Mercoledì 15 novembre, nell’Aula Magna del Rettorato, è stato presentato il progetto di sviluppo del Dipartimento di Studi Umanistici La forma delle muse: parola e immagine. Nuove frontiere del cultural heritage fra tradizione e innovazione digitale. Premiato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con un finanziamento di oltre 5.900.000 euro, il piano quinquennale ha anche favorito l’ingresso del DISTUM nella rosa dei 180 Dipartimenti di Eccellenza 2023-2027 delle Università statali italiane selezionati dal MUR.
Al termine dell’evento abbiamo chiesto una sintesi dell’impianto progettuale alla Professoressa Berta Martini, Direttrice del Dipartimento di Studi Umanistici e Prorettrice alla Programmazione del Personale Docente e ai Processi di Assicurazione della Qualità.

 

La Professoressa Berta Martini

Professoressa Martini, perché il Dipartimento di Studi Umanistici può definirsi “di Eccellenza”?

A definire il DISTUM Dipartimento di Eccellenza 2023-2027 è stato il Ministero dell’Università e della Ricerca, che lo ha incluso tra i 180 Dipartimenti delle Università Statali selezionati per la qualità della ricerca prodotta e il valore del progetto di sviluppo proposto. Va detto che la graduatoria preliminare dei 350 migliori Dipartimenti ammessi a partecipare a questo avviso ministeriale comprendeva anche il DESP, il Dipartimento di Economia, Società, Politica del nostro Ateneo.

La forma delle muse: parola e immagine è, quindi, il progetto proposto dal DISTUM e finanziato dal Ministero che ha contribuito a fare del Dipartimento un’eccellenza.

Esatto. Si tratta di un progetto di sviluppo del Dipartimento di Studi Umanistici e, io credo, dell’intero Ateneo. Nel senso che la costituzione delle nuove infrastrutture di ricerca che il piano prevede, ad esempio, garantirà un vantaggio agli studi non solo del DISTUM ma, potenzialmente, di molti docenti dell’Università di Urbino che, pur collocandosi in altri Dipartimenti, potranno usufruire di queste risorse.

 

Per questa via, sono sicura che insieme avremo l’opportunità di migliorare la qualità della ricerca prodotta da Uniurb, con la possibilità di avanzare più candidature in occasione del prossimo bando del Ministero dedicato ai Dipartimenti di Eccellenza.

Qual è la quota di finanziamento che il Ministero ha assegnato al progetto?

Il finanziamento complessivo ottenuto è di oltre 5.900.000 euro, erogato dal Ministero con cadenza annuale in base ai risultati della ricerca, allo stato di avanzamento delle infrastrutture previste e di tutti gli obiettivi programmati.

Spieghiamo in che modo si articola l’impianto progettuale nel suo complesso?

Certamente. Il progetto è finalizzato allo sviluppo della ricerca, della didattica, della terza missione e anche del personale docente e tecnico-amministrativo del Dipartimento. Quindi si articola in diverse aree d’intervento e per questo si è cercato di assumere una prospettiva interdisciplinare, così da far evolvere tutte le anime che il Dipartimento esprime.

 

Per quanto si riferisce alla ricerca, il progetto ha individuato alcuni obiettivi che riguardano i diversi settori disciplinari del Dipartimento raccordati intorno a un tema unitario: la riflessione sulla relazione tra parola e immagini come forme nelle quali si dà la conoscenza per essere studiata ma anche offerta al pubblico dei non esperti. L’obiettivo più importante prevede la costituzione di due laboratori di ricerca.

 

Un laboratorio, nel quale si farà anche attività didattica, che abbiamo intitolato Imaging for Humanities per confermare la tendenza attuale di una ricerca empirica anche in questo ambito supportata da strumentazioni tecnologiche innovative, e un Laboratorio di Psicolinguistica – che è già di per sé un laboratorio interdisciplinare a metà strada tra studi psicologici, psicometrici e studi linguistici – dotato anche questo di strumenti digitali e tecnologie ad hoc per indagini avanzate sulla lingua e sul suo apprendimento.

Quali interventi si prevedono in ambito didattico?

Per l’area della didattica abbiamo previsto una revisione del corso di laurea magistrale in Storia dell’arte, il cui ordinamento sarà modificato per rendere il percorso più attrattivo in rapporto alle nuove professionalità che anche nell’ambito storico-artistico il mercato richiede.
Un altro intervento riguarderà il reclutamento di personale tecnico-amministrativo, per una migliore strutturazione e organizzazione del Dipartimento, e di ricercatori che possano garantire il successo degli obiettivi connessi agli studi scientifici e all’istituzione di questi due laboratori.

E in favore della terza missione?

Lo sviluppo nell’ambito della terza missione riguarda la possibilità di intervenire sul patrimonio d’arte che è contenuto nelle sale di Palazzo Albani, dagli stucchi alle piccole sculture e agli affreschi: tutti beni culturali che finalmente provvederemo ad acquisire digitalmente, a documentare e a divulgare.

 

Un progetto specifico riguarderà il Museo dei gessi, che si trova nella sede di Palazzo Albani, le cui collezioni sottoposte anch’esse a processi di acquisizione digitale potranno rivelare nuove informazioni anche sulle opere originali di cui si ipotizza siano calchi. L’occasione di rendere, quindi, maggiormente fruibile ed esportabile, attraverso modalità virtuali, il capitale artistico conservato nella sede del Dipartimento potrebbe garantire un impatto sociale non solo sul territorio più circoscritto della nostra regione, ma anche su quello nazionale e internazionale.

A un anno dall’avvio quali risultati ha prodotto il progetto?

Il progetto è stato avviato a gennaio 2023, ha una durata di cinque anni, ma è strutturato in maniera da garantire una sostenibilità degli obiettivi previsti anche oltre il quinquennio. Alla fine di questo primo anno senz’altro possiamo dire di aver assunto un atteggiamento di lavoro interdisciplinare. Siamo entusiasti di vedere nascere i nuovi laboratori, non vediamo l’ora di metterci al lavoro su specifici obiettivi di ricerca e abbiamo già cominciato ad acquisire nuovo personale docente e tecnico-amministrativo.

 

Quando abbiamo immaginato questa avventura siamo stati, credo, anche un po’ coraggiosi, nel senso che abbiamo cercato di guardare lontano prospettando obiettivi ambiziosi non di sicuro successo. Oggi siamo sempre più convinti che l’idea proposta e accolta dal Ministero sia per il nostro Dipartimento e per l’Ateneo una preziosa occasione per la quale, con grande responsabilità e impegno, ogni giorno diamo il meglio di noi.

 

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