Per Uniurb la solidarietà è un atto morale concreto. In partnership con il Comune di Urbino, l’ERDIS Marche – l’ente regionale per il diritto allo studio – l’Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado e la Caritas, il nostro Ateneo ha istituito 17 borse di studio a sostegno delle studentesse e degli studenti ucraini e 4 contratti riservati ai Visiting Professor.
Ne parliamo con la Professoressa Antonella Negri, Prorettore allo Sviluppo di Partenariati Strategici Nazionali e Internazionali.

 

 

La Professoressa Antonella Negri

Professoressa Negri, Uniurb accoglierà a breve studenti e docenti ucraini. Un intervento che concretamente supporta la comunità scientifica di un Paese in guerra.

Con questa azione l’Ateneo risponde a un’istanza della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Quella di intendere l’internazionalizzazione non soltanto come politica nel suo côté professionalizzante, ma anche in quello di formazione civica dell’individuo. L’Università diventa, quindi, un luogo in cui l’inclusività e la solidarietà rappresentano valori utili a costruire un profilo organicamente complesso dello studente. In questa prospettiva, l’Ateneo di Urbino ha raccolto l’invito della CRUI ad avviare azioni concrete a supporto di docenti e studenti coinvolti nel conflitto in Ucraina.

Qual è stato il passo successivo?

Il passo successivo è stato quello di verificare se nella Regione Marche ci fossero partenariati attenti a questo tipo di iniziativa. Dopodiché, con grande determinazione rispetto ad altre realtà del contesto territoriale, il nostro Ateneo ha avviato una stretta collaborazione con il Comune di Urbino, l’ERDIS, l’Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado e la Caritas per organizzare l’accoglienza di 17 studenti e di 4 Visiting Professor ucraini.

Sul sito di Ateneo è online il bando che attribuirà le 17 borse di studio.

Esatto. Sul portale di Ateneo è stato di recente pubblicato il bando relativo all’assegnazione delle 17 borse di studio. Ciascuna borsa consiste in un contributo di 1.800,00 euro e prevede, in aggiunta, l’esonero totale dal pagamento delle tasse universitarie per le singole attività formative, l’iscrizione gratuita a un corso di italiano per stranieri che sarà erogato dal CLA, il Centro Linguistico di Ateneo, il vitto e l’alloggio in strutture convenzionate con la nostra Università. In particolare, risulta molto apprezzabile lo sforzo dell’Arcidiocesi che ospiterà 5 studentesse offrendo loro vitto e alloggio.

 

Il Comune di Urbino metterà a disposizione dei giovani ucraini che arriveranno in città un tutor che si occuperà delle attività di prima accoglienza, dalle pratiche relative al visto fino alle vaccinazioni.
Anche per i Visiting Professor è in corso una selezione con l’intenzione di fornire a questi docenti la tutela dei diritti accademici compromessi dalla guerra.
Nel suo complesso, il progetto è affidato alla cura dei Delegati del Rettore, i Professori: Walter Balduini, Germana Giombini e Alberto Renzulli.

La tutela dei diritti e delle libertà fondamentali degli studiosi che operano in Paesi a rischio è una responsabilità che Uniurb ha accolto con determinazione, anche aderendo al network universitario internazionale Scholars at Risk.

Certamente. Il mandato del Rettore Giorgio Calcagnini, di fatto, si sta caratterizzando anche per un’adesione convinta a politiche di protezione e di difesa dei rifugiati. Tant’è che l’Ateneo a febbraio 2021 ha aderito alla rete internazionale Scholars at Risk con l’obiettivo di sostenere l’inviolabilità della libertà di insegnare e di fare ricerca, e di garantire a docenti e ricercatori l’incolumità oltre che l’opportunità di proseguire la propria attività scientifica e didattica.

Lo scorso anno il nostro Ateneo ha portato un contributo anche in favore degli studenti afgani, è esatto?

Sì. In risposta all’appello lanciato dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, a settembre 2021 il nostro Ateneo – ancora una volta in collaborazione con l’Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado – ha disposto l’applicazione dei princìpi di sostegno ai profughi dell’area afgana, finanziando due borse di studio per studenti che saranno accolti a Urbino, per la prima volta nel loro status di rifugiati, con l’iscrizione ai corsi della nostra Università.

Il prossimo 12 aprile parteciperà al seminario, organizzato dall’Università di Urbino, La guerra in diretta: media e opinione pubblica nel conflitto Russia-Ucraina.

Sì, sarò presente a questo seminario sulla guerra in Ucraina che vedrà la partecipazione del Rettore Giorgio Calcagnini, di Ilvo Diamanti, Giovanni Boccia Artieri, Edoardo Crisafulli, Addetto culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Kiev, e Andrea Fagnoni, Chief Client Officer IPSOS.

Le crisi umanitarie nel mondo e, in particolare, il conflitto in Ucraina pensa stiano influenzando i processi di internazionalizzazione del sistema universitario italiano?

Forse, attraverso questa drammatica esperienza il sistema universitario italiano sta recuperando parte della sua antica vocazione anche nei processi di internazionalizzazione, che conservano sì lo scopo di esportare managerialità e far crescere il territorio di riferimento sul piano economico, ma che sembrano fondarsi sempre più su una vera idea inclusiva della società. Intendo dire che oggi possiamo pensare all’Università certamente come a un’Istituzione formativa professionalizzante, inquadrandola però nel suo più autentico ruolo di educazione alla cittadinanza europea.

 

Probabilmente, da questo momento in poi per l’intero sistema accademico del Paese l’intenzione di formare studenti che non siano più solo cittadini italiani, ma cittadini europei capaci di farsi portavoce dei valori di democrazia, solidarietà e inclusività, sui quali l’Europa si fonda, non sarà più soltanto una scelta possibile, ma un’inderogabile necessità.

 

 

 

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