Sofia Clementi ha 25 anni, è iscritta al corso di Lingue per la Didattica, l’Editoria, l’Impresa. Anche Gidiana Dhelpra, 23 anni, sta studiando per lo stesso titolo. Ma non c’è solo l’università ad accomunarle. Insieme sono appena rientrate dall’European Masters in Intercultural Communication (Emicc), il network che riunisce 10 Università europee, tra cui l’unico ateneo italiano, quello di Urbino. L’Anglia Ruskin University (ARU) di Cambridge, infatti, ha ospitato 19 studenti dalla Germania, dall’Olanda, dalla Francia, dall’Inghilterra, dalla Finlandia, dalla Polonia, dall’Estonia, dal Portogallo, dalla Svizzera e dall’Italia (i cinque iscritti alla Carlo Bo) per l’edizione 2015 di Eurocampus.
Diario di bordo (non scritto)
Non abbiamo un taccuino da cui trarre impressioni, Sofia e Gidiana in realtà non ne hanno avuto bisogno: per fissare gli elementi più significativi hanno sistemato nella memoria una collezione di momenti a lunga conservazione. Racconta Sofia: “È stata un’esperienza formativa utilissima, che ci ha messe in contatto con studenti da tutta Europa e con metodi di apprendimento e insegnamento molto differenti tra loro. A Cambridge abbiamo trovato una didattica caratterizzata dal lavoro e dallo studio in team e dalle esposizioni orali che hanno rafforzato il nostro bagaglio culturale. Per tutto il periodo dei corsi abbiamo anche avuto modo di andare a teatro e svolgere attività extra”. “Questo programma, che rilascia il titolo di master e 28 Crediti formativi universitari – racconta Gidiana – mi ha permesso di mettere alla prova le conoscenze acquisite all’università. La base del programma è teorica, si parte da un livello linguistico elevato, ma il grande vantaggio è di poter affrontare case study lavorando in gruppo. Il filo conduttore è stato la comunicazione interculturale trattata sotto il profilo legale, economico e dell’analisi del marketing. Molto interessante è stato dover preparare paper settimanali con il contraddittorio fra due autori. Un percorso certamente molto impegnativo (il certificato prevede il superamento di 10 test su 12), ma che sarà prezioso per la stesura della tesi di laurea e per focalizzare l’argomento”.
Vivere l’estero, tra attualità e studio
“Tra i temi affrontati – spiega Sofia – quello dell’immigrazione. Ci siamo poi occupati di dialogo diplomatico. Il clima colloquiale tra studenti di diverse nazionalità, i rapporti che si sono creati (fuori dall’orario delle lezioni siamo riusciti a fare anche piccoli viaggi) hanno reso inoltre questa un’esperienza unica, diversa da tutto il resto. Emicc ti toglie di dosso l’ansia di comunicare in una lingua che non è la tua lingua madre. Dal punto di vista dell’orientamento al lavoro il network può fornire contatti utili per il futuro, rapporti con altre Università”.
L’internazionalizzazione è un network
Claus Ehrhardt, coordinatore della Scuola di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Urbino e docente del programma Emicc aiuta a capire il valore aggiunto che il progetto conferisce all’offerta formativa: “Ogni Ateneo che partecipa alla rete invia un proprio docente. L’Eurocampus diventa così un vero e proprio progetto di internazionalizzazione della nostra didattica. Di comunicazione internazionale non si parla soltanto ma si fa…”.
Il 2017, l’anno di Urbino
La prossima edizione dell’European Masters in Intercultural Communication si sposterà a Tallin, capitale dell’Estonia. Il 2017 sarà invece il turno di Urbino. “La Carlo Bo non solo è l’unica italiana a partecipare al network ma sarà così anche sede del campus. Questa rappresenta un’opportunità in più per città, Università e studenti della magistrale con un livello linguistico avanzato. Molti in passato hanno trovato lavoro nelle organizzazioni europee”. “Il cuore dell’Europa è questo – spiega il professor Ehrhardt – e fa crescere una generazione molto più che europeista… europea”.