Ateneo e Confindustria Pesaro e Urbino hanno firmato un accordo per facilitare le imprese in materia tributaria. In particolare l’azione coordinata è un incentivo e una semplificazione dell’accesso al credito d’imposta per investimenti in Ricerca e Sviluppo.

L’Università può aiutare le PMI a combattere la crisi e a superarla? Sì, ma la domanda vera è un’altra: con quali strumenti? In questo caso la risposta è più complessa. Uno dei metodi possibili, in materia tributaria, arriva dall’accordo di collaborazione siglato mercoledì mattina tra l’Ateneo di Urbino e Confindustria Pesaro e Urbino. Otto sono gli articoli che compongono il documento: l’obiettivo finale è quello di dare attuazione al bonus fiscale per le attività di R&S.

“L’accordo – ha spiegato il magnifico rettore Vilberto Stocchi – è uno dei primi segnali di interazione, che auspichiamo sempre più stretta, tra Università e imprese per fornire una risposta alle difficoltà economiche che Paese ed il territorio vivono”. “Questo – ha rimarcato il direttore generale di Confindustria Pesaro e Urbino, Salvatore Giordano – è un Ateneo antichissimo che tanto ha fatto per intensificare il rapporto con il mondo produttivo. Oggi tuttavia c’è bisogno di aiutare le PMI ad innovare di più, ad individuare la strada che porta ad una crescita delle performance e cioè a creare posti di lavoro. L’accordo sensibilizza le imprese sulle opportunità come il credito d’imposta e contribuisce a dare speranza alle nuove generazioni”.

Promuovere R&S facendo impresa. Sullo sfondo del documento siglato c’è una delle novità introdotte dalla Legge di Stabilità 2015, un provvedimento in attesa dell’uscita in G.U. del decreto attuativo ma che la Carlo Bo ha colto con tempestività: il credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo. Tradotto, se un’impresa sceglie di investire per attrezzarsi ad affrontare le sfide del mercato e lo fa affidandosi ad un centro di ricerca certificato, allora può accedere ad importanti agevolazioni fiscali. Un dettaglio di cui si è occupato il professor Thomas Tassani, docente di Diritto Tributario: “Questa – ha commentato – è un’esperienza unica nel territorio nazionale, un progetto pilota che addirittura anticipa la legislazione. Le opportunità sono molte, tanto che nell’arco di cinque anni la normativa riconosce un credito di imposta fino ad un massimo di 5 mln di euro”.

Terza Missione e Ricerca. Il percorso, dove l’Università diviene un connettore di informazioni e di conoscenze, accomuna gli ambiti di competenza di Flavio Vetrano, prorettore alla Ricerca e Fabio Musso, prorettore alle Attività di Terza Missione. “L’Università può così fare da tramite per l’accesso ai fondi e rappresentare un canale di Ricerca finalizzato alla PMI, dando oltretutto la possibilità ai giovani dottorandi e ricercatori di entrare in contatto con il sistema produttivo”. “E’ importante dire – ha aggiunto il prorettore Musso – che il credito d’imposta introdotto consente di recuperare fino al 50 per cento delle spese di investimento della aziende”.

Save the date. Alla firma seguirà, il 23 giugno prossimo nella sede di Confindustria Pesaro e Urbino in via Cattaneo 24 (ore 15,30 – 17,30), il seminario “Il bonus fiscale per Ricerca e Sviluppo. Investimenti delle Imprese e ruolo dell’Università” che coinvolgerà Confindustria nazionale per promuovere questa pratica virtuosa partita dall’Università di Urbino.

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