L’Alta Formazione dell’Università di Urbino inaugura il terzo ciclo triennale del dottorato internazionale in Global Studies: International Economic policy, Business and Governance.
Lo diciamo subito: il termine ultimo di presentazione della domanda di ammissione è il prossimo 10 giugno. Parliamo, infatti, di un PhD che con i suoi 8 posti disponibili (di cui 7 con borsa di studio) e con il rinnovo dell’accreditamento ministeriale e della qualifica di dottorato innovativo tiene il passo e va veloce. Con l’obiettivo di garantire programmi di formazione caratterizzati da elevati standard qualitativi. Un dato che trova conferma nel videoracconto dei dottorandi dell’edizione precedente.
Per saperne di più e integrare le molte informazioni utili già registrate nella pagina dedicata del sito di Ateneo, abbiamo intervistato Antonello Zanfei, Professore di Economia Applicata, docente di Economia della Globalizzazione e Coordinatore del Corso.

 

Professor Zanfei, sette borse di studio, il rinnovo dell’accreditamento ministeriale e della qualifica di “dottorato innovativo” confermano senz’altro il trend positivo del Global Studies.

Direi di sì. Anche per l’A.A. 2019/20 saranno sette le posizioni con borsa di studio, cui si aggiunge una posizione senza borsa, portando così a otto le opportunità di studio per i più meritevoli e motivati a fare ricerca su questi temi. Si consolida così la politica dell’Ateneo che già l’anno scorso aveva portato ad aumentare da sei a sette le borse finanziate dall’Ateneo.

 

Il dottorato concorrerà per avere accesso anche ad altre borse cofinanziate dalla Regione Marche nel quadro dei Dottorati Innovativi a connotazione industriale, e del Programma Eureka in collaborazione con imprese del territorio (cinque studenti hanno avuto borse di questo tipo nel corso degli ultimi due anni). Nel complesso, all’inizio del nuovo anno accademico arriveremo ad avere più di 30 iscritti coinvolti in tre diversi cicli, un buon gruppo di studenti che sta svolgendo attività di studi e ricerca di ottima qualità a livello internazionale.

Quali tematiche e attività di formazione caratterizzano la terza edizione del PhD?

Il nuovo ciclo triennale del dottorato in Global Studies che parte quest’anno affronterà soprattutto gli aspetti economici e politici della globalizzazione. Il percorso formativo si concentrerà su: a) i legami fra innovazione tecnologica e crescita sostenibile su scala globale; b) le strategie di internazionalizzazione, con particolare attenzione al ruolo delle multinazionali, dei mercati finanziari internazionali e delle piccole e medie imprese che operano sui mercati esteri; c) le politiche di governo della globalizzazione poste in essere dalle istituzioni sovranazionali e dai singoli Paesi.

 

Anche questo nuovo ciclo formativo ha un taglio fortemente internazionale e punta a fornire strumenti essenziali per la comprensione e la gestione dei processi di globalizzazione (e de-globalizzazione) in atto. Un modo per gli studenti di sviluppare competenze preziose per imprese e istituzioni che si trovano ad affrontare le sfide dei mercati internazionali.

Analizzando i report dei primi due anni è possibile valutare l’attrattività del PhD?

Non sono mancati nei due anni trascorsi alcuni risultati molto promettenti. Molte le domande di ammissione: diverse decine di application, circa metà di provenienza estera, molto oltre le aspettative anche per qualità dei candidati.
Abbiamo avuto studenti di diverse nazionalità che hanno conseguito i propri titoli di studio undergraduate in numerosi Paesi europei ed extraeuropei: Regno Unito, USA, Giappone, Vietnam, Nigeria, Russia, Azerbaigian. In Italia abbiamo attratto studenti da Pavia, Palermo, Vicenza, Roma, Reggio Calabria, oltre ad alcuni dei migliori studenti del nostro Ateneo.

Quali sono i parametri fondamentali che valorizzano il dottorato di ricerca in Global Studies?

Distinguiamo. Il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca chiede che vengano rispettati alcuni parametri formali che riguardano le caratteristiche del collegio docenti, il grado di attrattività di studenti, le connessioni con il contesto industriale e la coerenza tematica del percorso di studi. Parametri che hanno una certa importanza per garantire standard di qualità dell’offerta di alta formazione, che noi rispettiamo ampiamente. Per fare un esempio, il nostro collegio docenti è costituito per il 40% da studiosi di istituzioni estere, più di un terzo dei nostri iscritti ha conseguito titoli undergraduate all’estero e oltre il 60% proviene da istituzioni diverse dall’Ateneo urbinate.

 

Oltre a rispettare questi requisiti formali, un buon dottorato dovrebbe garantire un’offerta ben strutturata di insegnamenti sufficientemente avanzati, creare un clima vivace di ricerca e di collaborazione scientifica fra dottorandi e docenti di tutto il mondo, favorire attività di formazione degli studenti presso istituzioni internazionali. Su questo fronte stiamo facendo molto. Nel corso del primo anno offriamo oltre 300 ore di didattica strutturata, quasi tutte in lingua inglese e con esami finali di accertamento, cui si aggiungono decine di seminari e workshop. Coinvolgiamo ogni anno una cinquantina di docenti da tutto il mondo che i nostri studenti incontrano in occasioni sia formali di didattica frontale e interattiva, sia in momenti più informali attraverso i quali si creano opportunità di approfondimento delle conoscenze e di networking internazionale. Incoraggiamo i nostri dottorandi a individuare co-supervisor presso altre istituzioni e a svolgere da 6 a 12 mesi di ricerca presso istituzioni estere.

Questo accade dopo il primo anno, quando i dottorandi svolgono attività di ricerca e formazione presso sedi estere associate, è esatto?

Sì. Al termine del primo anno di formazione a Urbino, nei due anni successivi, gli studenti avviano il loro personale percorso di tesi svolgendo prolungati periodi di studio e ricerca presso istituzioni internazionali collegate al Dottorato di Urbino. Tutti gli studenti attualmente iscritti al secondo anno hanno già svolto diversi mesi di attività presso istituzioni di ricerca internazionali con diverse destinazioni in Europa e in Asia. Ogni anno si tiene anche una ricca sessione seminariale dedicata alla presentazione dei risultati di ricerca dei nostri dottorandi.

 

Quest’anno, questa sessione si terrà a fine maggio e sarà seguita da un importante convegno internazionale, che si svolgerà il 29 e 30 maggio a Palazzo Battiferri a Urbino, su Technology, Work and Internationalisation. Si discuterà delle sfide poste dall’innovazione e dalla digitalizzazione nel campo dell’organizzazione del lavoro e della produzione internazionale. A ridosso di questo importante evento si terrà, il 28 maggio, anche un incontro di grande interesse con l’Ambasciatore di Giordania, in visita a Urbino su invito congiunto del dottorato e del Dipartimento di Giurisprudenza, che parlerà ai nostri studenti delle Relazioni fra Unione Europea e Medio Oriente. Queste iniziative di fine mese, così come la maggior parte di quelle organizzate dal dottorato, sono aperte anche alla partecipazione di altri studenti e docenti.

Gli allievi delle precedenti edizioni che hanno svolto, o svolgono, il secondo anno all’estero, presso quali istituzioni accademiche internazionali hanno fatto o fanno ricerca e con quale feedback?

I nostri dottorandi del secondo anno hanno svolto, o stanno tuttora svolgendo, periodi di ricerca presso: la HBS dell’Università di Reading (UK), la SOAS di Londra, La Pompeu Fabra di Barcellona, l’UNESCAP di Bangkok (Thailandia), il JRC di Siviglia, l’Università di Novgorod(Russia), l’Università di Gävle (Svezia), il MERIT di Maastricht (NL). Alcuni hanno svolto o stanno svolgendo periodi di ricerca sul campo in Sudafrica, Tanzania ed Etiopia.

 

L’impegno preso da tutti loro, anche chi si trova tuttora all’estero (8 sugli 11 dottorandi del secondo anno sono tuttora fuori Italia per fare ricerca), è che rientreranno nella seconda metà del mese di maggio per presentare a Urbino i primi risultati dei loro percorsi di ricerca, e partecipare alle attività seminariali che si svolgeranno nelle settimane successive. Finora i feedback sono molto positivi, come risulta da una intensa partecipazione a seminari e conferenze cui hanno preso parte e dalle prime pubblicazioni messe in cantiere durante i periodi trascorsi all’estero.

 

Immagini video: Emanuele Maffei

Immagine in evidenza: Ben White

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