Dal 18 al 25 ottobre in tutta Italia la III edizione della Settimana del Pianeta Terra proporrà 237 Geoventi, una serie di iniziative (escursioni, passeggiate, visite ai musei, esposizioni, laboratori didattici, attività musicali e artistiche, degustazioni conviviali, convegni, workshop e altro) che serviranno a diffondere la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio naturale, dalla miniera d’oro di Chamousira a la “Timpa” di Acireale. Solo nelle Marche si contano 19 eventi sparsi sul territorio regionale.
Rodolfo Coccioni, professore ordinario di Paleontologia all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e responsabile insieme al professor Silvio Seno dell’Università di Pavia di questa inizativa nazionale, che quest’anno ha ottenuto anche un riconoscimento dal MIUR, parla del progetto come di una “campagna di divulgazione della cultura scientifica e in particolare delle geoscienze”. Ognuno di noi ha tutti i giorni la propria razione di geologia: “nel dentifricio che usiamo la mattina – dice – negli occhiali, che sono un derivato del petrolio…”.
Perdoni la banalità, ma perché se è ovunque allora è poco conosciuta?
Spesso i geologi vengono tirati in ballo quando ci sono calamità naturali (terremoti, frane, alluvioni e così via). In quei momenti vanno per la maggiore nei talk show e nelle trasmissioni televisive. La geologia però è anche e soprattutto bellezza. E’ il nostro patrimonio architettonico, che racconta la geologia di un territorio, i nostri vini, il cibo. Durante la Settimana del Pianeta Terra, Università, associazioni, volontari raccontano e mostrano questa parte. Già intorno all’anno mille il filosofo e teologo francese Guglielmo di Champeaux sosteneva, a ragione, che la scienza aumenta quando la si distribuisce. La Settimana del Pianeta Terra cerca per l’appunto di portare le scienze geologiche al grande pubblico.
Qual è la risposta alle iniziative che organizzate?
Nelle due precedenti edizioni abbiamo avuto rispettivamente 40 e 60 mila presenze. Per questa edizione prevediamo di superare quota 80 mila.
Prima ha fatto alcuni esempi che spiegano quanto la geologia penetri nel quotidiano. Ne ha altri?
La cosa più immediata che ci riporta alla geologia è il cibo. Lo stesso formaggio di fossa, fatto stagionare in grotte di diversa composizione geologica, prende un diverso sapore e ha anche diverse qualità organolettiche. Personalmente mi sono occupato molto di questo aspetto: partendo da una scienza si arriva a notizie molto curiose. Per esempio si riesce a risalire alle abitudini alimentari di Michelangelo, appassionato di Casciotta d’Urbino. Oppure alle ranocchie fritte di Leonardo, l’inventore (pochi lo sanno) del tovagliolo. La geologia determina poi l’economia, l’architettura, il paesaggio. Ricordo perfino uno studio di qualche anno fa sul Palazzo Ducale di Urbino impostato proprio sulla sua geoarchitettura.
Qual è il target della Settimana del Pianeta Terra?
Riusciamo a raggiungere tantissime categorie e fasce d’età. Devo dire tuttavia che attività come escursioni e passeggiate interessano soprattutto i giovani, maggiormente propensi a mettersi in gioco.
Ci sono progetti da portare a termine?
Sì, in futuro vorremmo che questa iniziativa diventasse la Settimana Europea del Pianeta Terra.