Dal 1° al 7 luglio il sipario ducale si alzerà su Urbino Teatro Urbano, il festival organizzato dal Centro Teatrale Cesare Questa dell’Università di Urbino. Molte le novità in programma, prima fra tutte l’attesissimo ritorno delle studentesse e degli studenti in scena. Due sono, infatti, le produzioni di teatro universitario previste: Amori a Urbino, scritto e diretto dall’attrice urbinate Barbara Spataro, e Lisistrata, traduzione della commedia di Aristofane ad opera di Paolo Volponi. Prepariamoci a celebrare bellezza e arte nei vicoli e nelle piazze della città e a lasciarci travolgere dall’energia formidabile dello spettacolo, della musica e dei laboratori formativi!

Per il dettaglio degli eventi in palinsesto cliccare qui.

Nell’intervista che segue, Michele Pagliaroni, Direttore artistico del CTU, racconta la settima edizione del festival.

 

Michele, come si è modificata negli anni l’intelligenza simbolica del festival Urbino Teatro Urbano?

Quella di “intelligenza simbolica” è una bella definizione e credo che UTU stesso, negli anni, sia riuscito a diventare un simbolo per la città. Queste tre lettere sono state una conquista graduale, e sempre più persone oggi si riferiscono a Urbino Teatro Urbano indicandolo semplicemente come “UTU”. Da questo deriva un senso di familiarità, di vicinanza e di attesa che avvertiamo quando la gente ci chiede informazioni sugli eventi, e anticipazioni sul programma che ci fa molto felici, perché inquadra il festival per quello che è: un dono, una restituzione simbolica che le studentesse e gli studenti fanno a Urbino.

 

Tutto ciò non sarebbe potuto succedere senza il sostegno dell’Ateneo di cui siamo parte, degli enti e delle associazioni con cui collaboriamo stabilmente e, soprattutto, del Comune di Urbino che ci ha concesso sostegno e supporto organizzativo. Questa rete di collaborazioni ci ha permesso di ridefinire gli spazi urbani e il loro rapporto con le persone che li vivono e di svolgere un’importante attività di Terza Missione universitaria, che produce cultura e crea valore per la città e per tutto l’entroterra.

Tra l’altro, quest’anno il programma annuncia il ritorno delle studentesse e degli studenti in scena. Nessuno di noi ha dimenticato il grande successo di Divinissimo

La commedia Divinissimo è stata una produzione di teatro universitario che ha permesso al CTU di ottenere successi internazionali e di superare, in alcuni concorsi, perfino Oxford. Dopo la lunga pausa dovuta al Covid, quest’anno torniamo con due spettacoli che portano nuovamente le studentesse e gli studenti in scena e sono, entrambi, un omaggio alla città di Urbino.

 

Mi riferisco ad Amori a Urbino, uno spettacolo in programma martedì 2 luglio che tratta temi sociali contemporanei declinati attraverso i modi della Commedia dell’Arte, ed è scritto e diretto da un’attrice urbinate che lavora a Parigi: Barbara Spataro. Nel caso dell’altro spettacolo, la viva riconoscenza alla città passa attraverso il tributo a uno dei suoi personaggi più illustri: Paolo Volponi.

 

In occasione del centenario della nascita dello scrittore, il Comitato per le celebrazioni ha proposto al CTU di mettere in scena l’unica opera volponiana direttamente legata al teatro: la sua traduzione della Lisistrata di Aristofane. Ovviamente abbiamo accolto l’invito con grande entusiasmo, e siamo impazienti di presentare il lavoro al pubblico domenica 7 luglio, nel Cortile di Santa Chiara. La regia è di Davide Simonetti.

Con UTU celebreremo anche Giacomo Matteotti nel centenario della morte.

Sì. A cent’anni dall’omicidio ricorderemo Giacomo Matteotti ospitando per una residenza artistica Alessandro Blasioli, attore e autore, che negli spazi concessi dalla Fondazione Ca’ Romanino lavorerà al suo nuovo spettacolo L’avvocato di Matteotti, dedicato al segretario del Partito Socialista Unitario brutalmente assassinato da squadristi fascisti. A questa figura fondamentale si richiameranno anche le Storie di antifascismo senza retorica raccontate da Max Collini, giovedì 4 luglio.

Quali sono gli altri temi e le novità che costruiscono la nuova edizione di UTU?

La guerra e il rapporto tra femminile e società sono i temi che caratterizzano l’edizione di quest’anno, entrambi cristallizzati proprio nella figura di Lisistrata, la donna che sconfigge la guerra. A questo tema il Professor Simone Beta, dell’Università di Siena, dedicherà una lectio magistralis domenica 7 luglio all’Oratorio di San Giuseppe. Lunedì 1° luglio, ospiteremo il debutto nazionale di Strighe maledette! la nuova produzione di Stivalaccio Teatro con un cast di sole attrici, e sabato 6 luglio il Collettivo di artiste Matrioska tornerà a Urbino dopo la residenza artistica della scorsa edizione per l’anteprima nazionale del loro Retrogusto Pop.

 

Giunti alla settima edizione, posso osservare che Urbino Teatro Urbano è, sempre più, luogo di sperimentazione multidisciplinare e di apertura alle nuove tendenze del teatro italiano e ai nuovi linguaggi della scena. Quest’anno avremo con noi, il 4 luglio, i Materazi Future Club, la band milanese che fonde musica punk-elettronica e citazioni calcistiche, e il 5 luglio la compagnia MALTE che unisce la performance dal vivo alle vene del digitale: uno spettacolo di meme d’autore – che coinvolge Giulio Armeni, Davide Palandri, Piastrelle sexy, Daniele Zinni, Loren Zonardo – da seguire in presenza e su telegram. Non mancheranno le masterclass di Fai il tuo teatro! che coinvolgeranno ben 14 compagnie teatrali provenienti da ogni angolo del Paese, e l’atelier di costruzione della maschera in cuoio con Stefano Perocco. A proposito, ci sono ancora posti disponibili!

L’impressione è che UTU dia sempre maggiore forza al dialogo aperto con le istituzioni della città di Urbino: da ISIA, all’Accademia di Belle Arti, passando per la Fondazione Ca’ Romanino ed ERDIS.

Oltre al Comune di Urbino e alla nostra Università, anche nel rapporto con le altre istituzioni abbiamo sempre trovato apertura e possibilità di dialogo e, spesso, desiderio di co-progettazione. Accademia di Belle Arti, ISIA ed ERDIS concedono spazi e servizi fondamentali che sono l’essenza di un festival di teatro urbano. Ma importante è anche il sostegno della Fondazione Carlo e Marise Bo, di AMAT, del Club UNESCO, di Urbino Jazz Club e dei numerosi sponsor privati.

 

In particolare, la collaborazione con la Fondazione Ca’ Romanino sta crescendo anche in un’ottica di progettualità condivisa intorno a diversi spazi pensati da Giancarlo De Carlo per la città di Urbino. Del resto, De Carlo stesso considerava le sue architetture spazi in divenire, che possono cambiare forma grazie ai pensieri nuovi che li abitano. E forse anche quello che facciamo a UTU sta tutto in questo passaggio: accogliamo pensieri nuovi e li facciamo abitare per un po’ in città. Ogni tanto qualcuno rimane. E cresce.

 

 

 

 

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