Gianluca Rinaldi si è laureato poco più di trenta giorni fa in Biologia Molecolare, Sanitaria e della Nutrizione: “naturale e diretto proseguimento del percorso di studio” iniziato a Urbino con l’immatricolazione al corso di laurea triennale in Scienze Biologiche.
Chimica, biochimica, biologia molecolare e informatica sono le sue passioni più grandi. Ama leggere e scrivere racconti brevi di argomento fantascientifico. Adora gli origami, le serie tv e i videogiochi. Suona il pianoforte e, da qualche tempo, anche la chitarra, l’ukulele e l’ocarina.
La cartomagia è tra gli hobbies che colleziona. Si definisce “mago dilettante” e, in effetti, abbiamo capito che l’impegno, la curiosità e la voglia di imparare sono l’abracadabra che realizzerà la sua aspirazione professionale nell’area di ricerca della Bioinformatica!

 

Laurea triennale in Scienze Biologiche prima e laurea magistrale in Biologia Molecolare, Sanitaria e della Nutrizione dopo. Gianluca, per te 3+2=Uniurb? Perché?

Per una questione di continuità. Perché la laurea magistrale è costruita come il naturale e diretto proseguimento del percorso di studio triennale. E tornando indietro farei la stessa scelta.

 

Quando mi sono immatricolato, ho preferito il corso di laurea in Scienze Biologiche di Urbino per la struttura didattica che offriva. A differenza delle triennali di altri Atenei italiani che avevo valutato e che prevedevano un generico percorso di biologia, quella di Uniurb mi dava la possibilità di scegliere tra due diversi curricula e di concentrarmi su un ambito di studio davvero affine ai miei interessi e alle mie inclinazioni: quello sanitario-molecolare.

Quali sono le tue aspirazioni professionali?

I miei obiettivi professionali sono cambiati molto nel tempo e il merito di questa evoluzione è dell’Università, che se affrontata nel modo corretto apre la mente dello studente a un nuovo e ampio ventaglio di opportunità.
Inizialmente l’obiettivo era fare ricerca nell’ambito di determinate patologie genetiche.
Al momento, è di proseguire la mia formazione con un dottorato che mi consenta di accedere al settore della Bioinformatica e, più in generale, della progettazione di algoritmi per l’analisi dei dati biologici o per lo sviluppo di intelligenze artificiali e di strumenti tecnologicamente avanzati per la ricerca nell’ambito sanitario e chimico.

Bioinformatica, interessante! 

Sì, molto. Si tratta di un’area di ricerca che combina due miei grandi interessi: la programmazione e le scienze biologiche. E in questo territorio di indagine ho già avuto modo di esercitarmi durante il lavoro di tesi, in lingua inglese, che completava il percorso della magistrale.

 

Nell’occasione, ho avuto la fortuna di collaborare con il Professor Marco Rocchi, relatore e docente eccezionale che mi ha lasciato la libertà di imparare e sperimentare seguendo le mie idee, senza condizionamenti.
Con lui, ho sviluppato un software per l’analisi dati utilizzabile anche nell’ambito della biologia, della chimica ecc. In sostanza, ho implementato un algoritmo sviluppato nel 1967 da un biometrista, con l’obiettivo di creare un algoritmo computerizzato che lavori in modo automatizzato sulle distribuzioni di dati e migliori il grado di precisione dell’analisi statistica.

3 punti forza del corso di laurea triennale in Scienze Biologiche di Uniurb.

Sicuramente il metodo didattico utilizzato dai professori che non si limita a fornire le informazioni che servono, ma ottimizza l’apprendimento. In questi anni ho notato che i docenti lavorano semplificando i concetti, rendendo attrattive le lezioni e insegnando secondo un procedimento logico che stimola lo studente al ragionamento e alla possibilità di ottenere dall’osservazione di fatti e concetti specifici i principi generali che questi sottendono, e viceversa.

 

Inoltre, le classi sono formate da un numero contenuto di persone e questo fa sì che il clima in aula sia informale e amichevole, e che il contatto con i professori sia molto diretto. Con loro il dialogo è ottimo, capiscono le nostre esigenze e ci vengono incontro.

 

Terzo punto di forza è il fatto che i corsi della triennale si svolgano a Urbino. Un posto che mi piace definire familiare, a misura di studente, non caotico, non pericoloso che offre tutti i vantaggi di una città culturalmente viva, in cui non ci si annoia mai.

Cosa consiglieresti agli studenti e alle studentesse che stanno per iscriversi al tuo stesso corso di laurea?

Il primo suggerimento è per tutte le matricole dell’Università di Urbino: fate tabula rasa dell’esperienza formativa delle scuole superiori e siate pronti ad affrontare un iter di studio diverso e impegnativo.
È importante capire che per la prima volta si studia qualcosa non per dovere ma per scelta, e che questa scelta comporta delle responsabilità che lo studente deve autoimporsi.

 

Il secondo suggerimento è per gli studenti e le studentesse che si iscrivono al corso di laurea in Scienze Biologiche: seguite i laboratori. Sono facoltativi, ma in un settore come la biologia sono essenziali perché danno l’opportunità di mettere in pratica ciò che si è studiato in teoria.
Se abbiamo deciso di imparare il metodo scientifico sperimentale, dobbiamo imparare a sperimentare!

Parlaci dei tirocini formativi. In quali strutture li hai svolti?

Durante la triennale ho svolto il tirocinio nel laboratorio analisi dell’Ospedale di Urbino e ne sono uscito molto arricchito perché ho capito quali dinamiche si possono sviluppare in una una struttura sanitaria. Diciamo che l’Ospedale mi ha dato la possibilità di trovare la risposta a uno dei tanti “perché” che mi accompagnavano fin da quando ero bambino. Capitava, infatti, che con i miei genitori andassi a trovare un parente ricoverato e ogni volta percorrevo quei corridoi dicendomi “chissà come funziona questo posto”.

 

Poi sono diventato donatore Avis e ho cominciato a pensare “chissà quale trafila segue il sangue prelevato, dove viene depositato”, insomma volevo scoprire cosa succedesse dietro le quinte e quale fosse il punto di vista degli addetti ai lavori in materia di analisi di laboratorio.

 

Durante la magistrale ho svolto il tirocinio nell’ambito del laboratorio di Chimica Analitica Strumentale dell’Università di Urbino, ed è stata una bella esperienza perché ho potuto lavorare con dispositivi di chimica analitica molto avanzati e molto interessanti.

Vivere a Urbino secondo Gianluca.

Il bello di studiare Scienze Biologiche e vivere a Urbino è l’opportunità di uscire e incontrare sia persone che hanno i tuoi stessi interessi scientifici, sia persone che frequentano corsi di aree disciplinari molto diverse. Tutte occasioni, per confrontarsi e imparare cose nuove, che a Urbino succedono quotidianamente e che si verificano perché si è tutti vicini in un dialogo costante che trasforma anche le differenze in possibilità di crescita umana.

Imparare, conoscere, informarsi, confrontarsi: il tuo impegno è h24?!

Mi impegno molto, è vero; sono curioso, ma non sono mai stato un secchione. Ho preferito, invece, sviluppare un metodo funzionale che mi ha permesso di studiare e di avere del tempo per me e per le mie passioni.

Non dirmi che hai altre passioni oltre alla chimica, alla biochimica e alla biologia molecolare!

Credimi, ci sono persone che collezionano oggetti, io colleziono hobbies! Faccio veramente fatica a seguirli tutti perché sono tanti. Te ne dico alcuni in ordine sparso. Amo scrivere, in particolare racconti brevi di argomento fantascientifico. Suono il pianoforte da quando avevo dieci anni e, da qualche tempo, suono anche la chitarra e strumentini più banali come l’ukulele e l’ocarina.

 

Sono un mago dilettante, adoro la cartomagia, e fare gli origami. Ho la casa traboccante di origami! Guardo le serie tv e mi diverto con i videogiochi. Mi piace leggere: romanzi, saggi, trattati tecnici, divoro pagine. Per me, chi tiene alla propria cultura deve sempre avere sul comodino un libro iniziato perché vuol dire che lo sta leggendo!

 

Nell’immagine di copertina anche la madre di Gianluca e il Professor Marco Rocchi.

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