L’Università ha allacciato due nuove e significative partneship nel territorio. “Entrambe – spiega il professor Fabio Musso, prorettore alle attività di Terza Missione – sono il risultato dello sforzo che l’Ateneo urbinate sta compiendo per trasmettere conoscenze e fornire servizi al territorio”.
Ripensare il turismo
La prima collaborazione è tra l’Ateneo e Confesercenti Marche. Si tratta di un accordo a livello regionale con un’importanteassociazione di categoria che prevede due principali fronti di collaborazione. Da un lato l’Ateneo può fornire un contributo svolgendo attività di studio e ricerca su tematiche di interesse per le imprese associate, che appartengono ai settori delle distribuzione, del turismo e più in generale del terziario, con l’obiettivo di aiutarle a interpretare correttamente i cambiamenti in atto e adottare le strategie migliori per sfruttarne le opportunità. Dall’altro le imprese avranno la possibilità di seguire percorsi formativi finalizzati al miglioramento delle capacità di gestione. A firmare il protocollo di intesa sono stati il rettore, Vilberto Stocchi e Claudio Albonetti, presidente regionale Confesercenti Marche, che ha definito la collaborazione “un atto fondamentale”.
“Gli amici americani – ha proseguito – dicono che ogni 23 turisti si crea un posto di lavoro. Da Urbino, unica città marchigiana patrimonio UNESCO, attraverso la formazione continua si possono pensare nuovi profili che in futuro gestiscano il settore, soprattutto in momenti di passaggio come quello che stiamo vivendo. In questo modo la parola crisi diventerà davvero sinonimo di cambiamento”.
Una Strategia per le aree interne
La seconda partneship rientra nella Strategia Nazionale per le Aree interne voluta dal Ministero per la Coesione Territoriale, formalizzata localmente nella sigla di protocollo d’intesa tra Università di Urbino, Regione Marche e Unione Montana del Catria e del Nerone. Il documento, che stabilisce modalità e ambiti di applicazione, è la fase preparatoria al rilancio economico e culturale dell’Area pilota del Basso Appennino Pesarese e Anconetano per cui sono previsti circa 11 milioni di euro, di cui 1 milione destinato alla formazione.
Istruzione, sanità, infrastrutture: sono tre i macro settori sui quali si interviene per contrastare lo spopolamento. “L’Università – precisa il professor Fabio Musso – fornirà le proprie competenze per singoli progetti che andranno a definire la Strategia. Inoltre si occuperà del monitoraggio dei risultati e dell’individuazione di indicatori di efficacia”.
“La Strategia – ha spiegato al momento della firma l’assessore regionale Angelo Sciapichetti – è di grandissima utilità e porta con sé il messaggio che senza aree interne per le Marche non c’è sviluppo”.
“La collaborazione territoriale – ha sottolineato Francesco Passetti, presidente dell’Unione Montana del Catria e del Nerone, ente capofila – dovrà durare in realtà per un tempo indefinito. Ai fini della Strategia saranno 16 le schede progetto, associate a degli indicatori sullo stato attuale e finale di realizzazione. I benefici del lavoro svolto si dovranno vedere non soltanto nei comuni direttamente coinvolti, ma anche nelle zone cintura”.
“Per dare risposte più concrete ai problemi – ha aggiunto Gino Traversini, presidente della II Commissione consigliare permanente – il matrimonio delle amministrazioni con l’Università è di fondamentale importanza. In questo modo si entra nel merito delle questioni e si conosce meglio il territorio”.