A leggere Zagajewski succede il prodigio che di solito accade quando si ha a che fare con tutto quanto valga la pena definire “letteratura”. Banalmente, che si tratti di prosa o di versi, correndo con gli occhi tra le righe si inciampa in certe fortunatissime domande che sono grosso modo sempre le stesse.
Da dove arriva l’incanto che azzera gli spigoli delle idee di cui dà conto, come si compone la melodia esatta delle parole che inanella, perché sbiadisce la necessità di attribuire un senso complessivo alle cose impresse? E tanto basta a capire che quanto scorriamo sulla pagina è tutto ciò che abbiamo da dichiarare di noi stessi.
Concediamoci, allora, il privilegio di incontrare il poeta sabato 25 giugno alle 17. Nella Sala Convegni Serra d’Inverno del Palazzo Ducale di Urbino, il Rettore Vilberto Stocchi conferirà il Sigillo di Ateneo ad Adam Zagajewski.
“Adam Zagajewski – commenta il Professor Roberto Danese promotore, tra gli altri, dell’iniziativa e membro del Centro Teatrale Universitario Cesare Questa (CTU) – è uno dei più grandi poeti e, forse, il più grande letterato polacco vivente. Viene da una tradizione poetica di lunga data, ha ricevuto premi internazionali, insegna letteratura slava all’Università di Chicago, i suoi libri sono tradotti anche in Italia dalla casa editrice Adelphi, ed è stato candidato al premio Nobel, che sicuramente meriterebbe. È, quindi, una personalità di grandissimo rilievo culturale alla quale l’Università di Urbino non può che dedicare questo importante riconoscimento perché ad Urbino la poesia è di casa. Non dimentichiamo che il nostro Ateneo porta il nome di Carlo Bo, uno dei più grandi studiosi di poesia contemporanea.
Aggiungo che Zagajewski, con grande disponibilità e amicizia, ci ha concesso alcune poesie inedite che reciteremo insieme nel corso dell’evento, con la collaborazione del Centro Teatrale Universitario Cesare Questa che sta nascendo in questi giorni. Il prossimo sabato ci sarà, quindi, non solo una cerimonia ufficiale, ma un incontro e una performance che consentiranno di dialogare con un grandissimo poeta e anche di ascoltare dal vivo i suoi versi”.
Nel tempo che precederà la cerimonia, Daniele Piccini dell’Università per Stranieri di Perugia e Salvatore Ritrovato dell’Università di Urbino converseranno, infatti, con il poeta e, subito dopo, un reading di poesie inedite a cura del nascente CTU Cesare Questa, in collaborazione con La Resistenza della Poesia, animerà l’evento della Carlo Bo.
“Lo stemma dell’Università di Urbino vede al suo centro Maria, la madre di Dio, il cui stile iconografico ricorda molto da vicino Nostra Signora di Guadalupe”. A registrare l’informazione è Alberto Fraccacreta, Presidente dell’Associazione culturale La Resistenza della Poesia che così prosegue: “Un segno di quella trascendenza così vivacemente delineata nell’opera di Adam Zagajewski, poeta sempre attento alla scoperta del mistero e dell’incanto. In effetti il suo arrivo a Urbino ha in sé qualcosa di miracoloso. Ed è anche un auspicio che lega la consegna del Sigillo di Ateneo alla sua poetica e alla nostra piccola realtà, La Resistenza della Poesia, che lo ha fortemente voluto qui”.
Concorda Michele Pagliaroni, Direttore artistico del Centro Teatrale Universitario Cesare Questa, definendo l’iniziativa “Un evento prestigioso, di grande rilievo culturale e sociale, che segna l’inizio della collaborazione tra il CTU e le istituzioni amministrative della città”.
Un profilo del nostro celebre ospite lo restituisce il Professor Salvatore Ritrovato. “La figura di poeta che Adam Zagajewski, nato a Leopoli nel 1945, incarna è quella di un uomo che ha conosciuto, visto e attraversato la seconda metà del Novecento cogliendone le questioni fondamentali (dai conflitti politici che hanno dilaniato l’Europa, ai dilemmi morali, che hanno agitato le coscienze) e proponendo con i suoi versi un modo nuovo e più intenso di vivere il presente, e quindi di guardare al futuro.
Vissuto in Polonia fino agli anni Sessanta, prima di trasferirsi a Parigi all’indomani di Solidarnosc, e quindi a Chicago, dove è docente, Adam Zagajewski, come tanti autori cresciuti in un sistema totalitario, ci insegna a inseguire e a realizzare un ideale di libertà intellettuale: libertà dagli automatismi della retorica politica, dalle sue menzogne di stato, dalle ipocrisie del potere, verso la conquista di uno spazio di verità che proprio la creazione poetica, sganciata da leggi e logiche di mercato, nonché dall’illusione delle magnifiche sorti e progressive, può aprirci.
La poesia, secondo Zagajewski, è come un gesto che si colloca fra terra e cielo: una sorta di dialogo permanente tra due sfere complementari del nostro essere-qui-ora, con cui noi possiamo riallacciare il transeunte al metafisico, e innestare nel quotidiano la riflessione sull’ignoto, sull’infinito”.
Ecco, appunto, “letteratura”.