Il Premio Marketing per l’Università è ormai un appuntamento imprescindibile per le studentesse e gli studenti di Uniurb, che partecipano alla competizione e danno prova di poter conquistare le posizioni più ambite della classifica SIM. Quest’anno, a farsi strada tra i 605 progetti in gara e a guadagnare il 20° posto della graduatoria di merito è stata la soluzione al caso Unionplast presentata da tre studentesse del corso di laurea magistrale in Marketing e Comunicazione per le Aziende: Susanna Ferri, Bianca Maria Malogioglio e Arianna Marcolini!

A loro si indirizza il commento del Professor Fabio Musso, Coordinatore del corso di laurea magistrale in Marketing e Comunicazione per le Aziende nonché Prorettore alla Terza Missione e al Public Engagement. “L’ottimo risultato raggiunto quest’anno dal gruppo di studentesse del nostro corso di laurea magistrale – ha detto il Prorettore – rappresenta un elemento di grande soddisfazione per me e per i colleghi, e contribuisce a rafforzare la nostra volontà di investire in progetti che offrano agli studenti l’opportunità di misurarsi con le imprese. Più in generale, l’Ateneo sta intensificando le relazioni e le iniziative con il mondo produttivo, ampliando gli strumenti di scambio e di formazione per i giovani. Il concorso, che spesso mette in palio periodi di stage presso le aziende oggetto di studio, rappresenta sicuramente uno strumento di didattica interattiva e di formazione molto efficace, con finalità anche di placement”.

Promosso dalla Philip Morris nel 1988 con l’intento di avviare presso la platea studentesca delle Università italiane lo studio e la discussione di casi aziendali come metodo didattico innovativo, nel 2006 il Premio Marketing è stato rinnovato e rilanciato dalla Società Italiana Marketing attraverso la partecipazione di top brand nazionali aperti al sempre più necessario dialogo con il mondo accademico del Paese.

“Nell’ambito delle numerose attività della SIM – ha sottolineato, infatti, la Professoressa Elisabetta Savelli, Referente di sede per la Società Italiana Marketing – il Premio rappresenta una delle iniziative di maggior successo a cui l’Associazione dedica sempre forte attenzione, tanto che quest’anno, giungendo alla 33° edizione, è il concorso nazionale più longevo dedicato agli studenti universitari”.
Longevo e gettonatissimo, difatti a scalare la classifica SIM 2021 sono stati anche gli studenti e le studentesse della Scuola di Scienze della Comunicazione di Uniurb. Eccoli!

55 ° posto ― Claudio Angarano, Luca Travaglia, Gabriele D’Ascanio;
55 ° posto ― Martina Brigida, Benedetta Maffei, Mattia Tabanelli;
75 ° posto ― Valerio Parissi, Raffaele Carnevali, Pasquale Vitobello;
81 ° posto ― Luigi Giancristofaro, Laura Giorgetti, Vanessa Vo Thanh;
89 ° posto ― Matteo Bianchi, Ilaria Piani, Lorenzo Reina;
89 ° posto ― Sofia Tansini, Gianluca Cignotti;
103 ° posto ― Martina Piccari, Eleonora Semprini, Sofia Caselli.

Le ragioni di questa larga adesione all’iniziativa si rintracciano nella riflessione della Professoressa Emanuela Conti, docente di Comunicazione Aziendale e Internet Marketing e Coordinatrice delle squadre per la Scuola di Economia e la Scuola di Scienze della Comunicazione.
“Il concorso della SIM – ha spiegato la Professoressa Conti – è un’esperienza formativa stimolante che consente non solo di applicare le conoscenze apprese per formulare proposte concrete per le imprese, ma anche di migliorare le proprie capacità relazionali e di lavorare in team”.

Quale caso aziendale, i giovani del nostro Ateneo studieranno nell’anno che verrà? A dirlo è Ignazio Santangelo, tutor di Ateneo del Premio Marketing, che invita gli studenti “a partecipare alla nuova sfida 2022 targata Ferrarelle, sempre finalizzata ad accrescere l’impegno del brand verso la sostenibilità”.

Intanto, facciamo un passo indietro e torniamo al team di studentesse del corso di laurea in Marketing e Comunicazione per le Aziende che ha ottenuto nel 2021 il miglior posizionamento.
Con il progetto Play with plastic, it’s fantastic! Susanna Ferri, Bianca Maria Malogioglio e Arianna Marcolini hanno sviluppato un piano marketing con l’obiettivo di valorizzare il packaging di un prodotto per la cura del bambino e di sensibilizzare il consumatore finale ad un uso più sostenibile e al corretto smaltimento e riciclo dello stesso.
Ecco cosa ci hanno raccontato…

 

Susanna, secondo quali direzioni si è svolta la fase di analisi del piano marketing?

Il punto di inizio della nostra analisi è stata la plastica, intesa come materiale, che compone il packaging. Lo stesso, oltre a proteggere il prodotto che porta al suo interno, ha il compito di informare il consumatore sulle caratteristiche dell’oggetto contenuto. Svolte queste funzioni, solitamente, la confezione viene dismessa. Il progetto, invece, ha suggerito una nuova gestione del fine vita dei packaging in plastica dei prodotti della grande distribuzione organizzata, e la ricerca di usi alternativi da attribuire agli stessi involucri.

 

Per cui, in seguito ad un brainstorming, è nata l’idea di ridisegnare il packaging dei pannolini Trudi Baby Care, in modo da allungare il ciclo di vita della confezione e rendere il consumatore più consapevole della dismissione della plastica. La forza del brand, leader del settore, e il suo orientamento alla sostenibilità sono stati i driver della nostra scelta. Una scelta che deriva anche dallo studio dei competitors, e dalla constatazione che nessuna delle aziende concorrenti presenti sul mercato si preoccupi di dare una seconda vita al prodotto analizzato.

 

Abbiamo poi svolto una ricerca sul mercato dei pannolini e sulle esigenze della domanda. Da qui è emersa una forte sensibilità verso la sostenibilità e il riuso dei materiali impiegati nei packaging di prodotti per la cura del bambino, che ci ha spinto a ideare una confezione in grado di adempiere al suo scopo primario, ma che si potesse adattare a nuovi usi e trasformazioni, allungando il proprio ciclo di vita.

 

In seguito, abbiamo definito i target group a cui rivolgere la nuova proposta di packaging: Mum to be (donne incinte), First step (mamme con bambini da zero a tre anni) e Proud mama (mamme più sicure con bambini più grandi), ai quali si è aggiunta tutta la community che gravita intorno alla mamma.

Arianna, che tipo di proposta operativa avete definito in riferimento al packaging?

La nostra proposta operativa ha l’obiettivo di proporre usi alternativi del packaging dei pannolini. Abbiamo sostituito la classica confezione in plastica morbida con una scatola rigida dal design accattivante, sempre realizzata in plastica. Dopodiché, abbiamo prodotto dei rendering colorati, basati sulle grafiche del brand, per dare forma alle nostre idee. La scatola può avere la funzione di contenitore di oggetti del bambino e, allo stesso tempo, trasformarsi in diversi giocattoli divertenti in linea con il design “Trudi”.

 

Inoltre, l’utilizzo del packaging è stato associato al concorso a premi che abbiamo ideato per l’ultima parte del progetto. Collezionando i codici contenuti nelle confezioni, i consumatori possono richiedere una serie di kit formati da componenti aggiuntive che danno alla scatola nuove “forme” e funzioni d’uso.

 

I kit che abbiamo ideato e che il consumatore può selezionare, sulla base del numero dei codici collezionati, sono tre. Il “kit carillon”, composto da un supporto su cui applicare le formine estraibili presenti sulla scatola, che consente di costruire una giostrina per la culla facendo aderire le formine al supporto. Ancora, il “kit lampadina”, composto da una lampadina a forma di orsetto, che trasforma la scatola in un simpatico abat-jour per la stanza dei più piccoli. Infine, il “kit carrellino” composto da due supporti con ruote e un manico che trasformano la scatola in un pratico “carrellino primi passi” o in un contenitore per giochi.

Bianca, non resta che descrivere il piano di comunicazione e le azioni di collaborazione e co-marketing con gli intermediari commerciali!

La categoria di prodotto sulla quale abbiamo lavorato si colloca tra quelle di prima necessità nel mondo dell’infanzia, un ambito nel quale facilmente si rischia di cadere in banalità. 
L’intenzione era promuovere, certamente, il prodotto, ma la challenge era individuare la formula più idonea per veicolarne i valori alla base: cura, sostenibilità e centralità del rapporto madre-figlio.

 

Su questa base abbiamo perciò sviluppato una strategia di comunicazione che avesse come fulcro l’influencer marketing. Ci siamo occupate di selezionare le figure più idonee sulla base del target – senza farci troppo condizionare dal numero di followers, bensì valutando la copertura relativamente al pubblico di riferimento – e sulle linee guida della comunicazione, affinché ogni creator potesse inserire in maniera organica il brand/prodotto nei propri contenuti. Tutto questo con la volontà di non realizzare una promozione che potesse essere percepita come costruita ad hoc o forzata, ma autentica e ricca delle impressioni, dei pensieri e dei valori del talent, che racconta così la propria esperienza e, in seconda battuta, il prodotto.

 

La centralità del messaggio è, quindi, nel focus sul nuovo packaging riutilizzabile, promosso – attraverso l’attività delle influencer – mostrandone la “seconda vita” e sensibilizzando così il target finale: la nuova generazione di mamme. A questa attività si affiancano strategie di comunicazione più “classiche”, come il buono sconto sull’acquisto di un prodotto a scelta per ogni scatola riconsegnata e l’operazione a premi.
Per concludere, posso dire che il piano di comunicazione è stato, sicuramente, uno step sfidante!

 

 

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