Carlo Bo e don Luigi Ciotti nel 1999 insieme al Premio Gentile da Fabriano

Carlo Bo e don Luigi Ciotti nel 1999 insieme al Premio Gentile da Fabriano

Era il 1997 quando Galliano Crinella entrò nello studio del Rettore Carlo Bo, al secondo piano di Palazzo Bonaventura. “Gli dissi – racconta il Direttore del Premio – dell’idea che avevo”. Bo, già 86enne, accostando il sigaro alle labbra accettò. Può nascere in maniera semplice un’iniziativa importante e può resistere per diciannove edizioni. È stato così per la genesi del Premio Nazionale Gentile da Fabriano, patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal MiBACT, dal Comune di Fabriano e dalla Regione Marche, che lo sostiene assieme alla Fondazione Carifac, alla Fondazione Veneto Banca, a Fedrigoni Spa e Ueber Srl.

Sabato 10 ottobre (ore 10,30) all’Oratorio della Carità, luogo conosciuto per un ciclo affrescato del XVI secolo, saranno cinque i premiati della XIX edizione nelle sezioni Officina marchigiana, Giovani, Vite di italiani, Carlo Bo per l’arte e la cultura, Scienza, ricerca e innovazione. Rispettivamente: Fabio Biondi, imprenditore e presidente del Gruppo Diatech; Fancesco Tombesi, astrofisico e ricercatore Nasa; Sandro Trotti, artista, pittore e docente nelle Accademie di Belle Arti della Repubblica Popolare Cinese; Antonio Paolucci, critico, storico dell’arte e direttore dei Musei Vaticani; Elena Cattaneo, scienziata e senatrice. Insieme riassumono il significato di un premio glocal, che marca il radicamento dell’Università degli Studi di Urbino nel territorio e, al contempo, l’attenzione al mondo e a ciò che accade.

“Già dalla prima edizione – spiega Crinella – l’idea fu quella di organizzare un premio che riunisse diverse espressioni della società civile. Dalla cultura all’economia, dalla scienza all’impresa, alla società. Le sezioni si sono via via adattate ai cambiamenti”. Anche il tema ogni anno si concentra su un aspetto specifico. “Italiani nel mondo” è quello scelto per la XIX edizione. Si procede sul doppio filone italiano e marchigiano per rappresentare l’eccellenza di queste due dimensioni a cui l’Università è legata, partendo da due poli: Urbino e Fabriano. L’uno per la potente combinazione tra accademia e città, l’altro per il carattere imprenditoriale. Accanto però all’internazionalizzazione che, fin dal 1997, guida l’Università in questo momento culturale. “Alla fine degli anni ‘90 – racconta il professor Crinella – la globalizzazione poneva di fronte alla necessità di assumere un orizzonte mondiale. Il raccordo tra cultura ed economia è stata la chiave di lettura che abbiamo dato al cambiamento in atto”.

I quaderni del Gentile”, collana che periodicamente raccoglie i discorsi e i contributi di intellettuali e imprenditori passati per il Premio sono la fedele riproduzione dell’esperienza fatta negli anni. Ancora più fedeli allo stimolo culturale e sociale del Gentile da Fabriano sono però alcuni aneddoti che ne hanno fatto, almeno quanto i momenti ufficiali, la storia. “Quando premiammo Mario Luzi fu Bo a scrivere la motivazione, la più bella in 19 anni. Ricordo – dice Galliano Crinella – che mi chiese la tavoletta che solitamente usava come sostegno per la scrittura. In pochi minuti mi passò un testo senza nemmeno una correzione per l’amico e poeta”. Il manoscritto è pubblicato nel primo dei volumi della collana. Righe vergate di getto, con parsimonia, intense, in uno stile da cui ancora oggi la Giuria tenta di non discostarsi. “E’ possibile – scrive Bo riferendosi a Luzi – fare l’elenco delle sue opere poetiche, teatrali, critiche, più difficile fissare il nostro grande debito per tutto quanto ha indagato, scoperto, e comunicato. La sua è una lezione che supera i confini normali della letteratura e investe la parte più vera e autentica della nostra anima”.

“Così – conclude il Direttore del Premio – ancora oggi rifuggiamo la retorica per trattenere l’autenticità. In futuro vorremmo, sempre di più, saperla ricercare tra i giovani con un lavoro di scouting”.

A condurre la premiazione sarà la giornalista del Tg1 Barbara Capponi. Agli interventi si alterneranno i brano tratti dalla vita e dalle opere di Giacomo Leopardi e letti dalla voce di Luca Violini. Collateralmente all’evento, da sabato 3 ottobre alle 17,30, tutti i giorni (escluso il lunedì), dalle 10 alle 18, il Museo della Carta e della Filigrana ospiterà la mostra Alkeros, a cura di Italo Bergantini e con gli scatti del fotografo senigalliese Eros De Finis.

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