Si chiama Alessandro Fabbri, ha vinto uno dei 100 premi di studio che Uniurb dedica ai propri “Studenti Meritevoli” e ai lettori di Uniamo racconta la triennale in Scienze politiche, economiche e del governo.
Un corso di laurea erogato in presenza, per gli allievi che come Alessandro seguono le lezioni in aula, ed erogato in modalità online per gli studenti lavoratori e fuorisede.

 

Alessandro, il prossimo ottobre raggiungerai il traguardo della laurea in Scienze politiche, economiche e del governo, ma se tornassi al giorno X della tua immatricolazione…?

Mi iscriverei alla stessa triennale, senza ombra di dubbio, per diverse ragioni! Principalmente per il forte carattere multidisciplinare che penso sia uno dei maggiori punti di forza di questo corso di laurea. Studiare molte materie diverse, filosofiche, storiche, economiche, politiche e giuridiche, secondo un approccio che le integra consente, infatti, a noi studenti di affrontare uno stesso tema, uno stesso problema da prospettive diverse.
E questo è un processo che ci abitua a un’elasticità mentale utilissima sia durante la preparazione di un esame, sia nella vita di tutti i giorni, perché consente uno sguardo onnicomprensivo del tema considerato e contribuisce alla soluzione di problemi complessi.

Perché hai deciso di iscriverti al corso di laurea in Scienze politiche, economiche e del governo?

Frequentavo il liceo scientifico e alla fine del quarto anno ho partecipato a una Summer School del Politecnico di Milano, convinto che mi interessasse Ingegneria. In effetti, in quei cinque giorni, era tutto molto stimolante, ma non scattava la scintilla. Per cui, proprio durante quell’esperienza capii che da grande non avrei fatto l’ingegnere, e scoprii che la mia vera aspirazione professionale gravitava intorno alla politica. Intorno a quell’insieme di teorie e di pratiche che, anche se non ci accorgiamo, influisce costantemente sulla vita di ognuno di noi con l’obiettivo di migliorarla.

Tre suggerimenti per chi sta per scegliere il tuo stesso percorso formativo.

Suggerisco sicuramente di “sfruttare” al massimo il rapporto diretto e cordiale che si instaura con i professori, che sono sempre disponibili e attenti alle nostre necessità. Le classi sono poco numerose e questo ci consente di interagire col docente anche durante la lezione. Quindi, chiedete subito, mentre il professore spiega l’argomento. Potete interromperlo e chiedergli di approfondire questo o quell’aspetto, o di aggiungere una serie di esempi per fissare meglio i concetti.

 

Fate in modo che i professori conoscano le vostre attitudini, il vostro valore, il vostro potenziale perché spesso sono proprio loro che favoriscono il contatto tra studenti e aziende che hanno posizioni aperte. A me, ad esempio, è successo quando ho scelto di fare il tirocinio. L’ho svolto in un’azienda del territorio ed è stata un’esperienza che mi ha insegnato molto.

 

Altro consiglio: non accontentatevi di superare l’esame, ma integrate il vostro percorso formativo con letture su temi di attualità e, soprattutto, approfittate di ogni esperienza didattica extra che l’Università mette a disposizione dei propri studenti o che semplicemente segnala.
Io ho partecipato anche al Contamination Lab dell’Università di Urbino! È stata una bellissima esperienza che mi ha dato l’opportunità di interagire con tantissimi formatori e di sviluppare una personale idea di business, curandola in ogni particolare.

 

Aggiungo un quarto suggerimento: fate il tirocinio, non è obbligatorio, ma è molto utile!

A quali attività formative previste dal Corso di Studi hai partecipato?

In questi tre anni ho partecipato a molte iniziative. Dai seminari ai workshop. Troppe per raccontarle tutte. Quest’anno, ad esempio, i docenti hanno organizzato un Global Trip: un workshop in collaborazione con la De Montfort University di Leicester. L’Università di Urbino ha ospitato un gruppo di studenti inglesi e con loro abbiamo lavorato in team confrontandoci su temi legati all’esperienza politica italiana e a quella britannica. Ed è stato interessantissimo scoprire cosa pensassero della politica italiana e viceversa. Ovviamente la loro attenzione si è focalizzata sull’immigrazione e sulla gestione degli sbarchi in Italia, la nostra sulla Brexit.

 

Inoltre, tramite l’Università ho saputo del bando Generazione Italia, organizzato dalla Fondazione Cultura Democratica, che ha l’ambizione di portare in parlamento alcuni disegni di legge redatti da “giovani innovatori italiani”. Sono stato selezionato e ho partecipato autonomamente, presentando una proposta di disegno di legge sulla regolamentazione delle attività di lobbying e una sul ricambio intergenerazionale.

Hai accennato più volte all’esperienza del tirocinio, ce ne parli?

Ho svolto il tirocinio – facoltativo – in un’azienda marchigiana che si occupa di indagini di mercato e sondaggi politico-sociali. Nello specifico, ho collaborato all’analisi dati, un’attività che ho sperimentato non più come simulazione, ma come analisi reale, sul campo, delle opinioni e del grado di soddisfazione del consumatore rispetto agli argomenti proposti. Inoltre, adesso utilizzo parte del materiale raccolto durante i mesi di tirocinio per la compilazione della mia tesi di laurea.

Racconti una capacità di impegno degna del premio di studio dedicato agli Studenti Meritevoli di Uniurb che hai vinto di recente!

Io credo che sia necessario impegnarsi nello studio e coltivare con altrettanta passione tutti i propri interessi. Infatti, in questi tre anni ho cercato di prendere al volo ogni opportunità di formazione e di approfondimento possibile.
Scrivo, ad esempio, con altri giovani, per Sistema Critico, un blog di informazione che si occupa anche di politica e che ho contribuito a fondare ai tempi del liceo. Sono scout col ruolo di aiuto caporeparto, un ruolo di responsabilità e di servizio come educatore. Gioco a calcetto con i miei amici e partecipo a diversi tornei con la squadra di cui faccio parte, insomma mi impegno divertendomi!

Pin It on Pinterest

Share This