“La valutazione deve essere di ausilio all’Università”. Stefano Fantoni, presidente ANVUR, relatore della conferenza su “La centralità della valutazione nel sistema universitario”, ha inquadrato così il ruolo dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca. “Siamo nati 4 anni fa, in ritardo rispetto al contesto europeo” ha proseguito nel corso del suo intervento e “il fatto che l’Università aderisca al paradigma del merito è un plus importante”. “Dal 2012 – ha affermato in apertura il Rettore Vilberto Stocchi – il nostro Ateneo è statale. Nel percorso che ci ha portato fino a questo risultato c’è stata una riorganizzazione molto forte e l’Anvur ci ha seguito con attenzione. L’auspicio era che pervenissimo ad una più appropriata struttura dipartimentale. Il processo si è concluso proprio in questi giorni con l’elezione dei nuovi direttori di Dipartimento, che da 8 sono scesi a 6”. Il Rettore ha accennato quindi al tema del sottofinanziamento: “La nostra Università – ha rimarcato – dovrebbe ricevere 9 milioni di euro in più”.
Domande che non possono aspettare
La relazione del presidente ANVUR, Stefano Fantoni, ha preso il via da alcuni aspetti problematici come “il tramonto del ruolo centrale dei licei”. In relazione al sistema universitario italiano è stato fatto notare che esistono uno o più interrogativi: “qual è la definizione operativa di Università?”, “dove vogliamo andare?”. Domande che “non possono aspettare”. “Non c’è sviluppo territoriale senza Università”. E’ con questa frase che Stefano Fantoni ha cercato di cogliere la mission degli atenei. Quindi è passato alla struttura dell’ANVUR (“abbiamo registrato una ripartenza e abbiamo una nuova squadra che si è arricchita di nuovi elementi”) e agli strumenti per valutare le Università. “Sulla didattica – ha spiegato il presidente dell’Agenzia, per la quale ha espresso l’esigenza di un rafforzamento in termini di organico – abbiamo continuato il lavoro di analisi e sistematizzazione delle carriere degli studenti e dei risultati delle attività formative”.
La valutazione e i suoi criteri
Nella sua relazione il presidente Fantoni ha anche fornito una panoramica dei criteri e degli strumenti utilizzati dall’Agenzia: la classificazione delle riviste; il sistema AVA, ; la sperimentazione TECO (Test sulle Competenze effettive di carattere generalista dei laureandi italiani); il progetto VQR (Valutazione della Qualità della Ricerca), l’ambito rispetto al quale gli investimenti acquisiscono maggiore importanza. “Abbiamo lavorato – ha aggiunto – anche sulla Terza Missione, per la prima volta oggetto di valutazione. L’idea dell’Anvur era quella di mantenerla distinta dal progetto VQR. Ma dovendoci adeguare alle scelte ministeriali, includendola cioè in questo gruppo, abbiamo fatto in modo che avesse un’analisi adeguata”. Sono due le branche considerate: l’attività di valorizzazione della ricerca, che comprende berevetti, spin-off ecc.; l’attività di produzione di beni pubblici sociali e culturali, vale a dire public engagement, patrimonio culturale, formazione continua, sperimentazione clinica. Un’ultima osservazione, che è stata anche un consiglio alla governance delle Università, Stefano Fantoni l’ha orientata verso la capacità di specializzazione. “Le nostre valutazioni dovranno individuare le aree disciplinari nelle quali i singoli Atenei sono più forti, in altre parole il cavallo di battaglia di ogni Università”.