Venerdì 17 novembre sono stati presentati a Palazzo Madama gli Atti del convegno internazionale Giulio Andreotti ed Helmut Kohl: la riunificazione della Germania, lezioni per oggi, organizzato dal Dipartimento di Economia, Società, Politica (DESP) dell’Università di Urbino e dal Centro Studi Giulio Andreotti, con la collaborazione dell’Istituto Luigi Sturzo e della Konrad Adenauer Stiftung. I contributi dei molti relatori intervenuti a Urbino il 28 e il 29 ottobre 2021 sono confluiti nel Volume n. 73 della rivista Studi Urbinati, A – Scienze giuridiche, politiche ed economiche.
Ne parliamo con il Professor Marco Cangiotti, Ordinario di Filosofia Politica presso il DESP dell’Università di Urbino, Prorettore alle Relazioni Pubbliche, Direttore della rivista Studi Urbinati.

 

Professor Cangiotti, alla vigilia del suo centesimo anno la rivista Studi Urbinati approda in Senato e consegna gli Atti di un importante convegno internazionale.

Sì, Studi Urbinati, A – Scienze giuridiche, politiche ed economiche è una rivista storica che dal 1927 segue e registra gli esiti di una parte della ricerca scientifica prodotta dall’Ateneo di Urbino. Il suo volume più recente, che contiene gli Atti del Convegno Giulio Andreotti ed Helmut Kohl: la riunificazione della Germania, lezioni per oggi, è stato presentato lo scorso 17 novembre presso il Senato della Repubblica in una manifestazione che ha visto il patrocinio del Senatore Pier Ferdinando Casini e la presenza di sua Eminenza il Cardinale Matteo Maria Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, di Paolo Cirino Pomicino, Massimo D’Alema e del Professor Antonio Varsori, storico delle Relazioni Internazionali all’Università di Padova.

Insieme al Rettore, Giorgio Calcagnini, era presente a Palazzo Madama. Quale impressione complessiva ha restituito l’evento?

In rappresentanza dell’Università di Urbino eravamo presenti il Rettore, Giorgio Calcagnini, e io in qualità di Prorettore alle Relazioni Pubbliche e Direttore di Studi Urbinati. Il Rettore ha preso la parola fra i primi per un indirizzo di saluto e per ricordare la feconda iniziativa e collaborazione tra l’Ateneo di Urbino, segnatamente il Dipartimento di Economia, Società, Politica (DESP), e il Centro Studi Giulio Andreotti.

 

L’avvenimento ha avuto un particolare successo se si tiene conto che la Sala Koch, della biblioteca del Senato, era gremita e accoglieva circa duecento persone, ma si è dovuto aprire anche un secondo spazio per ospitarne altrettante, circa, in videocollegamento.
Ovviamente l’occasione ha segnalato l’importanza del lavoro svolto e, soprattutto, ha segnalato l’Università di Urbino – per l’organizzazione del convegno e la cura del volume di Studi Urbinati – come attore di assoluto prestigio.

Ricordiamo gli obiettivi del convegno?

Il convegno ha esaminato in profondità i rapporti tra Andreotti e il Cancelliere tedesco Helmut Kohl in un preciso intervallo di tempo, cioè nei primi anni ‘90 del Novecento che sono seguiti al crollo del muro di Berlino e che hanno segnato avvenimenti importantissimi nella storia d’Europa: oltre al crollo del comunismo, e quindi dell’impero sovietico, la riunificazione della Germania di cui il Cancelliere Kohl è stato il principale protagonista.

 

Si è trattato di un convegno internazionale importantissimo perché oltre alla presenza di storici delle relazioni internazionali, due italiani e due tedeschi, ha visto – ed è il fatto più significativo – la presenza di quelli che potremmo chiamare gli attori e i testimoni delle vicende di cui ci si è occupati. Abbiamo, infatti, ospitato i diplomatici che hanno affiancato gli allora capi di governo europei, statunitensi e anche sovietici che si sono dati appuntamento a Urbino proprio per porgere la loro ricostruzione, la loro visione degli avvenimenti di quegli anni.

In effetti il programma era denso e annunciava gli interventi di molti relatori.

Abbiamo avuto i consiglieri dell’allora Presidente della Repubblica francese François Mitterrand; quelli del Cancelliere Kohl, i consiglieri diplomatici di Margaret Thatcher e di Gorbačëv. In particolar modo, dobbiamo segnalare la presenza dell’Ambasciatore Umberto Vattani, Consigliere Diplomatico del Presidente del Consiglio Giulio Andreotti, che è stato uno degli organizzatori del convegno, nonché Presidente del Comitato Scientifico.

 

Evidenziamo anche il coinvolgimento e la collaborazione della Konrad-Adenauer-Stiftung: la Fondazione culturale legata alla democrazia cristiana tedesca che si occupa di questi studi. Per l’Università di Urbino ha collaborato, sotto gli auspici e la direzione del Rettorato, anche la Professoressa Anna Tonelli, Ordinario di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali (DISCUI).

Le chiedo un’ultima considerazione sugli esiti del convegno.

Questo convegno ha dato dei risultati importantissimi accogliendo la testimonianza anche di attori politici italiani. Va segnalata la presenza di Giuliano Amato, di Paolo Cirino Pomicino, di Calogero Mannino e anche di Massimo D’Alema che nel momento storico considerato hanno avuto una grande responsabilità nella vita politica del Paese e hanno portato il loro considerevole contributo. Si è deciso di raccogliere gli atti delle due giornate di studio in un volume speciale di Studi Urbinati e si è avviato un lavoro che ha richiesto molto impegno, soprattutto rispetto alla scelta di tradurre tutti i contributi in lingua italiana, quindi dal russo, dal tedesco, dal francese e dall’inglese, per poterli rendere fruibili a un vasto pubblico, non solo di specialisti.

 

In conclusione, quello che risulta è il fatto che una Università come la nostra, di medie dimensioni e di collocazione territoriale difficile, si è dimostrata, ancora una volta, capace di fornire una prestazione organizzativa e scientifica di altissimo profilo, e questo grazie alla guida attenta e lungimirante del nostro Rettore e all’indiscusso valore dei nostri docenti e ricercatori. Realizzare cose grandi pur essendo piccoli è una grandissima soddisfazione, ed è un messaggio anche per i giovani studiosi: il nostro Ateneo è vocato alla e attrezzato per la ricerca di alto profilo.

 

 

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