo trovare.
E poi, studiare Scienze politiche a Urbino significa anche avere la fortuna di seguire le lezioni del Professor Ilvo Diamanti! È un valore aggiunto enorme che un politologo di fama internazionale porti in aula la propria esperienza. In particolare, quella delle indagini e dei sondaggi sulla società italiana condotti con i suoi collaboratori nell’ambito degli istituti di ricerca Demos & Pi e Lapolis.
Inoltre, svariate materie prevedono esercizi di dibattito in classe. Ad esempio, analizzando i comportamenti elettorali nei diversi stati dell’Unione Europea, il Professor Fabio Turato ascoltava le osservazioni di ciascuno di noi e riusciva a correggerci e a guidarci verso un’analisi più corretta e oggettiva degli eventi politici.
E questo è stato un ottimo allenamento per noi che dobbiamo acquisire gli strumenti utili a una valutazione oggettiva dei fatti, non influenzata da un personale orientamento politico o punto di vista. Soprattutto perché durante la maggior parte delle lezione analizziamo temi di attualità e politica che avvengono in tempo reale, per i quali non ci sono libri di testo da studiare, ma solo una metodologia che permette di interpretarli.
Verso quali obiettivi punta la bussola del tuo futuro professionale?
Al momento non ho un solo obiettivo. Mi piacerebbe lavorare nell’ambito del giornalismo geopolitico, o per un’istituzione europea o, anche, per aziende di consulenza e progettazione per l’accesso ai fondi europei. L’idea è di fare esperienza in questi campi per individuare la strada giusta.
Hai partecipato al bando e vinto un tirocinio presso la Commissione Europea e, da qualche giorno, vivi a Bruxelles. Cosa ti aspetti da questa nuova esperienza formativa?
Ho come l’impressione che sia successo tutto troppo in fretta, ma ne sono felicissimo! I docenti ci hanno informato del bando, ho presentato la mia candidatura e sono stato selezionato. Poi ho fatto una prima intervista telefonica in inglese e una seconda intervista in italiano, e mi è stato comunicato di aver vinto.
Di preciso non so cosa aspettarmi, ma sono convinto che confrontarmi per sei mesi con persone che lavorano stabilmente nella Commissione Europea sia una di quelle grandi occasioni che quando capitano si debbano cogliere al volo.
Un tirocinio all’estero e un tirocinio in Italia?
Sì, in un’azienda di Pesaro. Una delle mie aspirazioni professionali è la ricerca di fondi strutturali dell’Unione Europea, e proprio durante il Career Day dello scorso anno ho visitato lo stand di questa società di consulenza, convenzionata con l’Ateneo, che faceva al caso mio. Ho fatto il colloquio e presentato il curriculum, sono stato ricontattato per un secondo colloquio e, dopo qualche giorno, è cominciata una bellissima avventura.
Per quattro mesi ho lavorato con un team di professionisti che in azienda è responsabile del settore “Progetti Europei, Sviluppo e Innovazione”, e si occupa principalmente di fondi strutturali della Commissione Europea e dei progetti di ricerca e innovazione Horizon 2020.
È stata un’esperienza intensa e appagante da cui ho imparato tantissimo perché mi sono impegnato al cento per cento e perché sono stato molto seguito.
Hai citato il Career Day, importante evento di Uniurb. Hai anche partecipato ad altre attività didattiche organizzate dal corso di laurea?
Sì, ho partecipato a diversi seminari, tenuti da professionisti che i nostri docenti invitano, per avere una visione più completa di ciò che studio.
Interessantissima è stata, ad esempio, la lezione di Nando Pagnoncelli, noto sondaggista di Ipsos. Per qualche ora abbiamo guardato il mondo della politica attraverso gli occhi di un esperto. Abbiamo visto, tra le altre cose, in che modo, chi pratica il mestiere quotidianamente, analizza l’elettorato, come produce e come gestisce i dati sull’opinione pubblica e in che modo l’informazione raccolta si trasforma in percentuale.
Poi, certo, un evento formativo che ho trovato davvero utile per chi voglia avvicinarsi al mondo del lavoro è stato il Career Day. Negli stand delle diverse aziende si possono incontrare i responsabili delle Risorse Umane che cercano specifici profili da portare in azienda. Si può consegnare il proprio curriculum e fare un vero e proprio colloquio di lavoro. Cosa che, ovviamente, io ho fatto ed è stato un esercizio interessante sia perché ho capito che parlare di sé stessi non è facile come sembra, sia perché ho potuto in seguito ragionare sulle domande che possono mettere in difficoltà per capire come organizzare al meglio la risposta.
Negli stessi giorni del Career Day ho seguito anche il seminario sulla creazione del curriculum. Utilissimo perché era tenuto sempre da esperti delle Risorse Umane con i quali potevamo parlare anche singolarmente e analizzare gli errori, l’impaginazione, i contenuti da approfondire e molto altro.
Urbino, i compagni di corso, gli amici…
Quando parlo del trasferimento da Roma tutti si aspettano che io descriva una specie di trauma, invece a me piace proprio Urbino. E avendo frequentato un corso universitario romano posso permettermi di fare un confronto e confermare la grande qualità degli insegnamenti dell’Università di Urbino.
Con i compagni di corso si creano bellissimi rapporti perché partecipiamo tutti in modo molto attivo alle lezioni e alla vita universitaria. Studiamo insieme all’interno della sede dove ci sono molti spazi di condivisione che permettono un confronto costante. Ci rivediamo in piazza, passeggiamo, giochiamo a calcio balilla sotto i portici del centro. E così anche i compagni di corso diventano amici!
3 suggerimenti agli studenti e alle studentesse che stanno per iscriversi al tuo stesso corso di laurea magistrale.
Suggerisco, prima di iscriversi, di visitare la città e l’Università come ho fatto io. Di parlare con i professori, con le persone che ci lavorano e con gli studenti della magistrale già iscritti, per avere un’idea più precisa dell’ambiente e della vita universitaria.
Se capitano opportunità che l’Ateneo mette in campo per noi studenti, consiglio di provarci. Io non ho talenti speciali, non ho capacità che gli altri studenti del mio corso non abbiano, eppure ho vinto un tirocinio e per sei mesi mi formerò alla Commissione Europea. Per questo dico anche a chi non si sente pronto di provarci comunque, perché ci si scopre più capaci di quel che si immagina!
L’altro suggerimento è di studiare, ma di fare anche sport. L’Ateneo ha un proprio Centro Universitario Sportivo che dà la possibilità di scegliere tra diversi corsi e discipline e allenarsi a prezzi ridotti. Io, nelle strutture del CUS, ho potuto praticare lo sport che preferisco: il pugilato.
“Io non ho talenti speciali”, ma come la mettiamo con il doppio nome di bettesimo? Ernesto Junior è “speciale” oppure no?
Be’, in effetti, quello è “speciale”. Ernesto è il nome di mio padre, ma non mi hanno ancora spiegato le ragioni della scelta. Evidentemente nessuno vuole prendersene la responsabilità!