Siete studenti dell’Università di Urbino e volete far crescere la vostra startup? Pensate di avere nel cassetto l’intuizione giusta, appetibile per il mercato? Allora seguite questo consiglio: correte a consultare il bando BpLab, la prima competizione per idee di business organizzata dalla Carlo Bo, dall’incubatore d’impresa BpCube, l’unico certificato della Provincia di Pesaro e Urbino, insieme con Intesa Sanpaolo e Banca dell’Adriatico. Sarà possibile iscriversi fino alla mezzanotte del 20 dicembre. Una commissione di esperti valuterà i progetti e selezionerà il vincitore.
Il premio in palio
L’idea migliore non riceverà un premio in denaro, ma un periodo di incubazione. Il progetto più interessante avrà infatti l’opportunità di condividere per 6 mesi, questo il tempo previsto dal bando, la sede di BpCube (ID106/Innovation District), i servizi, le attrezzature. Chi si sia da poco avventurato nel mondo dell’imprenditorialità potrà capire: il semplice supporto di consulenti diventa una bussola preziosa, quando non indispensabile.
Tecnologia e non solo
Nonostante l’inveterato cliché attorno alle startup preveda una Silicon Valley animata da geni dell’informatica e dell’ingegneria progettare il futuro dietro le serrande dei loro garage, non esiste una tipologia unica che dia diritto ad essere definiti “nuova impresa” e, per fortuna, nemmeno per essere ammessi al bando. Questo è un aspetto che va evidenziato. Molto spesso infatti si crede che il termine startup possa essere abbinato esclusivamente all’hi-tech. Non è così. L’incubatore d’impresa è infatti un’officina creativa multiforme dedicata a progetti pilota a 360 gradi: si va dalla comunicazione al marketing, dall’e-commerce alla digital strategy.
L’importanza di essere un team
“Questa iniziativa – spiega il professor Fabio Musso, prorettore alle Attività di Terza Missione – rivolta agli studenti dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo aiuta a mettere a fuoco il proprio progetto imprenditoriale. Nel valutare le potenzialità delle idee terremo conto non solo della spinta all’innovazione, ma anche della capacità del gruppo di essere coeso e determinato, dell’attitudine a interagire al suo interno. Talvolta infatti un’intuizione giusta rischia di essere vanificata dalla mancanza di un team forte”. La prova provata del fatto che uno dei talloni di Achille delle startup stia effettivamente nell’incapacità di fare gioco di squadra è fornita dai dati di Cb Insights, venture capital e business angel. Sua la classifica che attesta al 23 per cento i casi di fallimento da attribuire al cattivo assortimento del team (la prima è la mancanza di interesse del mercato). “Il messaggio che l’Ateneo lancia attraverso il BpLab – riprende il professor Musso – è importante: l’Università accompagna i suoi studenti anche dopo il percorso formativo”.
Hackathon
Il neologismo, comparso nel 1999, indica una maratona per informatici, letteralmente è la contrazione tra hack e marathon. È l’ultimo degli argomenti che affrontiamo in questo post perché BpCube ha in serbo un Hackathon per sabato 19 dicembre. L’iniziativa nasce autonomamente dal BpLab, ma l’obiettivo finale è simile: favorire l’intraprendenza. L’intero programma sarà dedicato al lavoro in team con il supporto di mentor. Presentazione dei progetti e premiazione saranno l’ultima parte dell’iniziativa. Se solitamente queste full immersion possono durare giorni in questo caso ci si “limita” alle 12 ore (dalle 8 alle 20). Tempo utile, come recita il motto, per “trovare soluzioni innovative” e “sfruttare al massimo le potenzialità della fibra”.
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