Martedì 17 dicembre, a partire dalle 10.30, nell’Aula Magna del Campus Scientifico Enrico Mattei, in via Ca’ Le Suore 2/4, Uniurb presenterà lo stato di avanzamento delle ricerche prodotte in Ateneo nell’ambito del progetto PNRR Vitality per l’innovazione, la digitalizzazione e la sostenibilità economica nell’Italia centrale. Un ecosistema scientifico che coinvolge 9 Università di Marche, Umbria e Abruzzo, 5 enti pubblici e 10 partner privati affiliati, con un finanziamento complessivo di oltre 116 milioni di euro. L’architettura complessiva del progetto si regge su un hub dedicato alla gestione e al coordinamento di 10 spoke, o centri operativi, che sviluppano molte e diverse linee di ricerca in collaborazione con le realtà industriali e aziendali dei territori di riferimento. Uniurb coordina un proprio Spoke sostenuto da un finanziamento di circa 10 milioni di euro e orientato all’individuazione di molecole terapeutiche e prodotti biologici innovativi per il trattamento di disturbi metabolici rari e oncologici, sistemi di drug delivery e strumenti per la medicina personalizzata. Per cui nella giornata di studio Vitality Day Uniurb conosceremo gli esiti degli studi prodotti e pubblicati nel perimetro del nostro Spoke 8.
Intanto, per conoscere più da vicino le finalità di questo ecosistema dell’innovazione abbiamo intervistato il Prorettore Vicario Vieri Fusi, Responsabile Scientifico del progetto per l’Università di Urbino.

 

Il Prorettore Vicario Vieri Fusi

Prorettore Vicario, quali sono gli obiettivi del progetto e in che modo Vitality contribuisce alle priorità strategiche del PNRR?

L’obiettivo primario del progetto Vitality è quello di creare nell’area dell’Italia centrale, nelle regioni di Marche, Umbria e Abruzzo, un ecosistema dell’innovazione che sia sostenibile e favorisca la ricerca avanzata, la digitalizzazione e il trasferimento tecnologico. Nel suo complesso, l’iniziativa vuole sviluppare soluzioni nuove e all’avanguardia nell’ambito della transizione ecologica, della salute, del benessere e della digitalizzazione rispondendo quindi a istanze specifiche del PNRR. E al di là delle ipotesi, lavorando ormai da qualche tempo al progetto, possiamo certamente dire che Vitality contribuisce non solo al potenziamento delle competenze scientifiche, ma anche a quello della collaborazione tra Università e tra Università e imprese e, di conseguenza, alla crescita economica dei territori in cui insiste.

Nell’ambito di questo “ecosistema dell’innovazione”, quale Spoke coordina l’Università di Urbino e con quali finalità?

L’Università di Urbino coordina lo Spoke 8 Innovative therapeutic approaches: new chemical entities, biologics and drugs delivery, che si concentra prevalentemente sul tema della salute e, più nello specifico, su approcci terapeutici innovativi in grado di identificare nuove molecole terapeutiche, nuovi prodotti biologici e sistemi avanzati di somministrazione dei farmaci. Per alcune competenze lo Spoke 8 collabora con Atenei affiliati: l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara e l’Università degli Studi di Perugia. A sua volta, Uniurb partecipa in affiliazione: allo Spoke 4, che si occupa di telemedicina ed è capitanato dall’Università di Chieti-Pescara; e allo Spoke 6, coordinato dall’Università di Camerino, che studia modelli sostenibili per la tutela della salute, della sicurezza e del benessere negli spazi urbani.

Il progetto fa leva anche sul coinvolgimento di imprese marchigiane attraverso finanziamenti ad hoc, è esatto?

Sì. Uno dei segni distintivi e di forza di Vitality risiede proprio nel coinvolgimento delle imprese attive nelle diverse aree regionali dell’ecosistema, questo anche attraverso bandi definiti “a cascata” e finanziamenti dedicati. Tale caratteristica consente di integrare le necessità del tessuto produttivo con la ricerca accademica, velocizzando i processi di applicazione concreta degli esiti scientifici e quelli di innovazione e sostenibilità all’interno delle aziende. Lo Spoke 8 sta finanziando 5 bandi a cascata a cui hanno aderito realtà aziendali e industriali del nostro territorio, che a loro volta coinvolgono nei lavori altre imprese per le competenze che occorrono, per un totale di oltre 1 milione di euro. Facendo un primo bilancio, proprio questa collaborazione tra Ateneo e realtà imprenditoriali, che avviene attraverso un confronto e uno scambio di saperi sistematico tra le parti e consente revisioni e avanzamenti progressivi, è uno dei fattori determinanti del successo dell’intero progetto.

A quanto ammonta il budget complessivo assegnato allo Spoke 8 e quali ricadute si attendono sul nostro territorio nel medio-lungo periodo?

Il finanziamento destinato all’intero ecosistema supera i 116 milioni di euro. Quello dello Spoke 8 ammonta a circa 10 milioni di euro, investiti in varie azioni il cui impatto pensiamo sarà importante. 5 milioni del budget li abbiamo destinati all’ammodernamento e all’implementazione delle infrastrutture, in particolare delle strumentazioni scientifiche necessarie al conseguimento delle attività del progetto, e che per un 95% sono già in funzione. Questi dispositivi, si trovano per lo più negli spazi del nuovo Campus Scientifico Enrico Mattei, e sono a disposizione dei ricercatori e delle ricercatrici che fanno parte di tutto l’ecosistema Vitality.

 

Nel medio e lungo periodo ci aspettiamo un ritorno in termini di salvaguardia della salute, perché di quello ci occupiamo nel dettaglio, ma le ricadute attese riguardano anche lo sviluppo di nuove competenze tecniche e scientifiche da trasferire sul territorio, e la conseguente creazione di posti di lavoro qualificati in grado di attrarre i giovani che nelle nostre Università si formano e si laureano.

Riusciremo a trattenere queste menti brillanti nel cuore dell’Italia?

Ce lo auguriamo fortemente! Non sarà facile e occorrerà un programma nazionale finalizzato a tale scopo. Intanto, tutto l’ecosistema e noi per lo Spoke 8 abbiamo previsto e messo a sistema un servizio di Job Placement affidato a società specializzate. In questo modo stiamo formando tutti i giovani che oggi sono coinvolti in Vitality affinché, terminato il progetto, possano esplorare consapevolmente il mercato del lavoro locale, intercettare le giuste opportunità ed esportare le competenze acquisite, dai laboratori degli Atenei alle realtà produttive dei vari territori di riferimento. La migliore strategia per trattenere i nostri giovani è proprio quella di trasformare il cuore accademico e imprenditoriale del nostro Paese in un polo di eccellenza, che garantisca percorsi formativi e di carriera davvero competitivi.

Quale fase attraversa la ricerca prodotta in Uniurb e quali sono i primi esiti generati?

La nostra ricerca triennale si trova in una fase più che intermedia: si concluderà infatti a fine dicembre 2025, per cui siamo a circa un anno dal termine e in pieno sviluppo dei lavori. Anche grazie alla strumentazione già in funzione si cominciano a vedere i risultati della ricerca attraverso studi pubblicati e sottomissione di brevetti. Vorrei far notare che, in questi giorni, ci è stato comunicato dal Ministero il giudizio dei revisori internazionali preposti al monitoraggio dell’avanzamento scientifico del progetto che si sono espressi con un: “excellent scientific and technical progress” e “the presented information can be used as an excellent example to other ecosystems, participating in the programme”, a certificare l’ottimo lavoro che stiamo svolgendo in tutto Vitality.

 

Degli avanzamenti scientifici parleremo nel dettaglio lunedì 17 dicembre, durante il Vitality Uniurb Day che riunirà le ricercatrici e i ricercatori “affiliati” delle Università partner e tutti i ricercatori e le ricercatrici del nostro Ateneo afferenti allo Spoke 8. A questo proposito, voglio dire che siamo veramente soddisfatti del modello di lavoro che stiamo sperimentando. Per la prima volta collaborano a uno stesso progetto oltre 60 studiosi di 5 diversi Dipartimenti Uniurb, in un sistema che permette a tutti, ricercatori e rappresentanti aziendali, di dialogare, di condividere conoscenze differenti e creare così le basi per il buon esito degli obiettivi proposti.

 

 

 

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