La voce di Carlo Bo trascorre nell’ovunque in cui viene letta o ascoltata, ma più di tutto esiste, anche per essere vista, in due luoghi d’incanto: Sestri Levante, città d’origine del Magnifico, e Urbino, sua città d’elezione. Nella residenza municipale di Sestri Levante due itinerari per immagini suscitano e danno corpo alla mostra congiunta dedicata a Carlo Bo: La memoria vive a Sestri Levante, sezione curata da Roberto Montanari e Natalino Dazzi per il Comune ligure con la collaborazione della famiglia Bo, e Carlo Bo, Il Palazzo ducale. Parole e immagini nelle stanze, sezione ideata e curata da Tiziana Mattioli per la Fondazione Carlo e Marise Bo dell’Università di Urbino.
L’esposizione, inaugurata venerdì 10 settembre e aperta ai visitatori fino al 3 ottobre 2021, riannoda il fil rouge di storie e suggestioni che legano Sestri e la famiglia Bo a Urbino.

 

 

“Qualche giorno fa – ha spiegato il Rettore Giorgio Calcagnini nel suo saluto alla città ligure – ho ritrovato alcune pagine del 1991 in cui Bo, rispondendo agli amici senatori che lo festeggiavano per i suoi ottant’anni, scriveva:

Sono arrivato [a Urbino] nel ‘38 e poi sono diventato Rettore nel ‘47. […] E qui il letterato puro, quello che aveva scritto la letteratura come vita, ha avuto un confronto con la vita vera. Ha cambiato natura, ha cambiato pelle come i personaggi delle poesie di Esenin, e sono diventato – ma forse anche qui risalendo ad origine ligure – un amministratore.

Un amministratore. Una dichiarazione di grande modestia che ben racconta il suo modo di essere uomo tra gli uomini e mi permette di dire che, in verità, non solo Carlo Bo ha scritto la storia della letteratura italiana, ma ha anche immaginato e poi incarnato l’identità rettorale come ruolo radicalmente culturale.
Quindi, raccoglierne l’eredità significa non semplicemente amministrare, ma immaginare un mondo di idee, di relazioni, di rapporti. Come il rapporto stringente che oggi si inaugura con l’amministrazione di Sestri Levante e si rafforza con la famiglia Bo, non solo per condividere il progetto attuale ma per immaginare nuovi percorsi comuni”.

 

 

Un intento che ha trovato continuità nei contributi di Maria Elisa Bixio, Assessora alla Cultura del Comune di Sestri Levante, di Maria Dentone, Conservatrice dei musei della città levantina, e della Sindaca Valentina Ghio.
“L’idea della mostra – ha detto la prima cittadina di Sestri Levante, è nata per ricordare, nell’anno della ricorrenza della nascita e della morte, Carlo Bo, una personalità che ha lasciato un segno indelebile anche nella sua città, nella sua “piccola patria” come amava chiamare Sestri Levante. Da tempo pensavamo di sviluppare un rapporto con Urbino, città in cui Bo ha costruito tutta la sua vita, e la mostra Carlo Bo, Il Palazzo Ducale. Parole e immagini nelle stanze, promossa dalla Fondazione Carlo e Marise Bo, ce ne ha dato l’occasione.

L’Università è stata subito pronta e disponibile a sviluppare questa collaborazione e abbiamo avviato il progetto di portare a Sestri le immagini dei luoghi urbinati più frequentati da Bo, nell’interpretazione del fotografo Paolo Semprucci, e di presentare insieme anche le immagini dei suoi percorsi a Sestri Levante. Immagini che non mancano di ritrarre la famiglia e le persone che qui incontrava, tra cui anche importanti scrittori e umanisti con i quali proprio da Sestri ha avviato e sviluppato interessanti percorsi letterari. Proprio a partire da questo evento – che credo restituisca una dimensione veramente completa di Carlo Bo e riesca a trasmetterne la conoscenza anche ai più giovani – daremo nuovo impulso alle politiche culturali cittadine, attraverso progetti di respiro sempre più ampio che svilupperemo con l’Università di Urbino e la Fondazione Carlo e Marise Bo”.

 

 

Intensità e partecipazione estrema accompagnano il visitatore lungo l’itinerario che lega i due allestimenti speculari. E la percussione emotiva si espande quando le didascalie svelano i nomi segreti dei volti illuminati ancora di giovinezza, negli scatti della memoria sestrese: la madre Ada Sanguineti, il padre Angelo Bo, gli amici Salvatore Quasimodo, Leonardo Sinisgalli, Giovanni Descalzo…
Ma è al disegno generale che punta lo sguardo e il cuore di chi guarda, alla sequenza ininterrotta di fotogrammi in cui le suggestioni visive si destrutturano e si ricompongono a sollecitare evocazioni fascinosissime della voce letteraria di Carlo Bo, così profondamente radicata, nelle sue prime e ultime ragioni liriche, tra la città dei due mari e quella di Federico da Montefeltro.

 

 

“Non è solo o soltanto un fatto politico – ha concluso Tiziana Mattioli – il trasferimento della mostra urbinate a Sestri Levante. È la visibile convergenza tra città d’origine e città d’elezione, tra memoria storica e memoria familiare: due punti capitali che la linea della vita, e della interpretazione del reale, l’esistenza di Bo ha attraversato, stabilendo un dialogo, un gioco di relazioni e di reciproci equilibri che merita d’essere ancora e più profondamente studiato. Perché le due città, Urbino e Sestri, sono essenziali alla geografia interiore di Bo – essenziali alla sua anima – e ne hanno determinato la storia ben oltre le altre pur importanti situazioni di vita. Per noi, dunque, questo appuntamento, attorno al quale si è stretta anche la famiglia Bo con partecipazione e vicinanza, inaugura modalità di incontro e di studio che con Valentina Ghio ed Elisa Bixio, ospiti affettuosissime e generose, abbiamo immaginato per sicure, importanti, originali e nuove, possibili occasioni”.

 

La famiglia Bo con la Professoressa Tiziana Mattioli, il Rettore Giorgio Calcagnini, la Sindaca Valentina Ghio, l’Assessora alla Cultura Maria Elisa Bixio.

Immagini: Donatello Trisolino.

 

 

 

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