Se mondo accademico e tessuto produttivo dialogano, le studentesse e gli studenti universitari portano in campo il proprio capitale formativo e lo trasformano in esperienza. In un’avventura creativa che consente loro di esplorare il perimetro nuovo e concreto della professione.
Nelle aule di Uniurb il fenomeno si avvera con una certa regolarità. Di recente si è realizzato nell’ambito dell’insegnamento Linguaggi e strategie della comunicazione promozionale del corso di laurea in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni.
Enecta, azienda italo-olandese che opera nel settore degli estratti della Cannabis e ne gestisce l’intera filiera – dalla coltivazione al prodotto finito – ha proposto alle allieve e agli allievi del corso, suddivisi in 14 team, un contest orientato all’ideazione di una campagna di promozione online e offline di un nuovo prodotto.

Hanno vinto la sfida Gianluca Bozza, Maria Corazza, Sara Delogu, Alessandra Neglia, Chiara Ramadori, Beatrice Scifoni del gruppo che ha conquistato la vetta, e Chiara Bellucci, Davide Celestini, Gerardo Marino, Micol Morsiani, Gaetano Ventriglia del gruppo che si è classificato secondo.

Ne parliamo con Stefania Antonioni, docente di Linguaggi e strategie della comunicazione promozionale, Paolo Bianco, Responsabile Marketing e Comunicazione – Enecta, Sara Delogu in rappresentanza del gruppo vincitore e Gerardo Marino, in rappresentanza del team che ha ottenuto il secondo posto del podio.

 

Stefania Antonioni

Professoressa Antonioni, le studentesse e gli studenti di Uniurb si sono messi in gioco e hanno vinto la sfida?

A quanto pare sì. Credo che i risultati siano stati assolutamente positivi perché le nostre studentesse e i nostri studenti hanno lavorato con molto impegno ed entusiasmo. Sono convinta che siano riusciti a cogliere quello che è lo spirito dell’impresa e l’azienda, dal canto suo, ha molto apprezzato la qualità dei lavori emersi, sia dal punto di vista della realizzazione esecutiva, sia per il valore delle idee che i ragazzi hanno proposto, valutando positivamente anche la loro professionalità in fase di presentazione del progetto stesso.

La Scuola di Scienze della Comunicazione da tempo ha aperto un dialogo virtuoso con le imprese italiane.

Esatto. Uno degli obiettivi del corso di laurea triennale in Informazione, Media, Pubblicità e, soprattutto, della magistrale in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni è far lavorare le nostre studentesse e i nostri studenti su progetti concreti. Un’operazione che è possibile realizzare solo attraverso il coinvolgimento delle imprese del territorio regionale e nazionale, e che si affida all’iniziativa dei singoli docenti ed è promossa dalla Colonia della comunicazione: una sorta di agenzia interna ai nostri corsi di laurea alla quale possono rivolgersi imprese pubbliche e private, enti e organizzazioni del non profit.

 

Negli anni, attraverso la Colonia della Comunicazione, le nostre studentesse e i nostri studenti hanno ideato e realizzato progetti e campagne di comunicazione per vari committenti, come ad esempio il Fano Jazz Festival, il l Pesaro Film Festival, Confindustria Marche, il Comune di Pesaro, la Provincia di Pesaro e Urbino, l’Università di Urbino, ma anche McDonald’s Italia o Hermès.
In generale, ogni collaborazione è un’ottima palestra che consente ai nostri ragazzi e ragazze non solo di iniziare a comprendere in maniera più realistica le dinamiche lavorative, ma anche di capire quali sono le loro abilità principali, quali quelle da migliorare, qual è l’ambito della comunicazione che fa per loro, ed è, inoltre, un buon modo di arricchire il curriculum e il loro personale portfolio.

Paolo Bianco

Dottor Bianco, com’è nata la collaborazione con l’Università di Urbino?

Dal 2013 Enecta coltiva piante e realizza prodotti che guardano al futuro e hanno l’obiettivo di migliorare la sostenibilità ambientale e la qualità della vita delle persone. In quest’ottica, l’azienda ha messo in cantiere un prodotto che contiene un antidolorifico naturale per il recupero muscolare post-allenamento degli sportivi. Quindi, la collaborazione che la Professoressa Antonioni ci ha proposto ci è sembrata una buona occasione per lavorare con un gruppo di persone giovani ed esperte che portasse uno sguardo esterno e competente sulla nostra realtà e spunti da trasformare in una vera e propria campagna di lancio del prodotto stesso.

Obiettivo raggiunto?

Direi di sì! Siamo stati a disposizione dei ragazzi per rispondere ai loro dubbi e alle loro curiosità fino al giorno della presentazione dei progetti, quando il risultato di ogni lavoro ci ha lasciato davvero a bocca aperta. Tutti i gruppi hanno consegnato proposte efficaci, tanto da metterci in seria difficoltà nella fase di selezione del progetto vincitore e spingerci a suddividere la somma di 1.000 euro in palio e premiare anche una seconda validissima idea di comunicazione.

 

Il primo posto è andato al gruppo di lavoro che ha ideato il concept di cui l’azienda aveva bisogno – a partire dal naming: “UltraBeneFIT daily” – e che ha addirittura anticipato alcuni passaggi che la sezione marketing interna all’azienda aveva, di fatto, già messo in programma per i prossimi mesi. Per cui resteremo in contatto con le studentesse e gli studenti che hanno vinto la sfida e nel 2023 porteremo il loro progetto, già completo per un considerevole 70%, concretamente sul mercato.
Ci auguriamo che questa esperienza di scambio, sempre più fondamentale, tra Università e Impresa sia l’inizio di una lunga collaborazione con l’Ateneo di Urbino.

Sara Delogu

Sara, complimenti per la vittoria a te e ai tuoi compagni di corso!
Quale valore aggiunto attribuisci al contest e all’esperienza formativa nel suo complesso?

Grazie! Partecipare al progetto è stata per noi una grande occasione di crescita. Prima di tutto perché abbiamo imparato a lavorare in team. Devo dire che inizialmente abbiamo avuto qualche difficoltà ad interagire. Ognuno procedeva usando un proprio metodo e non riuscivamo a conciliare le opinioni contrastanti. Ma non abbiamo mollato, ci siamo impegnati e continuando a lavorare insieme – spesso anche dopo cena – abbiamo capito come connettere le nostre “teste” e prendere una via comune. Da lì è partita la creatività.

Dell’intero processo creativo quali fasi o azioni hanno sollecitato il tuo entusiasmo più delle altre?

Lavoro come social media manager freelance per alcune realtà del territorio, per cui mi è piaciuto molto pianificare le attività legate ai social media. Dopo una fase di analisi approfondita che ha evidenziato i punti di forza e le criticità della gestione dei profili social dell’azienda – che Enecta ha particolarmente apprezzato – abbiamo proposto una serie di azioni incentrate sui valori aziendali che mettono al centro la community. Abbiamo proposto, inoltre, attività più specifiche per il lancio del prodotto e, in particolare, contenuti di branded entertainment – come podcast e playlist tematiche dedicate al cliente e al potenziale cliente – da diffondere attraverso Spotify e YouTube.

 

L’altra fase che certamente mi ha entusiasmato è stata quella del naming. Il concetto di “ultrabenessere” nasce dall’ascolto attento delle conversazioni online e dei forum dedicati all’attività sportiva in associazione alla gestione di ansia e stress, insonnia o dolori cronici e muscolari. Abbiamo individuato le necessità del target di riferimento: donne e uomini tra i 30 e i 65 anni, e abbiamo pensato a qualcosa che fosse “ultra”, non “oltre” e irraggiungibile, ma qualcosa che fosse “di più” e che generasse sì benefici a livello fisico, ma che permettesse anche una riconnessione tra mente e corpo. E sapere che il prossimo anno Enecta porterà concretamente sul mercato un prodotto al quale proprio noi abbiamo dato un nome ci fa veramente piacere. In generale e al di là del premio, la sensazione di aver lavorato per un’azienda reale e di essere stati giudicati dai suoi manager è una grande soddisfazione.

Gerardo Marino

Gerardo, la campagna di lancio che tu e il tuo gruppo di lavoro avete immaginato per il nuovo prodotto Enecta ha conquistato un inaspettato secondo posto. Sei soddisfatto del risultato?

Moltissimo. È stato impegnativo lavorarci, ma anche divertente. Immaginando il nome del “nostro” prodotto: CBD rescue cream, abbiamo anche trasformato l’abbreviazione del termine cannabidiolo, CBD, nell’acronimo “C’è Bisogno Di”, e a partire da questa dichiarazione abbiamo sviluppato tutta la campagna di lancio e di promozione del prodotto, facendola ruotare intorno ai valori dell’azienda – dall’inclusione sociale alla tutela ambientale – e intorno agli insight emersi nelle fasi di analisi e di ascolto della rete.

 

Oltre al naming e al packaging, abbiamo pianificato le azioni sui social network, in particolare Instagram e Facebook – i social maggiormente utilizzati da Enecta – e su Spotify, piattaforma sulla quale l’azienda non è ancora presente. Abbiamo realizzato anche un video promozionale del prodotto, dopodiché, partendo da un’esigenza evidenziata dai clienti abbiamo ideato un’app multipiattaforma e multilingue che prevede una sezione “shop”, e permette di prenotare le varie attività outdoor che l’azienda organizza, consente anche di informarsi attraverso post dedicati al tema dello sport e del benessere psico-fisico e, ovviamente, alla descrizione approfondita dei prodotti. Insomma, nel complesso, abbiamo fatto un buon lavoro di squadra.

Formazione e applicazione delle conoscenze: una formula vincente?

Senza dubbio e a questo proposito ringrazio la Professoressa Antonioni per averci dato l’opportunità di cominciare a capire come muoverci all’interno dell’universo lavorativo e se, effettivamente, siamo portati per questa tipologia di mestiere. Questa esperienza mi è servita veramente tanto, è una base da cui partire e sono molto soddisfatto del concept che abbiamo realizzato.

 

La prima fase del corso è stata solo teorica, seguivamo le lezioni e studiavamo sui libri di testo. Nella seconda fase, sviluppando il progetto, abbiamo provato a mettere in pratica tutte le conoscenze acquisite durante la prima, con il sostegno della docente che ha seguito ogni fase del nostro piano. E il fatto interessante è che non si è trattato di una simulazione, ma di un lavoro reale per un’azienda che ha avuto fiducia in noi e ci ha trattato da giovani professionisti. È stato veramente entusiasmante!

 

 

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