Marco Del Magna, studente di Scienze giuridiche per la consulenza del lavoro e la sicurezza dei lavoratori, ha un messaggio in bottiglia da abbandonare qui. Per chi passa e nota galleggiare sul filo del web una pagina scritta che può rendergli più sicura la navigazione. Per chi sta per prendere il vento giusto, per chi lo deve ancora trovare.
Marco, da dove iniziamo?
Dal dato fondamentale: io vivo l’Università come un’opportunità, come la preparazione di un percorso nuovo. Mi sono iscritto che già stavo lavorando. Dopo il diploma sono entrato in azienda, ho fatto diverse esperienze, ma non era abbastanza.
Volevi di più dalla tua vita?
No, non volevo di più, ma di meglio.
La tua è una motivazione molto concreta.
Lo è! La mia scelta, il corso di laurea in Scienze giuridiche per la consulenza del lavoro e la sicurezza dei lavoratori, è legata all’esigenza di tutela dei soggetti deboli, alla volontà di portare il mio personale contributo e di lasciare qualcosa di buono agli altri, così come hanno fatto le generazioni passate per i diritti che oggi abbiamo e che non dobbiamo perdere. Passiamo la maggior parte della nostra giornata a guadagnarci da vivere, è strano non preoccuparsi della felicità lavorativa, assurdo lasciar correre gli abusi. Spesso, di fronte a contratti e buste paga indecifrabili, nemmeno conosciamo tutti i nostri diritti: il mio obiettivo è imparare a tutelarsi e a tutelare. Il percorso che sto facendo dà competenze tecniche e basi teoriche da giuslavorista, certo, ma è anche molto più complesso e completo.
Cosa intendi per complesso e completo?
Il piano di studi prevede anche insegnamenti in ambito psicologico e sociologico. Questa complementarità aiuta a comprendere più a fondo le dinamiche lavorative.
Attraverso quali canali hai conosciuto l’offerta formativa dell’Università di Urbino?
Il primo approfondimento l’ho fatto sul portale di Ateneo.
Un’informazione che ti è stata molto utile?
Ho scoperto che per gli studenti lavoratori c’è la possibilità di terminare una triennale in cinque anni senza andare fuori corso. Io ho iniziato così. Poi, col tempo, quando ho constatato che sarei riuscito a frequentare, sono passato alla modalità full time.
Un consiglio che puoi e vuoi dare?
Quando, come me, decidi di rimetterti in gioco è molto importante il confronto con i colleghi che condividono lo stesso percorso. Consiglio inoltre di rivolgersi agli studenti tutor che forniscono un servizio prezioso. Conoscono la struttura didattica del corso, ti aiutano a impostare la carriera universitaria e il piano di studi. Tutti strumenti che ti danno un supporto decisivo!
Marco, qual è secondo te la caratteristica della Carlo Bo che fa la differenza?
L’ambiente universitario, che definirei “dedicato”. Se hai urgenza di metterti in contatto con un docente lo fai senza problemi e in tempi rapidi. I colleghi di corso li conosci tutti. Se – faccio un esempio – salti una lezione ti passano un appunto o la registrazione. Per lo studente lavoratore è un aspetto assolutamente decisivo, da non sottovalutare. Anche la città ha i suoi vantaggi. Tutto è molto vicino, a portata di mano: impianti sportivi, ristoranti, cinema…
Utilizzi la piattaforma Moodle per recuperare le lezioni e i materiali di studio?
Sì, ed è una risorsa utilissima. A me ha aiutato nella decisione degli insegnamenti facoltativi, previsti dal piano di studi. Moodle mi ha permesso di sbirciare tra le slide che sarebbero state utilizzate a lezione.
Qual è la tua marcia in più?
Ho tanta buona volontà e mi piace mettermi in gioco. Ne ho dette due! Allora ne aggiungo una terza: sono motivato, estremamente motivato.
Un esame superato di cui vai orgoglioso?
Storia del diritto del lavoro. Articolatissimo, complesso, fondamentale, appassionante. Comprendere il passato, le battaglie che hanno permesso di conquistare nuovi diritti ti dà una visione più consapevole delle cose.
Poco fa accennavi all’esercizio della professione di consulente del lavoro. Quali sono le altre prospettive occupazionali del tuo corso di laurea?
Al termine della triennale, dopo un tirocinio di 18 mesi, per chi vuole lavorare come consulente, è possibile accedere all’esame di Stato e iscriversi all’Albo professionale. Ma non è naturalmente l’unica prospettiva: la gestione, la selezione del personale e la sicurezza sul lavoro sono ambiti dove la nostra preparazione è fondamentale! Per avere un quadro più completo consiglio di leggere la scheda del corso.
Come vedi il tuo futuro?
Voglio conseguire l’abilitazione e puntare alla libera professione. Sì, voglio aprire un mio studio di consulenza.
Oggi, invece, come gestisci il tuo tempo?
Ho un’agenda pienissima. Lavoro, seguo le lezioni, cerco di organizzare i turni per poter partecipare a seminari, workshop e laboratori. Quest’anno ho deciso di mettermi ulteriormente alla prova iscrivendomi alle selezioni del Contamination Lab. È un’esperienza formativa che consente di testare le proprie capacità imprenditoriali, di discutere le proprie idee e di farsi “contaminare” dalle esperienze altrui.
C’è un luogo di Urbino al quale sei particolarmente legato?
Sì, la scalinata del duomo. Nei primi giorni di sole, dopo l’inverno, si affolla che sembra una spiaggia: mi piace passarci del tempo a chiacchierare con i colleghi oppure a ripassare le lezioni.
Descriviti in poche parole.
Mi piace la poesia, la musica pop e la classica, suono il contrabbasso, faccio escursionismo. Sono un “promesso blogger”, nel senso che presto scriverò di consulenza sul lavoro in rete.
Citazione preferita?
Sussurro, di Nevio Nigro. Richiama l’importanza dell’attimo: “Come un sussurro:/ l’alito della vita/ incanta i silenzi e le cose” ma “perdutamente rimane./ Luce nel buio.” Rimanda a quanto è utile scegliere nella vita, scegliere meglio che si può, darsi opportunità e nuove strade. Come ho fatto io. Questo corso ha rappresentato e rappresenta una svolta di vita molto importante, per la quale è stato necessario molto, molto coraggio.
Lascia un messaggio a chi ti legge.
Ripenso a me nel periodo delle decisioni importanti: iscriversi o non iscriversi? Ecco, se avessi letto questa intervista avrei abbandonato le mie paure. C’è un momento nel quale capisci che devi farlo, vorrei essere (per qualcuno) quel momento.