La professoressa Lella Mazzoli insieme alla dottoressa Stefania Antonioni

La professoressa Lella Mazzoli insieme alla dottoressa Stefania Antonioni

Invecchiamo sempre di più, eppure restiamo sempre più giovani. Se è l’Istat a rilevarlo l’informazione ha un senso. Ne assume uno totalmente nuovo se questo cambiamento demografico incontra pubblicità e marketing. La Carlo Bo e l’Universidade do Estado de Minas Gerais, in Brasile, dando seguito a un accordo di ricerca iniziato due anni fa, stanno approfondendo quest’ultimo aspetto. Ne abbiamo parlato con la professoressa Lella Mazzoli, docente di Sociologia della comunicazione e direttore del Laboratorio Ricerca Comunicazione Avanzata (LaRiCA), che di recente è stata a Belo Horizonte in qualità di visiting researcher.

La nostra collaborazione – spiega – è con la Scuola di Design. Il nostro team di esperti, tra i quali c’è la dottoressa Stefania Antonioni, assegnista di ricerca del Dipartimento Discui, lavorerà con i colleghi (ingegneri, designer, sociologi, architetti) brasiliani.

Perché questa intesa tra design e comunicazione?

I docenti dell’UEMG hanno colto da tempo l’importanza di una strategia comunicativa nella progettazione di un prodotto.

Uno dei focus che avete scelto (lo abbiamo già accennato) riguarda l’età, l’immaginario relativo agli anziani costruito dalla comunicazione pubblicitaria.

È così, l’analisi che faremo a partire dalle similitudini o differenze tra Italia e Brasile, prenderà in esame spot e annunci pubblicitari trasmessi dalle maggiori emittenti televisive nazionali e pubblicati su alcuni dei più importanti magazine. Da questo campione, utilizzando una serie di variabili, cercheremo di capire quale immaginario sugli anziani viene costruito dalla pubblicità.

Da dove deriva il bisogno di approfondire temi legati all’età delle persone?

Il target, ammesso che questo termine sia ancora valido, si sta differenziando molto. La popolazione invecchia sempre più e sempre più rimane giovane nello stile. I prodotti tengono conto di ciò? Dall’analisi delle pubblicità emerge non di rado come l’anziano sia trattato con ironia. Da un lato, per prodotti di alta qualità, è presentato come esempio di eleganza senza tempo. Dall’altro, lo stereotipo è quello della nonna che dà la paghetta al nipote per portare a cena la fidanzata; non troviamo mai il 65enne che vive attivamente la propria età allargata. Ci occuperemo di tutto ciò attraverso discipline e approcci diversi: la comunicazione e il design.

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I gruppi di ricerca dell’Università di Urbino e dell’Universidade do Estado de Minas Gerais

Nel raggio di azione della collaborazione Italia-Brasile ricadranno altri aspetti da approfondire?

Sì, il progetto di cooperazione tra le due università prevede anche una ricerca comparativa sulle attività di comunicazione delle istituzioni museali e sul loro modo di fare social networking. Ciò comporta lo studio delle attività di comunicazione dei musei italiani e, contestualmente, dell’ecosistema informativo della popolazione italiana, con particolare riferimento ai temi del patrimonio culturale. Verrà invitato un questionario ai musei pubblici italiani e ad alcuni di quelli privati. A un campione di 1.000 cittadini chiederemo invece come si informano sul patrimonio culturale.

A quando i primi risultati?

La comparazione fra offerta e domanda è ciò a cui puntiamo. I dati verranno presentati nel corso del Festival del Giornalismo Culturale che si svolgerà a Urbino il 14 ottobre (Palazzo Ducale) e il 15 e il 16 ottobre a Fano (Teatro della Fortuna).

 

Immagine in evidenza:  Isaac Fryxelius

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