Sarà per il fatto che risale al 1506, che è coetanea dell’Università. Sarà per il luogo stesso in cui sorge: una città, Urbino, che ha assunto fin nelle architetture una certa struttura della società prefigurazione di quella odierna (la corte raffinata al posto del castello medievale). Sarà, sarà, sarà… tutto quel che volete, ma alla Scuola di Giurisprudenza di Urbino va riconosciuta una certa peculiarità. Non è una tra le tante, non può esserlo una realtà dove a sette anni dalla comparsa del primo nucleo di Comunità Europea c’è già chi ha pensato ad uno studio accademico del diritto comunitario. Non è una tra le tante e non può esserlo un terreno così fertile da realizzare il primo osservatorio italiano per la sicurezza sul lavoro (tema che riprenderemo più avanti).
Andiamo per gradi. Dovendo parlare di offerta formativa occorre procedere con ordine. Lo schema lo fornisce l’organizzazione dei corsi. Prima però rispondiamo ad una domanda peventiva. A chi interessa saperlo? Dieci o venti anni fa avremmo detto che interessa tutti coloro che aspirino alla carriera avvocatizia. A chi di toga, arringa, diritto ne ha fatto un obiettivo da “portate in tribunale” per i prossimi anni. Oggi non è più solo così, lo spettro si è notevolmente allargato. Uno, perché il diritto lo troviamo ovunque, quindi studiarlo è un vantaggio in molti settori. Due, perché nel tempo si sono aggiunte delle figure professionali nuove. “La formazione giuridica, che ha anche forti relazioni con le materie economiche – spiega il professor Paolo Pascucci, direttore del Dipartimento di Giurisprudenza – serve a preparare profili capaci di operare nelle imprese, nelle pubbliche amministrazioni, nelle associazioni no profit”.
La struttura. La Scuola di Giurisprudenza, che il Censis ha piazzato entro i primi 9 posti in Italia, si innerva in due corsi: “Scienze giuridiche per la consulenza del lavoro e la sicurezza dei lavoratori” (laurea triennale); “Giurisprudenza” (laurea magistrale quinquennale). “Il primo corso – commenta Pascucci – è mirato ad una professionalità che si occupa della gestione del personale sin dal momento dell’assunzione. Il Consulente del lavoro, per il quale esistono un Albo professionale e quindi un Ordine, è in grado di gestire i rapporti di lavoro nel settore pubblico e privato”.
Sul corso di Giurisprudenza è invece Paolo Polidori, coordinatore della Scuola, a fare il punto confermando alcune evoluzioni in itinere e per un certo verso già avvenute e che conducono fuori dalla retorica di questo mestiere: “Chi si iscrive a Giurisprudenza non è solo colui che vuole esercitare la propria professionalità dentro un’aula di tribunale. Ma è uno studente o una studentessa che vuole acquisire conoscenze economico-giuridiche per essere un futuro consulente legale”. Scegliendo la Carlo Bo va fatto un supplemento: “E’ colui – recita l’integrazione – che desidera avere competenze e non solo conoscenze. Perché qui diamo grande rilevanza agli aspetti pratici del diritto inserendo nei nostri insegnamenti l’upgrade di elementi esperienziali che poi sono di estrema importanza e utilità nell’esercizio delle differenti professioni”. Una biblioteca molto fornita (migliaia di volumi), tre riviste specialistiche del Dipartimento (“Studi Urbinati”, “I Working Papers di Olympus”, “Cultura giuridica e diritto vivente”), l’alta formazione, come il master per la preparazione manageriale dei dirigenti sanitari, danno il resto del contributo, un surplus di perfezionamenti teorico-pratici e aggiornamenti sulla formazione accademica più classica.
Il Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro: l’esperienza e il ruolo di Olympus. Cosa c’entra il decreto legislativo n. 81 del 2008 con ciò che stiamo descrivendo? C’entra perché non solo l’Università di Urbino ha attivamente partecipato alla sua stesura, confermando il proprio ruolo nel contesto nazionale, ma soprattutto perché introduce novità che incentivano la formazione in ambito lavorativo, individuandola come uno degli aspetti significativi della previsione del rischio. Coerentemente con la qualità della Scuola e del Corso per consulenti al lavoro l’Università di Urbino dal 2006 ha attivato, in collaborazione con Regione Marche e Inail Marche, il primo “Osservatorio per il monitoraggio permanente della legislazione e giurisprudenza sulla sicurezza del lavoro”. “Solitamente – sintetizza il professor Pascucci – l’analisi in materia viene fatta da un punto di vista tecnico. L’esperienza dell’Osservatorio, che grazie al portale online è divenuta la presenza più autorevole sul campo, è invece orientata all’approfondimento giuridico della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali”. Un’informazione che ci riconduce alla prima impressione da cui siamo partiti: di una Scuola di tradizione, innovativa e permeabile al cambiamento.