Dal 26 al 30 luglio 2021 Uniurb sarà in cammino da Urbino a Gubbio: dalla città d’elezione alla città natale di Federico da Montefeltro. Urbino, Fermignano, Acqualagna, Cagli, Frontone, Serra Sant’Abbondio, Scheggia e Gubbio sono le tappe dell’itinerario che lancia il progetto promosso, nell’ambito del Prorettorato alla Sostenibilità e alla Valorizzazione delle Differenze, da un gruppo interdisciplinare di ricercatori e docenti dell’Ateneo di Urbino, in collaborazione con il Club Alpino Italiano – Sezione Montefeltro e Sezione Gubbio.
L’obiettivo? Presentare un’ipotesi di turismo sostenibile e “avviare un dialogo con gli attori delle aree interne della Provincia di Pesaro Urbino” per individuare insieme le linee concrete di una strategia integrata di sviluppo ambientale, sociale, economico e culturale che non prescinda dalla tutela del patrimonio naturale del territorio.

È possibile seguire Uniurb in cammino su Facebook e Instagram.

Ne parliamo con Elena Viganò, Prorettrice alla Sostenibilità e alla Valorizzazione delle Differenze; Mauro De Donatis, docente di Rilevamento Geologico Digitale; Filippo Martelli, docente di Fisica Sperimentale e membro del Consiglio Direttivo del Gruppo Regionale CAI delle Marche.

 

Professoressa Viganò, il progetto Uniurb in cammino si inserisce nell’ambito delle attività del Prorettorato alla Sostenibilità e alla Valorizzazione delle Differenze con quali obiettivi?

Sì, l’iniziativa rientra nell’ambito delle attività del Prorettorato alla Sostenibilità e alla Valorizzazione delle Differenze, con obiettivi di ricerca, didattici e anche di terza missione. Con questo progetto, infatti, l’Università di Urbino vuole raggiungere e ascoltare il territorio, presentando una proposta di turismo realmente sostenibile coerente con un modello di sviluppo basato sulla tutela dei luoghi e delle loro risorse naturali.

 

Per questo è necessario avviare un dialogo con gli attori delle aree interne della Provincia di Pesaro e Urbino. Così dal 26 al 30 luglio, con Uniurb in cammino, abbiamo previsto di realizzare, alla fine di ogni tappa, momenti di incontro ai quali ci auguriamo partecipino amministratori locali, imprese, cittadini, proprio perché il progetto possa “camminare” sulle gambe di tutti. Oltre a individuare il percorso, dovremo poi costruire insieme un modello organizzativo adeguato e, se possibile, replicabile.

Tentiamo una previsione. Quale sarà, secondo lei, l’impatto sociale, economico e culturale di questa iniziativa sul territorio?

Dare una prima risposta a questa domanda è un altro obiettivo del lavoro che svolgeremo nelle prossime settimane. E lo faremo adottando un approccio interdisciplinare, con un team di docenti e ricercatori, costituito, al momento, dai colleghi Nico Bazzoli, Mauro De Donatis, Elisa Lello, Giovanni Marin, Filippo Martelli. In particolare, stiamo mettendo a punto una serie di strumenti di rilevazione e rielaborazione delle informazioni che ci consentiranno di seguire questa sorta di “esperimento” valutando l’impatto del Cammino sul territorio e raccogliendo suggerimenti per migliorare la proposta. Allo stesso tempo, verificheremo l’efficacia di una diversa modalità di trasmissione e condivisione di conoscenze tra di noi e con chi si aggregherà a questo progetto.

 

In generale, credo che le attività di escursionismo rappresentino uno strumento potente di connessione tra le persone. Un’importante occasione per stimolare la partecipazione e sviluppare nuove progettualità nel nostro Ateneo, perché generare uno spirito di squadra, di accoglienza, penso sia indispensabile per diffondere i valori della sostenibilità in una comunità veramente coesa. Per questo ci auguriamo che sempre più persone, studenti e personale Uniurb, camminino con noi, aggiungendosi a chi ha già dato il proprio contributo, ad esempio, nel supporto logistico-organizzativo o dello svolgimento di tesi e ricerche sul nostro progetto, come già avvenuto nel Dipartimento di Economia, Società, Politica.

 

Un’altra occasione sarà il Climbing for Climate, che anche quest’anno organizzeremo insieme agli altri Atenei marchigiani per il prossimo 18 settembre. Si tratta di un’iniziativa che sensibilizza sui temi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, promossa dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile – della quale Uniurb fa parte – in collaborazione con il Club Alpino Italiano.

Professor De Donatis, raccontiamo ai lettori di Uniamo la genesi e le possibili evoluzioni del progetto?

Il progetto nasce durante il lockdown. Abitando in campagna, nei pressi della Gola del Furlo, percorrevo dei sentieri nel Comune di Cagli che riuscivano a portarmi in posti bellissimi. Ho cominciato, allora, a pensare di estendere il mio itinerario da Urbino fino a Gubbio per poter visitare, vedere e anche toccare con mano pezzi di storia geologica.

 

Sono un geologo per cui mi piace conoscere e raccontare la storia del posto che ho sotto i piedi.
Da lì ho condiviso l’idea con gli amici e consoci della Sezione Montefeltro CAI e con alcuni colleghi universitari. Il gruppo che si è costituito ha iniziato a elaborare e portare avanti questo progetto nel quale abbiamo coinvolto subito gli studenti, a partire da quelli della Laurea magistrale in Geologia Ambientale e Gestione del Territorio, che seguono il mio corso di Rilevamento Geologico Digitale.

 

Durante i primi incontri con gli operatori locali e, soprattutto, con gli enti pubblici è nata l’idea di estendere questo primo percorso ad altre località limitrofe. Direi, quindi, che da questa prima struttura dovrebbe nascere una rete di sentieri decisamente interessante dal punto di vista geologico, storico, umano, artistico e paesaggistico.
Come si può evincere nell’Atlante dei Cammini d’Italia del Ministero della Cultura, la Provincia di Pesaro e Urbino non ha cammini ufficiali come le province e le regioni limitrofe, per cui sarà entusiasmante tracciarli su questa mappa bianca.

Qual è il senso più profondo di questa esperienza. Il cammino a piedi è anche transizione sociale ed esistenziale?

Io credo che l’uomo nasca per camminare. Abbiamo una struttura fatta per camminare, le gambe ci permettono di viaggiare, ma con i tempi dell’uomo, che sono più lenti rispetto alle macchine che si è costruito e permettono di interiorizzare le esperienze, le difficoltà e i traguardi. Fare un passo dopo l’altro consente di ripensare a sé stessi e agli altri, perché la strada è luogo d’incontro in cui le storie degli altri diventano patrimonio personale.

 

Durante il cammino possiamo capire bene chi siamo perché abbiamo la possibilità di vedere da vicino i nostri limiti, ma anche il nostro potenziale di forza sconosciuto, la nostra capacità di superarli. Quando, ad esempio, pensiamo di non farcela e invece riusciamo ad arrivare in cima a una strada, vediamo aprirsi un nuovo orizzonte, un panorama diverso fuori e dentro di noi.

Professor Martelli, dal 26 al 30 luglio, l’impegno volontaristico del Club Alpino Italiano non risalirà cime, creste e ghiacciai ma attraverserà il cuore dell’Italia.

Il CAI è un organismo che, al contrario di quello che molti pensano, non si occupa solo di alpinismo ma anche e prevalentemente di escursionismo, che è l’esperienza più adatta a chi vuole imparare a conoscere, a tutelare l’ambiente montano – e non solo – e a camminare in sicurezza con persone più esperte.
L’iniziativa Uniurb in cammino è nata da una sinergia di idee tra Università e CAI, quindi abbiamo accettato volentieri di dare un supporto allo studio di fattibilità del Cammino da Urbino a Gubbio.
In questa prima fase, abbiamo quindi individuato un percorso di massima, lungo il quale realizzare un’iniziativa che presenti il progetto dell’Università al territorio.

 

È importante la presenza del Club Alpino Italiano nel quadro complessivo del piano di lavoro perché è proprio il CAI ad occuparsi della segnaletica dei sentieri, individuando il livello di sicurezza e lo stato di manutenzione dei percorsi cartografati. Inoltre, come associazione che si occupa della tutela dell’ambiente, ha a cuore non solo la valorizzazione di questo splendido territorio, ma sente forte l’esigenza di mostrarne anche le ferite come, ad esempio. lo sfregio che è stato perpetrato ai danni del Monte Acuto.
È bellissimo che nasca una collaborazione tra Club Alpino Italiano e Università di Urbino, che ci auguriamo possa estendersi anche ad altri fronti.

Speriamo, quindi, che il territorio accolga il progetto per poter camminare insieme “a passo corto e lento“ lungo i sentieri dell’Appennino Umbro-Marchigiano tracciati da CAI e Uniurb!

Certo, se fosse accolto sarebbe il primo cammino a nascere da una proposta universitaria, come ci ha segnalato Paolo Piacentini che è forse il maggior esperto nella realizzazione di cammini in Italia, fondatore e Presidente di Federtrek e delegato del Ministero della Cultura. Piacentini ha anche fatto notare che i cammini non si impongono dall’alto, ma nascono dal basso e si attivano quando sono percepiti come un reale volano per i sistemi socio-economici dei territori che li ospitano.

 

Se, quindi, il territorio risponderà positivamente a questa iniziativa, noi saremo felici di dare il supporto tecnico necessario coinvolgendo le competenze della nostra Sezione Montefeltro e, ovviamente, anche quelle della Sezione di Gubbio, che sarà al nostro fianco sin da questa prima iniziativa, dato che l’itinerario attraverserà le aree di competenza di entrambe le sezioni. Speriamo che queste giornate di Uniurb in Cammino siano un ulteriore stimolo per valorizzare al massimo questo percorso, che potrà arricchirsi ed estendersi con il contributo di tutti, unendo le due città attraverso un bellissimo trekking in più tappe che potremo sempre e comunque percorrere insieme “a passo corto e lento“.

 

 

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