Luigi Ceccarini, docente di Scienza Politica, e Giuseppe Caruso, studente Uniurb, raccontano la dimensione internazionale del corso di laurea in Scienze Politiche, Economiche e del Governo e la multidisciplinarità della sua proposta formativa.
Ricordiamo ai lettori interessati che il corso prevede attività didattiche in modalità mista (in presenza e online), erogate attraverso la piattaforma Moodle E-learning e rivolte a chi volesse conciliare il percorso formativo universitario con impegni di lavoro e familiari.
Ricordiamo anche che il prossimo Open Day dedicato al corso si svolgerà a Urbino l’11 settembre 2023. Per conoscere i dettagli dell’evento e prenotare il posto in aula cliccare qui.

 

Il Professor Luigi Ceccarini

Professor Ceccarini, immagino che con soddisfazione “rispiegherà” ai nostri lettori le specificità del corso di laurea in Scienze Politiche, Economiche e del Governo.

Con grande soddisfazione, certo. Direi che la qualità singolare del nostro corso – che si aggiunge a un ambiente molto “a misura d’uomo… e di donna” – ruota intorno a due parole chiave: multidisciplinarità e internazionalizzazione. Si tratta di due diversi caratteri della nostra offerta formativa. Il primo evita una specializzazione spinta, che farebbe perdere di vista il quadro più ampio in cui si sviluppano i fenomeni sociali, politici ed economici, e offre un modo di guardare alla realtà adatto a comprendere meglio le dinamiche che segnano la società contemporanea.

 

Il secondo riguarda il nostro investimento sull’apertura al mondo, che passa attraverso i docenti madrelingua che insegnano inglese per politologi, il sostegno alla mobilità internazionale, seminari e lezioni con figure provenienti dall’estero, un’offerta a scelta di corsi tenuti in lingua inglese, fino al percorso di doppio titolo di laurea magistrale in Politica Società Economia Internazionali. Con un semestre all’estero presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bucarest, si consegue, a parità di esami, una seconda laurea magistrale a carattere internazionale: Master in International Public Affairs. I nostri studenti assumono così un profilo internazionale che aiuta loro ad arricchire il curriculum vitae e a entrare nel mondo globale del lavoro.

 

Molte sono, inoltre, le possibilità offerte dalla mobilità internazionale. La più conosciuta – ma ve ne sono altre – è il progetto Erasmus, sia l’Erasmus Study, che consente di sostenere parte degli esami in una Università all’estero, sia l’Erasmus Traineeship, cioè lo stage all’estero, per mettersi alla prova nell’ambito professionale che più appassiona lo studente. Ma anche la tesi finale è possibile prepararla all’estero nell’ambito del progetto Erasmus. Se ci si orienta sin dall’inizio in questa direzione si acquisisce un profilo che facilita l’ingresso nel mondo del lavoro, in posizioni coerenti con le proprie aspettative.

A proposito di lavoro: quali prospettive occupazionali il corso offre ai propri neolaureati?

Il mondo del lavoro è, come sappiamo, in continua ma soprattutto veloce evoluzione. Preparare una figura professionale con un profilo specifico e definito corrisponde, di fatto, a una strategia miope. Sia per chi organizza e gestisce un percorso formativo, sia per chi lo sceglie e ci investe anni della propria vita. Questo non significa che non bisogna avere un’idea e un ambito di riferimento, ma oggi bisogna necessariamente approcciarsi all’argomento con flessibilità.

 

Gli studi politologici offrono opportunità per entrare in questo mondo complesso e dinamico. I diversi indirizzi e le varie materie accompagnano lo studente in un contesto dove poter maturare conoscenze e acquisire risorse per poi muoversi a seconda delle proprie inclinazioni e aspirazioni. Gli ambiti sono diversi: dall’articolato mondo della consulenza politica all’attività di rappresentanza, dalla ricerca in centri studi, fino alla professione di giornalista. Dal funzionario pubblico a ruoli di rilievo in ONG o in organizzazioni internazionali. Per citarne alcuni.

 

Quindi ognuno dovrebbe avere un’idea dell’ambito verso il quale intende spendersi professionalmente e usare tutte le opportunità in questa direzione. I contenuti delle tesine, che molti docenti prevedono nel loro percorso di insegnamento, gli esami, i laboratori didattici integrativi a libera scelta o gli stessi corsi di lingua gratuiti per i nostri studenti al Centro Linguistico di Ateneo, sono tutte possibilità che vanno calibrate individualmente e in modo coerente con le proprie aspirazioni.

Tra i docenti e gli studenti del corso che tipo di interazione si crea nei luoghi dell’Ateneo e della città?

Diverse Università, nelle loro iniziative promozionali, si concentrano sul fatto di avere aule con una bassa numerosità per sottolineare la qualità della didattica erogata. Noi su questo non abbiamo mai concentrato la nostra comunicazione perché il numero sostenibile e, di conseguenza, la qualità del rapporto tra docenti e studenti, dell’insegnamento, dell’interazione che è possibile sviluppare nella realtà del corso in Scienze Politiche è assolutamente “naturale”. E viene molto apprezzato dagli studenti.

 

Quando, in occasione del Career Day, organizziamo la premiazione dello “studente capolavoro”, cioè di una nostra laureata o laureato che si è distinta o distinto come giovane e promettente figura in un determinato ambito professionale, spesso sentiamo ripetere la stessa cosa. Questi nostri ex allievi sottolineano il clima di formazione avvenuto in un contesto dove gli studenti non sono matricole, ma persone con cui interagire. Persone che fanno lavori applicativi durante l’anno che vengono, poi, presentati e discussi in aula.

 

Parliamo quindi di una dimensione che è apprezzata in particolare da chi arriva da un’esperienza di laurea triennale conseguita nei grandi Atenei, dove si fa lezione nei cinema, dove con il docente si parla solo in occasione dell’esame orale, ammesso che non faccia gli scritti. Dove manca quel clima di scambio utile a tutti, docenti compresi, per meglio indirizzare le lezioni. Ecco, a Urbino la configurazione urbana della città e l’Università diffusa nel centro storico garantiscono questa speciale atmosfera.

Giuseppe Caruso

Giuseppe, quale esperienza hai vissuto studiando Scienze politiche, Economiche e del Governo a Urbino?

La triennale in Scienze politiche, Economiche e del Governo è molto di più di un corso di laurea. È un’esperienza a tutto tondo. Il suo carattere multidisciplinare accompagna gli studenti, come ha accompagnato me, verso la comprensione dei fenomeni politici, economici e sociali più attuali, inquadrati in maniera critica. Una prospettiva questa indispensabile per muoversi consciamente nel mondo sempre più interconnesso in cui viviamo, sia che si aspiri a una carriera nel pubblico, sia nel settore privato.

 

Oggi, che sono a un passo dalla laurea triennale e sto per frenquentare il corso di laurea magistrale in Politica Società Economia Internazionali, mi rendo più che mai conto che una formazione di questo tipo va oltre il semplice apprendimento teorico: ti sfida intellettualmente, ti invita a esaminare i fatti da diversi punti di vista e ti prepara concretamente a gestire situazioni complesse. Inoltre, la possibilità di studiare all’estero, di partecipare a eventi e a conferenze e di beneficiare di una rete di contatti arricchisce molto l’esperienza universitaria. Si tratta, nei fatti, di un’opportunità di crescita in primo luogo personale.

In questo percorso di crescita quanto pesa la relazione docente-studente?

Molto. Nel contesto urbinate si sviluppa una relazione unica e significativa tra docenti e studenti: una relazione caratterizzata dal contatto diretto. Tra i vicoli pittoreschi di Urbino e nelle aule dell’Università gli studenti non sono un contorno, non sono solo matricole: sono persone che oltre alle lezioni e alle attività accademiche partecipano a eventi culturali, incontri informali e dibattiti portando, là dove possibile, le proprie idee. Questa integrazione, questa sinergia crea un ambiente unico in cui l’istruzione formale e l’esperienza quotidiana si fondono in modo davvero stimolante.

 

I docenti diventano mentori e guide preziose per noi studenti, e la qualità di questo rapporto diretto e costruttivo si riflette positivamente sul nostro apprendimento. Con la sua dimensione umana, l’Università di Urbino, crea quindi un terreno fertile per la costruzione di relazioni durature tra docenti e studenti che vanno al di là del semplice trasferimento di conoscenze.

Agli studenti che si stanno iscrivendo alla triennale che hai frequentato quali suggerimenti daresti?

A loro direi: mettete al centro della vostra esperienza universitaria la partecipazione attiva alle lezioni. Le aule sono luoghi di scoperta e scambio, quindi impegnatevi a prendere appunti, a fare domande e a contribuire alle discussioni. L’interazione con i compagni di corso e con i docenti può ampliare notevolmente il nostro orizzonte di conoscenza. Non abbiate timore di chiedere chiarimenti o di esporre le vostre idee: i docenti sono qui per guidarci.

 

Sfruttate al massimo la loro disponibilità anche fuori dall’orario di lezione per discutere argomenti che vi interessano particolarmente. E sfruttate anche tutte le risorse a vostra disposizione: le attività extracurriculari possono offrire opportunità di mettere in pratica ciò che avete imparato, mentre i programmi di mobilità internazionale come l’Erasmus vi daranno l’opportunità di vivere un’esperienza personale e culturale unica.

 

Ricordate che siete parte di una comunità, impegnatevi quindi nella rappresentanza studentesca, partecipate a seminari integrativi e incontri sociali. Queste opportunità vi consentiranno di sviluppare competenze di leadership, di ampliare la vostra rete di contatti e di arricchire il vostro percorso complessivo. L’Università è il momento ideale per esplorare nuovi interessi e sviluppare abilità inaspettate. Non abbiate paura, quindi, di uscire dalla vostra zona di comfort e di affrontare sfide nuove ed entusiasmanti.

 

 

 

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