… “un organismo molto differenziato, con una struttura adeguata ad un ambiente, resta indifeso se l’ambiente cambia, mentre un animale informe, senza organi, come l’ameba, ha il potere di crearsi in ogni situazione gli organi di cui ha bisogno”.
Avete appena letto una citazione di José Ortega y Gasset contenuta in “Una interpretazione della storia universale”. La provocazione ci dà modo di raccontare una parte rilevante dell’offerta formativa dell’Università di Urbino. Sì, perché nelle parole del filosofo e saggista spagnolo si nascondono quelle di Maria Elisa Micheli, coordinatrice della Scuola di Lettere, Arti, Filosofia della Carlo Bo. “I nostri corsi – dice la docente – forniscono agli studenti techne e metis, la capacità pratica di trasformare la materia data e l’intelligenza applicata”. Detto altrimenti li muniscono di “autonomia critica” estranea alla sterile disputa conoscenze/competenze. La “duttilità” per essere raggiunta ha necessità tuttavia di un strumento adeguato. La scuola che stiamo prendendo in esame ne mette a disposizione diversi. Per quanto riguarda le lauree triennali il corso è quello in Scienze Umanistiche. Discipline Letterarie, Artistiche e Filosofiche, contenitore di quattro curricula che racchiudono l’intera panoramica delle Lettere: il curriculum Archeologico e Filologico-Letterario Classico; il Filologico-Letterario Moderno; i Beni Culturali Storico-Artistici; infine, il curriculum Filosofico. “Le filiere della conoscenza (dalla filologia, alla storia dell’arte, alla filosofia) sono garantite – spiega Micheli – cosicché i nostri studenti abbiano i requisiti necessari a proseguire gli studi. Grazie alla solidità dell’offerta potranno quindi selezionare il completamento magistrale che credono migliore”.
Tradere per non tradire
Una caratteristica dell’Ateneo è che gli studenti possono contare su un patrimonio intangibile estremamente prezioso. “Chi si iscrive alla Carlo Bo – afferma la coordinatrice Micheli – acquisisce subito la consapevolezza dei trascorsi importanti dell’Università. Ritrova la grande tradizione della filologia greca e latina, dell’archeologia classica, il prestigio degli studi letterari ereditato da uomini e donne di cultura che hanno lasciato un segno profondo in Italia e all’estero. Ritrova l’impronta della città di Urbino sul Quattro-Cinquecento italiano ed europeo, con tutta la galassia intellettuale della corte del Duca Federico da Montefeltro. “Mantenere nei programmi didattici il filone letterario rinascimentale – spiega Micheli – significa rispettare il contesto. Andiamo anche oltre, estendendolo all’alta formazione, come testimoniato dalla winter school The Italian Renaissance: Art, Literature and Political Thought che abbiamo inaugurato quest’anno”. Tradere: tramandare, trasmettere questo sapere, equivale a non tradire gli studenti in cerca di una valida guida. “Diamo garanzie – prosegue la professoressa Micheli – e questo è molto importante. Le triennali, alle quali tutti possono accedere grazie ai corsi gratuiti (ground zero) di greco e di latino, si occupano delle conoscenze di base. Le lauree biennali perfezionano e completano i percorsi, consentendo poi di accedere all’alta formazione”.
Specializzarsi a Urbino
Quando prima parlavamo di techne e metis per la Scuola di Lettere, Arti e Filosofia intendevamo soprattutto riferirci alle magistrali (biennali). L’Università di Urbino offre due opzioni: il corso di Lettere Classiche e moderne, che a sua volta si divide in un curriculum Classico e in uno Moderno; il corso di Storia dell’Arte. Nel primo caso si tratta di un’interclasse finalizzata “alla comprensione della produzione letteraria”. “Questo percorso, – aggiunge Maria Elisa Micheli – costruito sugli insegnamenti di filologia, linguistica e letteratura, è pensato per capire come la cultura del passato, non solo quella più remota, possa avere una sua attualità e un suo futuro non solo in vista di un’occupazione (che può d’altronde attraversare tantissimi settori), ma di un public engagement del pensiero che ha ricadute indirette sull’occupabilità”. Nel secondo, Storia dell’Arte, la formazione fa di nuovo perno sull’interpretazione: questa volta però ci si trasferisce al linguaggio delle immagini, dall’antichità al presente. Il piano studi, che la coordinatrice non esita a definire “rigoroso” per via della completezza dei programmi, ha tuttavia una buona dose di educazione alla divulgazione. “Dalle espressioni artistiche medievali, alla modernità, la capacità di leggere i segni non trascura le competenze che occorrono per divulgare la conoscenza artistica”. Ma è limitativo fermarsi qui: “Naturalmente il corso di laurea prevede anche l’approfondimento della critica letteraria dell’arte”. Un genere a sé che prevede una formazione multidisciplinare.
Dal testo al contesto
Non è mai banale ripeterlo: il patrimonio che si è sedimentato a Urbino è l’habitat naturale della Scuola e dei suoi studenti. Palazzi, volumi, opere d’arte, instaurano un dialogo fra ciò che si studia e la città che si vive. “Possiamo tranquillamente parlare – dice la professoressa Micheli – di una biblioteca diffusa. Pensare soltanto che Johann Joachim Winckelmann sia stato il bibliotecario di uno dei cardinali della famiglia urbinate degli Albani ti introduce in un contesto che per ogni studioso è esaltante”.
Conoscenze, competenze e mercato del lavoro
La finalizzazione di un formazione umanistica pone senz’altro delle domande serie a cui non bisogna sfuggire e che non possono essere liquidate frettolosamente. Quale futuro per un laureato della triennale o della biennale? Le prospettive vanno dall’impiego in enti pubblici o privati che si occupino di cultura, alle professioni nel campo dell’editoria e del giornalismo, in quelle posizioni che presuppongono cioè un impegno intellettuale. Tuttavia la risposta più vera è che l’offerta formativa della Scuola di Lettere, Arti, Filosofia prepara alla flessibilità. “Stimoliamo i nostri studenti a essere propositivi, li educhiamo e diamo loro strumenti per capire e interpretare la realtà”. Per essere competitivi sapendosi mimetizzare bene anche quando lo sfondo è mutevole. L’aggiornamento continuo dei docenti diventa indispensabile per ciò che afferma la professoressa Micheli: “Il lavoro di ricerca, la produzione scientifica, sono il supporto irrinunciabile di una didattica di qualità”. Le classifiche Censis ci dicono che a Urbino questa catena di trasmissione della conoscenza funziona: il Gruppo Letterario-umanistico è infatti al 4° posto tra le Università italiane.