A Nicola Crocetti, grecista, traduttore, giornalista ed editore, è stato attribuito il Sigillo di Ateneo dell’Università degli Studi di Urbino.

Il Rettore Vilberto Stocchi ha aperto la cerimonia leggendo la motivazione. Eccone uno stralcio:

Nicola Crocetti – grecista, traduttore, curatore di pubblicazioni ed editore – rappresenta una delle voci di assoluto rilievo nel panorama letterario internazionale. In terra ellenica, ove ha trascorso gli anni dell’infanzia, egli ha respirato quell’humus di conoscenze e di memorie così presente nella sua copiosa attività di traduttore dei grandi poeti greci contemporanei. Nel 1981 Crocetti ha fondato l’omonima casa editrice, specializzata in poesia narrativa neogreca, che ha pubblicato i massimi autori mondiali degli ultimi decenni, tra cui DereK Walcott e Tomas Tranströmer, entrambi insigniti del Premio Nobel, Ghiannis Ritsos e Alfred Kolleritsch. Nel 1988 ha fondato la rivista Poesia – il mensile culturale più diffuso d’Europa, da lui diretto – che ha redazioni negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e che in un trentennio di attività ha pubblicato più di 3.300 poeti in 38 lingue, insieme ad altre 36.000 poesie. Nel 2008, in occasione del ventennale celebrato al Palazzo Reale di Milano, la rivista venne dichiarata dal maggior poeta vivente inglese, Tony Harrison, come la più bella in assoluto al mondo. Commissario UNESCO per la Giornata mondiale della Poesia, membro del Premio Internazionale di Poesia Attilio Bertolucci, recentemente Crocetti è stato insignito del Premio Pier Mario Vello alla Cultura Civile, “per il prezioso lavoro svolto nella diffusione della parola scritta in versi nel mondo”. Fondamentale si è rivelato nel tempo il suo lavoro per la diffusione della poesia nel mondo e, in particolare, nel restituire visibilità e dignità ad una forma d’arte spesso negletta, ma che nel nostro Ateneo aveva spazi garantiti dalla sensibilità del più grande critico del Novecento italiano, Carlo Bo.

Urbino, 16 ottobre 2017

Appunti dalla lectio di Nicola Crocetti

Nicola Crocetti ha iniziato la sua lectio con i versi di Kostas Mondis:

Pochissimi ci leggono,
pochissimi sanno la nostra lingua,
restiamo senza riconoscimenti e senza applausi
in quest’angolo remoto;
in compenso però scriviamo in greco.

“In queste parole – ha spiegato Crocetti – c’è il sentimento di fierezza che i greci hanno per la loro lingua. La Grecia contemporanea, come tutti i Paesi che hanno vissuto conflitti e guerre civili, ha prodotto molta letteratura”.

Un omaggio alla cultura greca

“Ho votato la mia vita a far conoscere la lingua e il mondo greco attraverso Poesia, la rivista che nel 2018 compirà 30 anni. L’onore che questa Università mi fa oggi – ha aggiunto Nicola Crocetti – è l’onore alla lingua greca e alla poesia”.

L’indipendenza come metodo

Poesia – ha concluso Crocetti – non ha mai avuto un centesimo dallo Stato. Le persone che ci hanno aiutato si contano sulle dita di una mano e forse ne avanzano alcune. Questo significa che non dobbiamo niente a nessuno, Poesia è la rivista più libera d’Italia e direi del mondo”.

Odissea inedita

L’evento nell’evento che ha caratterizzato questo 16 ottobre 2017  ha avuto a che fare con il Centro Teatrale Universitario Cesare Questa. Monica Bravi e Umberto Brunetti hanno infatti dato voce a due testi di Nikos Kazantzakis mai comparsi prima in lingua italiana e di cui l’Università di Urbino ha potuto avere un’anteprima. Due brani tratti dal poema epico Odissea, l’opera di 33.333 decaeptasillabi che Nicola Crocetti sta traducendo da qualche anno a questa parte.

Coraggio e assoluta libertà

Alberto Fraccracreta (CTU) ha coniato questa espressione in omaggio al grande editore. “L’idea di portare Crocetti a Urbino è nata spontaneamente. È un ringraziamento, oltre che per l’infaticabile lavoro di traduzione, per l’encomiabile attività di diffusione della poesia che, grazie a lui, materialmente vive ancora nel tessuto sociale della nostra nazione e non ammuffisce in polverosi scaffali. Una rivista di poesia rappresenta una risposta fortissima alla distrazione di un mondo sempre più lontano dall’idea di sublime, dall’altezza del pensiero lirico, dai valori più profondi e veri dell’essere umano, tutte caratteristiche queste della grande poesia che Crocetti, con coraggio e assoluta libertà, diffonde. Il Centro Teatrale Universitario Cesare Questa tenta, così, attraverso il teatro, la traduzione e la poesia, di dare visibilità ai protagonisti della scena letteraria, coordinando il proprio lavoro con le attività di formazione, di produzione e di ricerca scientifica”.

Sull’importanza del lavoro editoriale di Nicola Crocetti è tornato anche Salvatore Ritrovato, docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea alla Carlo Bo: “Poesia – ha detto – è riuscita a rimanere indipendente perché ha saputo difendersi dalle tante conventicole letterarie”. Liana Lomiento, ordinario di Letteratura greca all’Università di Urbino ha concluso la serie di interventi ricordando il rapporto tra Nicola Crocetti e Bruno Gentili, professore emerito di Letteratura greca all’Università di Urbino, dove insegnò dal 1956: “Grecista e amico, Bruno Gentili aveva stima e simpatia intellettuale per Nicola Crocetti. Sul suo tavolo non mancava mai Poesia, che è il più sorprendente dei fenomeni letterari, con oltre 36.000 poesie pubblicate”.

 

 

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