Covid-19. Supernational, national and regional responses. Building resilience through comparison of experiences è il webinar internazionale che venerdì 5 marzo coinvolgerà decine di relatori e studiosi di tutto il mondo. L’Università di Urbino partecipa alla direzione scientifica dell’evento (effettua l’iscrizione qui), organizzato in collaborazione con UN-Habitat, il Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani e l’Università di Macerata. Il professor Matteo Gnes, ordinario di diritto amministrativo, nonché membro della direzione scientifica dell’iniziativa, ci aiuta a fare ordine tra i contenuti che popoleranno le due sessioni di lavoro.

Il webinar metterà a confronto la risposta che i diversi Paesi hanno dato alla pandemia. In che modo la comparazione potrà contribuire a costruire una migliore difesa nel tempo contro la diffusione del – o dei – virus? Semplicemente indicando le soluzioni più efficaci oppure costruendo (se esiste) o rafforzando la rete “immunitaria” globale?

Il webinar vuole essere un luogo di confronto scientifico, ove giuristi appartenenti a diversi Paesi si confronteranno sulle risposte adottate. Al webinar non partecipano colleghi di altri Paesi che sono stati coinvolti direttamente nella gestione dell’epidemia, quali consiglieri giuridici dei governi. Questo per consentire una visione terza ed equilibrata delle complesse risposte adottate. Tutti i Paesi del mondo hanno assunto provvedimenti di sanità pubblica, limitando gli spostamenti e le libertà dei cittadini, per contenere o mitigare la diffusione del contagio. Sono state impiegate, in funzione sia dei diversi approcci alla gestione dell’epidemia, sia del contesto costituzionale e normativo degli ordinamenti, misure differenti. Il loro esame consente da un lato di comparare i diversi ordinamenti sotto una nuova prospettiva, dall’altro di confrontarsi sull’efficacia delle misure adottate. Comprendere le risposte e i contesti giuridici in cui hanno operato altri ordinamenti è la base per poter costruire rapporti di collaborazione tra gli stessi.

Nelle due sessioni principali verranno approfondite le misure legislative anti Covid-19 adottate nel mondo, dal continente americano a quello asiatico. In mezzo ci saranno attività di networking. Di che cosa si tratta?

Il webinar non è stato concepito come un incontro finale ove si espongono i risultati di una ricerca comune. Al contrario, vuole rappresentare il punto di partenza per attività di ricerca congiunta e per la realizzazione di nuovi webinar globali (ho già avuto proposte da colleghi dei Paesi sudamericani) e per lo sviluppo di seminari tematici su aspetti particolari. Proprio per confrontarsi su temi specifici abbiamo pensato di dedicare il break tra le due sessioni a questo scopo.

La rete creata manterrà un ruolo anche in futuro?

Assolutamente sì. Il nome stesso (GPN), che non richiama il Covid-19, significa che il network ha l’obiettivo di sopravvivere alla pandemia attuale e di divenire un luogo permanente di incontro per gli studiosi che si occupano di emergenze sanitarie, e non solo.

Che cosa ha significato, anche dal punto di vista operativo, mettere insieme relatori da tutto il mondo?

Ha richiesto molto tempo e pazienza. Ma siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti: mettere allo stesso tavolo esperti di Stati uniti, Cina e India non è stato facile. Come pure mettere allo stesso tavolo un professore cinese, uno di Taiwan e uno indiano.

 

Immagine in evidenza: Artem Kniaz

 

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