Un corso, due lauree! La triennale in Sociologia e Servizio Sociale prevede, infatti, un perimetro formativo multidisciplinare comune che si dirama in due percorsi di studio a scelta: Sociologia e Servizio Sociale. Due diversi itinerari didattici che si distinguono per livello di professionalizzazione e attenzione alla crescita personale dell’allievo. Ce ne parlano Angela Genova, docente di Sociologia Generale, e le studentesse Uniurb Jessica Polano e Serena Barile.

Ricordiamo ai lettori interessati che il corso di laurea prevede anche attività didattiche integrative online, erogate attraverso la piattaforma Moodle E-learning, dedicate agli allievi che si trovano nell’impossibilità di seguire le lezioni in presenza.

 

La Professoressa Angela Genova

Professoressa Genova, oggi raccontiamo una triennale che si compone di due anime. Apriamo la nostra conversazione “rispiegando” i tratti caratteristici del percorso in Servizio Sociale?

Per il corso in Servizio Sociale uno degli elementi più importanti è la professionalizzazione. Dopo tre anni di corso, i nostri studenti e le nostre studentesse entrano nel mondo del lavoro con un profilo professionale chiaro: quello dell’assistente sociale. Abbiamo una grande attenzione alla formazione sia dal punto di vista teorico che pratico.

 

Il nostro corso ha, infatti, una consolidata esperienza formativa nell’area socio-antropologica. Mentre, per quanto riguarda l’aspetto pratico, il corso ha una consolidata collaborazione e un dialogo costante con gli Ordini degli Assistenti Sociali della Regione Marche e dell’Emilia Romagna.

 

Gli insegnamenti di base professionalizzanti sono tenuti proprio da assistenti sociali che lavorano nel territorio circostante. Ma la formazione di tipo pratico è garantita anche dall’attenzione alla qualità del percorso di tirocinio, realizzato con la supervisione di assistenti sociali che accompagnano gli studenti e le studentesse nella definizione del progetto formativo di tirocinio e in un’attività di rielaborazione del tirocinio stesso.

 

Il dialogo, quindi, tra esperienze teoriche e pratiche dà la possibilità ai nostri allievi di acquisire conoscenze e competenze che permettono loro di affrontare, dopo la laurea, l’esame di stato e quindi di entrare nel mondo del lavoro come assistenti sociali, in una fase storica particolarmente favorevole a questa figura professionale, grazie a una serie di aggiornamenti regolativi nell’ambito delle politiche sociali che ne rendono essenziale la presenza nei servizi.

L’altro titolo di laurea che questo corso interclasse offre è quello in Sociologia.

Esatto. Il corso in Sociologia è uno dei primi istituiti in Italia. Urbino ha, infatti, una lunga tradizione nell’ambito degli studi sociologici, fortemente ancorati a una formazione multidisciplinare, che presta grande attenzione alle prospettive antropologiche e politologiche. Il corso è articolato in insegnamenti di tipo giuridico, economico, psicologico ecc. che rappresentano la base sulla quale poi, nel secondo e nel terzo anno, si sviluppano le sociologie applicate e quindi specifiche di diverse aree tematiche come, per esempio, la Sociologia del territorio, quella economica, la sociologia attenta alla dimensione del genere, delle famiglie della devianza ecc..

 

Anche questo percorso consente alle studentesse e agli studenti di fare formazione teorica e formazione pratica, grazie alla possibilità di affiancare i docenti nella loro attività di ricerca su temi indagati da una prospettiva sociologica. La stessa opportunità è garantita agli allievi del corso in Servizio Sociale. Ad esempio, da più di un decennio, il dialogo costante tra Università e territorio oltre a coinvolgere gli Ordini professionali degli Assistenti Sociali, attraverso la convenzione Welfare nelle Marche Provincia di Pesaro e Urbino, consente al nostro Dipartimento di svolgere attività di ricerca anche con i principali attori che si occupano del welfare territoriale, vale a dire: gli ambiti territoriali sociali, ma anche il sindacato, il mondo della cooperazione e quello del terzo settore.

 

È chiaro che questa collaborazione, così come le tante altre attivate, offre ai docenti dei nostri due corsi e agli studenti che partecipano alle loro attività di ricerca un punto del tutto privilegiato di analisi, di studio e di esperienza sul campo.

Anche il dialogo tra docenti e allievi del corso sembra essere aperto e costante.

La relazione fra docenti e studenti credo sia uno degli elementi principali che caratterizzano l’esperienza di studio all’interno del nostro corso e anche dell’Università di Urbino, nel suo complesso. E sull’argomento intervengo non solo nel ruolo di docente, ma anche come chi ha avuto la fortuna e la possibilità di formarsi in questo Ateneo e vivere un’esperienza unica di autonomia in un contesto particolare. Uniurb è, infatti, un campus all’interno di una città rinascimentale, e questa dimensione raccolta fa sì che per lo studente sia estremamente facile avvicinare un docente e avere la possibilità di interagire con lui o con lei in merito ai temi delle lezioni.

 

In effetti, la presenza e la disponibilità dei docenti gioca un ruolo molto importante nel processo di accompagnamento dei giovani, ma soprattutto – direi – nella possibilità di creare uno spazio di confronto con loro anche in funzione delle opportunità lavorative successive. Grazie all’esperienza di ricerca che svolgiamo e alle reti nazionali, europee e internazionali in cui siamo inseriti, noi docenti ci mettiamo a disposizione degli studenti e delle studentesse, per accompagnarli nel loro percorso formativo e di crescita verso l’età e il mondo degli adulti.

Jessica Polano

Jessica, qual è l’aspetto di maggiore forza del corso in Servizio Sociale?

I punti di forza del corso sono innumerevoli: dalla didattica interattiva alla scelta dei programmi delle materie molto attuali e coerenti con l’indirizzo del corso generale. Comunque, se dovessi sceglierne uno, sceglierei la possibilità che viene data dall’Università di svolgere il tirocinio professionalizzante presso gli enti locali convenzionati. Con mia gran fortuna ho potuto svolgere il tirocinio, sia della laurea triennale in Sociologia e Servizio Sociale sia della laurea magistrale in Gestione delle politiche dei servizi sociali e multiculturalità, proprio presso un servizio pubblico locale.

 

Si è trattata di un’esperienza meravigliosa, di doppia crescita in quanto da un lato ho avuto la possibilità di esercitarmi nella professione, supervisionata da un professionista qualificato, e dall’altra ho avuto l’opportunità di conoscere le specificità del servizio nel territorio marchigiano. Insomma, ho avuto l’occasione di conoscere un contesto professionale e regionale diverso rispetto a quello di mia provenienza, ed è stata sicuramente un’esperienza che rifarei e consiglierei!

E del rapporto con i docenti cosa puoi raccontare?

Devo dire che i rapporti con i professori sono stati molto buoni, anzi, ottimi direi. Durante il mio percorso formativo universitario ho trovato un corpo docente qualificato, attento e aperto. Il contesto accademico urbinate è davvero un contesto dove la bellezza è ancora intatta, ma anche dove è tutt’ora possibile mantenere vivo il contatto umano, e questa opportunità è testimoniata non solo dalle molte occasioni di socializzazione offerte, ma anche dalla disponibilità e dall’apertura al dialogo dei docenti che non mancano mai di appagare curiosità, fornire consigli utili e suggerimenti vari, oltre che di coinvolgere gli allievi nelle varie iniziative.

 

Questo per me è un segnale importantissimo perché dimostra che l’Università sa essere un luogo accogliente nel quale tutti possono avere un ruolo attivo e sono chiamati ad avere una parte. Onestamente penso che l’Ateneo Carlo Bo sia un luogo dall’inestimabile valore nel quale il sapere o, meglio, i saperi si incontrano con la bellezza e la misura, una misura che ancora è “da essere umano”. Secondo me, l’istituzione universitaria urbinate è la riprova che è ancora possibile in piccoli luoghi fare grandi cose ed essere “vicini” ai propri studenti e, dunque, al futuro.

Serena Barile

Serena, la scelta del percorso in Sociologia è stata quella giusta?

Di sicuro. Mai come adesso, che sono al terzo anno, posso dire di aver fatto bene a scegliere questo corso di laurea perché mi ha cambiata caratterialmente. Mi ha formato attraverso un percorso che prevede lo studio di molte materie diverse tra loro che hanno tutte un comune denominatore: quello di spiegare come funziona la società contemporanea e come funzionano le relazioni in queste nuove realtà sociali. E mi ha aiutato nel mio cammino di vita perché mi ha insegnato a riflettere, a costruire un punto di vista sulle cose che osservo e leggo attraverso i media per capire anche come bisogna muoversi nella quotidianità.

 

Oggi, ad esempio, riesco ad ascoltare gli altri e a interagire in modo diverso con le persone rispetto a come facevo prima di arrivare a Urbino. Tutto quello che ho imparato attraverso le lezioni tradizionali, i seminari, i laboratori che ho seguito – anche online durante la pandemia – attraverso il tirocinio che svolgo in questo periodo seguendo attività che mi permettono di capire come funziona la ricerca scientifica, tutto questo mi ha fatto crescere tanto.

Immagino che anche i professori abbiano contribuito al tuo percorso di crescita.

Assolutamente sì. I professori del mio corso di laurea sono prima di tutto persone. Persone che sanno metterci a nostro agio, che non fanno sentire la distanza tra il loro sapere, ovviamente superiore, già formato, e il nostro in formazione. Un atteggiamento che di sicuro riesce a darci fiducia e ad avvicinare noi studenti a temi e concetti anche difficili.

 

Io, ad esempio, nonostante la mia grande timidezza se a lezione non capisco qualcosa non mi sento giudicata, ma compresa e aiutata. Sempre. All’esame, anche se l’ansia mi divora, guardo il professore che magari sorride per togliere la tensione e mi sento tranquilla. Anche grazie al loro esempio, quindi, ho imparato a interagire con gli altri, a non chiudermi nel mio angolino e ad aiutare chi ha bisogno. Certamente posso dire che Urbino e alcuni professori mi hanno aiutato a conoscere il bello della vita.

 

*In copertina le studentesse che raccontano il corso di laurea: da sx Serena Barile e Jessica Polano.

 

 

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