Anche nel 2020 gli studenti dell’Università di Urbino hanno scalato la classifica del Premio Marketing SIM per l’Università. Hanno, infatti, dribblato i 655 progetti in gara presentati dai team degli Atenei italiani concorrenti e sono saliti sul 22° gradino del ranking conteggiato dalla Società Italiana Marketing.
Li presentiamo, si chiamano: Marianna Galli, Giacomo Ghirardini, Chiara Grossi e sono iscritti al corso di laurea magistrale in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni. Applauso.
“L’ottimo risultato raggiunto quest’anno ha un valore speciale perché premia un’attività laboratoriale gestita a distanza in pieno lockdown, e dimostra quanto l’impegno e l’entusiasmo possano compensare l’assenza di un confronto diretto in aula”, ha spiegato la Professoressa Emanuela Conti, docente di Marketing, che ha coordinato i progetti della Scuola di Scienze della Comunicazione.
Il case study “Antonio Amato” – oggi brand satellite del Gruppo Di Martino, storico pastificio da oltre 150 milioni di euro di fatturato – ha lanciato la sfida della competizione 2020: “individuare nuovi approcci al cliente attraverso il food retail”.
Il resto lo raccontano Chiara, Giacomo e Marianna nell’intervista che segue.
Marianna, congratulazioni per l’ottimo posizionamento in classifica! Come si struttura il progetto proposto dal vostro team e per quali caratteristiche si è distinto?
Grazie! La nostra proposta riguarda la creazione di un RistoStore che possa distinguersi per il forte richiamo alla tradizione del Cilento. Il progetto, con nome PastaMi, comprende due aree principali: il ristorante, per il quale l’offerta gastronomica comprende la colazione, il pranzo e l’apericena nel rispetto della tradizione cilentana con la possibilità di usufruire del servizio take away, e lo store.
L’area riservata al consumo di cibo non è un semplice ristorante: comode sedute e varie prese elettriche rendono la sala uno spazio in cui consumare i piatti, ma anche un’area di coworking e di studio. All’interno dello store, invece, si vendono prodotti di qualità a prezzi resi accessibili attraverso adeguate collaborazioni.
Ma il vero elemento innovativo di PastaMi è l’idea della pasta a peso: i clienti possono scegliere la quantità precisa di pasta decidendo se consumarla subito nel locale, abbinandola ai sughi freschi del giorno, oppure se cucinarla altrove: come e dove vogliono.
Chiara, vi è stato chiesto di sub-segmentare il mercato e di individuare un target “consumer” specifico, è esatto?
Sì. Dopo aver analizzato i trend della domanda, dopo aver svolto una brand analysis su Antonio Amato e studiato le indagini demografiche della città di Milano, abbiamo individuato negli studenti e nei lavoratori under 30 il segmento di mercato primario del nostro progetto.
I ragazzi e le ragazze milanesi under 30 corrispondono al 27% della popolazione del capoluogo lombardo, e costituiscono un target caratterizzato da una forte sensibilità verso valori come l’ecosostenibilità, e da una grande attenzione per la tecnologia. Semplicità e accessibilità economica costituiscono sicuramente un buon modo per avvicinare il nostro target!
La nostra product offering vuole indirizzarsi anche verso un target secondario, cioè verso un pubblico composto da lavoratori over 30: famiglie e turisti ai quali offrire prodotti di qualità a un prezzo conveniente, semplici e genuini, ma gustosi nel rispetto della tradizione, che consentano di vivere un’esperienza campana in suolo lombardo.
Giacomo, quale strategia di comunicazione avete suggerito?
Per coinvolgere il nostro target abbiamo optato per un communication mix, fatto di azioni online e offline, che poggia su tre assi portanti: sostenibilità ambientale, rispetto della tradizione e semplicità della cucina. Per ognuno proponiamo tre eventi che precedono l’inaugurazione, accompagnati dall’uscita di una serie di affissioni 6×3.
Il primo, relativo alla sostenibilità ambientale, consiste nell’organizzare una raccolta rifiuti nella città di Milano, vestendo il marchio PastaMi e condividendo contenuti social con appositi hashtag. Il secondo rispetta le tradizioni attraverso uno show cooking di cui sono protagoniste nonne provenienti da tutta l’Italia che preparano i propri piatti tipici. L’ultima iniziativa, la più vicina all’inaugurazione, si basa sulla semplicità della cucina e prevede l’allestimento di cucine in prossimità delle Università milanesi in cui chef e promoter possano invitare studenti a preparare e postare diversi piatti di pasta.
Per la comunicazione online, che rimanda a quella offline e viceversa, pensiamo all’attivazione di profili ufficiali su Fb e IG, alla creazione di un sito web dedicato con una sezione di e-commerce e all’istituzione di partnership editoriali per parlare delle iniziative PastaMi. Inoltre, abbiamo messo in programma le affissioni per la metro, gli spot radio e l’organizzazione di un contest universitario per sviluppare idee innovative sui temi del riuso e della sostenibilità. Il tutto con estrema attenzione al budget: 1 milione di euro per i primi 3 anni.
Avete lavorato al progetto tra marzo e maggio 2020; in piena emergenza da Covid-19, un’esperienza certamente non facile…
Sicuramente non è stato facile lavorare a distanza. La possibilità di confrontarsi in aula con la Professoressa Conti, ma anche il contatto diretto con gli stessi compagni sono sicuramente vantaggi di cui non abbiamo potuto godere. Fortunatamente però, grazie alle piattaforme Skype e Blackboard Collaborate siamo comunque riusciti a lavorare da remoto e a tenerci in contatto continuo.
È evidente che portare avanti un progetto di questo genere online significa dover affrontare alcuni possibili imprevisti come, ad esempio, problemi di rete che possono rallentare le tempistiche. Ad ogni modo, siamo riusciti a trarre il meglio da questa situazione e abbiamo vissuto un’esperienza assolutamente positiva che ci ha insegnato tanto, grazie alla quale ci siamo messi in gioco con grande entusiasmo.
Marianna, le tue impressioni sul lavoro in team?
Questo lavoro di squadra si è rivelato fondamentale per la crescita di ognuno di noi. La capacità di confronto, di proporre idee coerenti e innovative, di collaborare che abbiamo dimostrato tutti, ma anche la dedizione e il divertimento che hanno fatto da collante, sono stati aspetti fondamentali per la realizzazione del nostro progetto.
Siamo d’accordo sul fatto che sia stato molto interessante studiare il brand Antonio Amato, la sua storia, la sua proposta, la sua missione per rendere pertinente e credibile il progetto PastaMi.
Più in generale, è stato gratificante poter partecipare al Premio Marketing e mettere in piedi un progetto che sulla carta possa funzionare, cercando di renderlo originale, trovando efficaci strategie comunicative per la promozione e rispettando il più possibile il budget deciso.
Chiara, tre suggerimenti per le studentesse e per gli studenti che il prossimo anno affronteranno la sfida del Premio Marketing 2021.
Il primo suggerimento è sicuramente quello di partecipare. Crediamo, infatti, che il Premio Marketing sia un’ottima occasione per poter mettersi in gioco assieme ai compagni di corso, ma soprattutto per muovere i primi, importanti passi verso il mondo lavorativo, tastandone il terreno.
Il consiglio più grande che possiamo dare è quello di far funzionare razionalmente la propria fantasia. Essere originali e sorprendere, ovviamente nei limiti del brief assegnato.
Lavorare in gruppo nel modo giusto è fondamentale, significa collaborare e aiutarsi, perché soltanto così si può crescere insieme. Dunque, un altro consiglio che ci sentiamo di dare è quello di cercare un’armonia e di provare a seguire una linea condivisa assieme agli altri componenti della squadra, rispettando e valorizzando le competenze e le idee di ciascun membro, fondamentali per la riuscita del progetto.
Posso aggiungere una cosa?
Certo!
A nome di tutto il gruppo, vorrei ringraziare di cuore la Professoressa Conti per averci dato la possibilità di partecipare all’ideazione e allo sviluppo del progetto: un’esperienza unica! Senza di lei nulla di tutto questo sarebbe stato possibile.