Benedetta Scatassa è tra i 100 vincitori del premio di studio che Uniurb ogni anno assegna alle studentesse e agli studenti che hanno ottenuto i migliori risultati in termini di crediti formativi e di votazione media. È iscritta al terzo anno del corso di laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche, ha concluso gli esami e si sta occupando della stesura della tesi, per cui approfondisce curiosità e interessi sulla psicologia leggendo molti libri. È cresciuta in campagna, nel piccolo paese di Talacchio, a pochi chilometri da Urbino. Forse per questo non ama guardare la televisione, ma adora stare all’aria aperta, camminare e correre, magari col sottofondo di una musica a scandire tutti i passi che immagina di fare verso la realizzazione dei suoi sogni.
Benedetta, partiamo dall’ultimo capitolo del tua storia universitaria in Uniurb. Argomento della tua tesi di laurea?
La mia tesi si occupa dei training cognitivi e motori che contrastano il decadimento cognitivo in età adulta avanzata. L’argomento l’ho scelto insieme alla mia relatrice, cercando di integrare una parte della mia esperienza di tirocinio con un progetto sull’invecchiamento attivo che la professoressa coordina e che è stato approvato dal Comitato Etico dell’Università di Urbino.
Sembra un argomento tanto interessante quanto complesso…
È un argomento che mi piace molto! Ho svolto il tirocinio in un centro specialistico di servizi alla persona. Durante questa esperienza, affiancando il tutor che è al contempo psicologo e psicoterapeuta specializzato in Psicologia dello sport, ho avuto l’opportunità di osservare e organizzare sotto la sua supervisione una serie di training cognitivi e motori per atleti di medio-alto livello, che sono risultati utili anche per il mio lavoro di tesi.
Perché hai scelto di iscriverti all’Università di Urbino?
Ho scelto Urbino perché cercando in Internet ho visto che l’Ateneo occupava una buona posizione nelle classifiche delle Università italiane per l’area delle Scienze e Tecniche Psicologiche. Inoltre, confrontando i piani di studi, ho pensato che Uniurb non avesse nulla da invidiare alle altre Università che stavo prendendo in considerazione.
Momento #UniurbSaiPerché? Quali sono i punti di forza del corso di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche?
Il principale punto di forza del mio corso è la qualità della formazione. Una formazione di base che riguarda tutte le aree della psicologia e permette di avere una visione completa della disciplina.
Un altro punto di forza è la possibilità di scegliere, anche attraverso l’aiuto dei tutor del corso di laurea, alcuni esami opzionali che consentono di personalizzare il proprio percorso e di avvicinarsi maggiormente ai propri interessi.
Ancora, la possibilità di svolgere laboratori o tirocini in modo tale da conoscere i campi anche applicativi della disciplina e toccare con mano tutto ciò che si è studiato sui libri, anche in termini di strumenti e tecniche richieste.
Un ulteriore punto di forza emerge dalla constatazione che, nonostante il corso sia piuttosto numeroso, all’interno del gruppo-classe si instauri un clima sereno, caratterizzato da solidarietà e supporto, che facilita la creazione di rapporti veri sia con i compagni di corso, sia con i professori.
A proposito, qualche riflessione sull’interazione docente-studente.
Penso che i docenti siano tutti molto preparati, che sappiano trasmettere la propria passione e che non si limitino a spiegare l’argomento in maniera sistematica. Per esperienza, posso dire che i professori invitano a interagire, fare domande, riflettere, permettendo allo studente di sviluppare una buona capacità critica, e di collegare in autonomia diversi argomenti e materie. E questo, secondo me, è ciò che fa la differenza.
Momento “amarcord”. Aneddoti sul tuo rapporto con i professori?
Un aneddoto, in particolare, risale a quando dovevo scegliere la relatrice o il relatore della tesi. Non avevo inviato ancora nessuna email perché ero in fase decisionale, e ricordo che passeggiando per le vie della città ho incontrato una professoressa del mio corso e d’impulso l’ho fermata presentandole la mia proposta di tesi! A Urbino accade anche questo: è facile contattare e parlare con i professori, ma anche incontrarli per le strade del centro!
Quali suggerimenti puoi dare a chi si iscrive al tuo corso di laurea?
Innanzitutto consiglio di frequentare le lezioni, perché la possibilità di guardare il docente negli occhi e di confrontarsi direttamente sia con lui – o lei – sia con i compagni di corso è un valore aggiunto che non si trova sui libri. Ci si appassiona alla materia anche grazie all’esperienza sul campo che i professori raccontano in aula, riportando, ovviamente in forma anonima, casi di pazienti che seguono nei loro studi privati.
Inoltre, per il mio corso di laurea penso sia importantissimo confrontarsi e sviluppare la capacità di “mettersi nei panni degli altri”, di saper ascoltare chi si ha di fronte.
Consiglierei anche di avere coraggio, di non essere superficiali e pigri e di lasciarsi travolgere dalla curiosità per approfondire le varie sfumature degli argomenti che si studiano, anche i più noiosi.
Infine, auguro agli studenti che si stanno iscrivendo o che si iscriveranno a questo corso di laurea di prendere al volo tutte le occasioni di crescita personale e formativa che si presenteranno, e di immergersi e vivere a pieno l’ambiente universitario di Urbino.
Quali sono i tuoi obiettivi professionali?
Facendo grandi sogni, mi immagino nel mio studio privato ad esercitare la libera professione, nei campi e nei centri sportivi a osservare e a lavorare con atleti, immersa, al contempo, nell’attività di ricerca.
Quando sarai lontana quali saranno i ricordi più emozionanti della vita a Urbino con i tuoi amici e compagni di corso?
I ricordi più belli si legheranno sicuramente ai momenti in cui ci si incontra per le vie, i vicoli o sulle scalinate del duomo. A Urbino non si è mai soli.
Quando sono arrivata in città non conoscevo nessuno, eppure, durante il primo giorno di lezione mi sono seduta accanto a una ragazza, anche lei sola, e abbiamo iniziato subito a parlare. Da lì, nel giro di poche settimane, abbiamo creato un gruppo di otto-dieci ragazze trasformando piano piano quella frequentazione legata allo studio in amicizie sincere e forti.
Se dovessi associare alla tua esperienza universitaria ad Urbino un colore, quale sceglieresti?
Il rosso per la vitalità, l’importanza e l’intensità dell’esperienza, che è stata in ogni senso un’esperienza di crescita. E sceglierei anche il verde, un verde speranza, perché penso che Urbino sia un punto di partenza, un trampolino di lancio verso il futuro.