Non fa per te, Cadrai nella rete, Sarai uno dei tanti sono tre “provocazioni semantiche” che veicolano un messaggio puntuale ben evidenziato nel post precedente: la conoscenza è di tutti e per tutti; ma come nasce l’idea di una narrazione inedita e non convenzionale del nostro Ateneo? Attraverso una road map rigorosa che si ispira al patrimonio valoriale di Uniurb e a criteri di autenticità per rispondere a una tensione culturale in atto e provare ad esercitare un’azione determinante e virtuosa sulla collettività universitaria.
Lo spiegano nella conversazione #2 Fabiola Fenili e Letizia Kalombo, studentesse del corso di laurea in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni che, insieme a Sabrina Banci, Diletta Carbonari, Elisa Invernizzi e Massimo Terenzi, hanno ideato la nuova campagna di comunicazione di Uniurb.

 

Fabiola, complimenti a te e al Team Umanesimo: la nuova campagna di comunicazione piace, è un dato di fatto! Come si è sviluppato l’intero percorso creativo?

Il percorso creativo si è sviluppato attraverso quattro fasi fondamentali: benchmark analysis, individuazione di una tensione culturale, brand manifesto, definizione della campagna. Abbiamo iniziato analizzando le campagne di comunicazione di tutte le Università italiane e ci siamo resi conto che erano tutte posizionate sul mercato nello stesso modo, e abbiamo poi svolto un’analisi approfondita degli Atenei a livello internazionale.

 

Subito dopo, abbiamo ripreso la riflessione sul concetto di “tensione culturale” intorno al quale avevamo cominciato a ragionare con Iabichino già lo scorso settembre, in occasione del Festival del Giornalismo Culturale. Abbiamo così colto come la mancanza di valori, la complessità e l’incertezza, sempre più diffusi in ogni ambito della società, fossero una tensione culturale percepita dalle persone, quindi rilevante.

In che modo l’Università di Urbino risponde a questa tensione culturale?

Attraverso una conoscenza condivisa. In un lavoro di gruppo di grande confronto abbiamo cominciato a capire quanto fosse importante, nella dimensione raccolta e per questo ideale della città di Urbino, un sapere condiviso e interdisciplinare in grado di connettere e far dialogare le conoscenze specialistiche dei diversi corsi di laurea per interpretare al meglio la realtà. Per noi, quindi, la risposta risolutiva poteva trovarsi solo nell’urgenza di un “nuovo Umanesimo”, e dove se non a Urbino che rappresenta per la sua storia la culla dell’Umanesimo stesso?

Una riflessione che si compendia negli headline Non fa per te, Cadrai nella rete, Sarai uno dei tanti con un obiettivo preciso.

Certo. Considerato che “i brand non solo si devono posizionare sul mercato ma devono prendere posizione”, come Iabichino ci ha suggerito, abbiamo pensato per l’Ateneo una campagna che prendesse le distanze da quelle dei competitor e non dicesse meramente “venite e iscrivetevi perché qua si sta bene” – che tra l’altro è vero – ma che facesse emergere i valori della nostra Università. E pensiamo di esserci riusciti attraverso una comunicazione basata sulle parole, quindi sul copy, che rappresenta la parte fondamentale della nostra idea creativa.

Mi incuriosiscono anche gli ultimi due step; vuoi parlarne tu, Letizia?

Volentieri! Sulla base della forte presa di posizione di cui ha parlato Fabiola, per raccontare l’offerta formativa di Uniurb ed evidenziare cosa la distingue e cosa porta alla società, abbiamo scritto il nostro brand manifesto.

 

L’obiettivo che ci siamo proposti in questa fase è stato quello di evidenziare il nostro credo rispetto all’Ateneo e dire cioè che: l’Università di Urbino insegna a convivere con l’incertezza, prende in considerazione la persona, forma adulti più capaci di interrogarsi sulla natura stessa della conoscenza, unisce i saperi per fare la differenza, crea uno spirito di collaborazione e condivisione e impiega la tecnologia come strumento per attivare un’intelligenza collettiva.

Durante l’emergenza epidemiologica le infrastrutture tecnologiche di Uniurb hanno, di fatto, connesso e unito.

Esattamente. Infatti, abbiamo approfondito il concetto di Umanesimo applicato all’ambiente digitale, ed evidenziato come i bisogni dell’uomo si esprimano anche online e in quello spazio trovino una risposta adeguata. Il fatto stesso che durante il lockdown abbiamo presentato al Rettore il nostro progetto attraverso la piattaforma Blackboard dimostra quanto la tecnologia ci sia amica.
Uno dei soggetti della campagna si riferisce proprio alla rete (Internet): Cadrai nella rete, perché ci interessava sottolineare che c’è una rete che avvince, che distrae, e una rete che vince connettendo le menti per far nascere qualcosa di nuovo.

E questo ci porta all’ultima fase del processo creativo che definisce nel dettaglio la campagna di comunicazione, è esatto?

Proprio così. Definisce una campagna sostanzialmente tipografica, riconoscibile per un tono di voce provocatorio e informale e per il capovolgimento di senso che ogni parola realizza.
In definitiva, un modo non convenzionale per dire che formarsi e vivere in questa Università significa “crescere nella conoscenza”, secondo le parole pronunciate dal Rettore durante il discorso di apertura dell’anno accademico in corso. Parole che abbiamo voluto mantenere come payoff e che ci auguriamo di aver arricchito di senso.

 

 

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