È la stessa cosa: prendersi cura dell’educazione degli altri, essere cercatori d’oro. Tutti i giorni, col setaccio delle tue conoscenze risali le correnti altrui, tutti i giorni hai o non hai delle pepite da portare in superficie. Alessandra Tonelli, che per inciso è tra i cento studenti meritevoli della Carlo Bo, questo sinonimo lo esprime con consapevolezza, in mille modi. Scienze della Formazione Primaria è il corso che quattro anni fa ha scelto o da cui è stata scelta. Già, perché essere educatori, sentendola parlare e ragionare, deve essere per forza qualcosa di anagrafico che solo apparentemente arriva più tardi.

 

Da che cosa nasce l’idea di iscriverti all’Università di Urbino?

Mi sono documentata. Ho letto delle classifiche Censis e della Carlo Bo ai primi posti nel gruppo disciplinare dell’insegnamento.

Sul corso non hai mai avuto dubbi?

Ne ho avuti, eccome! All’inizio volevo studiare filosofia. Poi però ho scelto pedagogia. Sembrano percorsi distanti tra loro ma non lo sono. Pedagogia è filosofia dell’educazione.

Un breve elenco di ciò che promuovi a pieni voti.

Il tirocinio, è una grande chance, ti dà la possibilità di validare nella pratica le conoscenze acquisite e di migliorare facendo esperienza. Dal secondo anno fino al quinto (compreso) sono obbligatori ed è una fortuna! La struttura negli anni è questa: si comincia con la tematica dell’osservazione (primo tirocinio), poi si passa alla progettazione nei due ordini di scuola (scuola dell’infanzia e scuola primaria), infine c’è la valutazione del percorso educativo e formativo della classe. Tutto il materiale raccolto si appunta su un quaderno operativo controllato dalle tutor del tirocinio.
Ah, promuovo anche le grandi opportunità avute!

Di che cosa ti sei occupata per i progetti che ai seguito?

Durante il primo e il secondo anno, affiancata da docente e tutor, ho collaborato a una ricerca sul docente riflessivo, un’attività che mi ha rilasciato un attestato equivalente alle ore di tirocinio.
Il terzo anno, nell’ambito di una prova d’esame, mi sono occupata invece di grafica e di didattica.

Cioè?

In collaborazione con l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino abbiamo realizzato materiale per la didattica. Il nostro gruppo si è inventato un gioco in scatola sui colori.

Ok, il quarto anno come è andata?

Io e altre colleghe abbiamo potuto scegliere di sostenere un esame che ha previsto una nuova collaborazione con l’ISIA: abbiamo inventato un’app. Si è trattato di un’esperienza strabiliante, un’opportunità di crescita personale e professionale. Lavorare in gruppo, per di più con persone con curricula diversissimi tra loro è un continuo confronto/scontro tra mondi diversi. Come posso dire, accade qualcosa di simile in una dinamo: c’è un’energia di partenza che si trasforma in altro e diventa luce, guizzo, intuizione! Posso aggiungere ancora una cosa?

Certamente.

Nell’ambito dell’attività di tirocinio ho anche curato un progetto sulla risoluzione dei conflitti.

Mettiamo altri like. Ti è piaciuto…?

Il rapporto con i docenti: sono sempre disponibili. Fanno molta attenzione al tuo percorso di crescita. Inoltre ho apprezzato le biblioteche: la mia è in assoluto quella di Palazzo Battiferri!

Perché Scienze della Formazione tocca le tue corde giuste?

Bella domanda! Ci penso un momento Ok… il fatto è che in mezzo a questa disciplina ci trovi insegnamenti come docimologia, la scienza che studia i metodi di valutazione delle prove di verifica. Oggi tutto è soggettivo, mentre a me interessa l’oggettività. E c’è un’altra cosa, forse ancora più importante: non è fantastico far crescere il potenziale di ogni bambino, tirare fuori il meglio da ciascuno?

Come impieghi il tuo tempo libero?

Faccio l’animatrice nei centri estivi. Leggo, mi piace l’arte, il cinema. Lo studio e i miei interessi a volte si incontrano. È successo nel caso di Didattica di Storia dell’Arte. Trovo che sia molto appassionante il dialogo che si instaura tra le discipline.

Facciamo un salto in avanti di qualche anno. Chi sei? Qual è la tua professione?

Nel migliore dei mondi possibili sono una docente universitaria. Faccio ricerca, proseguo nello studio e porto il mio personale contributo all’approfondimento e all’aggiornamento della disciplina.

Nel migliore dei mondi possibili meno un pezzetto di perfezione?

Sono insegnante.

Un luogo della città che porterai sempre con te?

La passeggiata panoramica che dal Monumento a Raffaello scende verso il Giro dei Debitori. Da lì hai una veduta bellissima di Palazzo Ducale.

Ripensa a te, al primo giorno da universitaria. Quali dritte daresti a chi inizierà tra poco lo stesso percorso?

A chi sta per iniziare gli studi dico di avere coraggio, di buttarsi. Molte volte, davanti a opportunità sfacciate, sono entrata in crisi. Alla fine ho deciso di farmi guidare dal coraggio, mi sono messa in discussione e sono cresciuta tantissimo! È proprio nel momento in cui salti nel vuoto (che vuoto non è) che ti stai costruendo soddisfazioni che prima nemmeno potevi immaginare. D’altra parte la capacità di mettersi in gioco fa parte dell’insegnamento: le sfide che verranno sono infinite, meglio prepararsi.

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