A Marianna Carone la chimica non piaceva, era a tanto così dal detestarla. Dopo il liceo classico l’avrebbe sicuramente evitata, ma un cambio di programma l’ha condotta da Benevento a Urbino, al corso di laurea magistrale in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. Marianna è la prima “studentessa meritevole” (tra i 100 che si sono aggiudicati una borsa di studio assegnata in base alla votazione media e ai crediti formativi) che racconta ad Uniamo il suo Ateneo. Avevamo tanti modi per parlarvi dell’offerta formativa 2017/2018. Abbiamo scelto di farlo attraverso la voce dei nostri studenti, di chi mette passione e determinazione in ciò che fa. Per questa e per le prossime interviste e post che troverete sul blog… buona lettura!

Marianna, il tuo futuro non contemplava la chimica. Poi che cosa è successo?

Vero, avrei voluto proseguire gli studi umanistici, le materie scientifiche mi spaventavano molto. Evidentemente la formula chimica che avevo previsto per me era sbagliata. Ricordo che un’estate andai da un professore per prendere ripetizioni private. Fu la rivoluzione!

In che senso?

È scattata la passione, un’affinità elettiva. Così, stravolgendo tutte le mie previsioni, ho deciso che avrei studiato chimica.

Perché hai scelto la Carlo Bo?

Volevo una città non troppo grande, le metropoli non fanno per me. Ho iniziato a fare ricerca sul web e ho trovato la classifica Censis con il corso CTF  dell’Università di Urbino ai primi posti. Ho confrontato le informazioni raccolte con quelle di altri Atenei e ho deciso di iscrivermi qui.

Che cosa ti piace della Carlo Bo?

Le classi sono raccolte, c’è un ottimo rapporto con i docenti, non ti ritrovi ad essere una studentessa tra le tante. Queste due ultime cose sono molto importanti, direi fondamentali per una matricola. Il clima familiare che si crea aiuta moltissimo: con i compagni di corso discuti e ti confronti, i professori ascoltano i tuoi dubbi. Personalmente non mi sono mai sentita a disagio quando sono intervenuta in classe per fare domande. Qui sei a casa, libera e questa libertà ti permette di andare al fondo delle questioni, di porre domande. Addirittura, durante la preparazione delle prove scritte è capitato che inviassi al prof una mail con la foto degli esercizi e che mi arrivasse indietro l’immagine con il corretto svolgimento.

Quali sono i punti di forza del tuo corso?

Io sono l’esempio vivente di come, per chi abbia voglia di studiare seriamente, sia possibile riuscire bene. Anche senza studi di chimica alle spalle, UniUrb ti mette a disposizione tutti gli strumenti necessari. Mi riferisco al supporto dei tutor e dei professori. Faccio un esempio: se due date d’appello accidentalmente si sovrappongono i docenti anticipano o posticipano l’esame.

Come è stato arrivare in una città che non conoscevi?

Io credo che a vent’anni sia molto semplice adattarsi. Credo anche che un luogo come Urbino faciliti ulteriormente le cose: qui ti crei rapidamente la tua cerchia di amici. Da studente vivi tra gli studenti, moltissimi fuorisede; riesci a spostarti ovunque senza auto e senza dover necessariamente prendere un pullman. Anche se ti trovi fuori dalle mura e devi raggiungere il centro puoi muoverti tranquillamente a piedi.

Un motivo per amare la chimica?

È complicata come un cruciverba: soltanto se fai tutte le mosse giuste arrivi a destinazione, dovendo scegliere tra tante strade. La modalità con la quale arrivi al risultato è il tuo stile.

Qual è il tuo sogno?

Vorrei diventare docente universitaria di chimica farmaceutica, sarebbe bello! Spesso dopo un esame ripeto alle mie amiche per il gusto di ripetere. Non sarebbe male neppure lavorare in un’azienda farmaceutica. Insomma, l’importante è che c’entri la chimica.

Come valuti l’esperienza dei laboratori?

Sono previsti già dal primo anno e questa è una caratteristica dell’Università di Urbino. Quest’anno ne ho avuti due, il prossimo ne avrò un altro. I laboratori sono utilissimi: tutto ciò che hai studiato lo verifichi nella pratica. Personalmente trovo lo studio più intuitivo, la pratica necessita invece di accortezze alle quali prima non pensavo e al tempo stesso mi pone di fronte a molte più domande e dubbi. C’è poi una differenza nelle tempistiche: le sintesi, che riesco a studiare in dieci minuti, in laboratorio richiedono un’ora di lavoro.

Come vivi i Collegi?

Ogni tanto li frequento per studiare ed è bellissimo. Sembra di essere in un campus americano. La prima volta che li ho visti sono rimasta sorpresa: wow, ho pensato, anche in Italia ci sono cose così!.

E le altre strutture universitarie?

Ho un debole per le biblioteche, dove puoi studiare con altre persone, confrontarti. Il fatto che siano in palazzi storici è un ulteriore vantaggio.

Qual è il luogo della città al quale sei più affezionata?

La Fortezza. Nelle giornate di sole è magnifico stendersi sul prato e ascoltare un po’ di musica. Nei miei sogni ci studio anche… diciamo che i libri li porto sempre con me!

Hai fatto esperienze all’estero?

Il prossimo anno andrò in Erasmus a Lubiana.

Quale consiglio dai ad un collega che si sta per iscrivere all’Università?

La cosa più importante che posso dirgli è di seguire le proprie passioni.

Sei felice del percorso che stai facendo?

Io sono sempre felice, siamo noi a scegliere di esserlo.

 

Immagine in evidenza: Donatello Trisolino

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