Uniamo… unisce, ne abbiamo la prova! Ve li ricordate? Sono Alessia e Marco! Alessia è Alessia Ventani, la studentessa che qualche mese fa ha raccontato ai lettori del blog il corso di laurea in Informatica Applicata, Marco è Marco Cappellacci del Servizio Sistema Informatico d’Ateneo (SSIA) che, insieme a Federico Capoano, ha sviluppato l’applicazione OpenWISP: un software open source per la realizzazione e la gestione centralizzata di reti WiFi che da cinque anni implementa per conto di Uniurb.
Quando li abbiamo intervistati lei aveva vinto una delle 100 borse di studio assegnate dalla Carlo Bo ai propri studenti meritevoli, lui aveva ricevuto la mail che lo nominava mentor del Google Summer of Code 2017 e accoglieva OpenWISP tra le 201 organizzazioni del programma. Applauso.
Dopodiché lei ha letto lui, lui ha letto lei. Lui ha contattato Uniamo, Uniamo ha contattato lei, lei ha contattato lui e l’happy end è stato un’esperienza formativa targata Informatica Applicata-SSIA.

 

 Marco, hai letto l’intervista di Uniamo ad Alessia e hai pensato?

È la persona giusta per OpenWISP! Sono contento che Alessia abbia scelto di fare questa esperienza. Ci sta mettendo interesse, voglia, testa e cuore e ha già sviluppato una parte del codice di django-freeradius: un modulo dell’applicazione che speriamo di far entrare in produzione entro la fine dell’anno, e sta per abilitare un’altra importante funzione.

Alessia, hai letto il post in cui Marco invitava gli studenti del corso di laurea in Informatica Applicata a partecipare alle selezioni per il Google Summer of Code 2017 e hai pensato?

Caspita, bellissimo, ma no, non ci provo nemmeno, tanto sono al secondo anno, mi mancano le competenze.
E ho sbagliato, perché autoescludersi, dire “io non sono capace”, serve solo a chiudersi una porta in faccia.

Se lo leggessi oggi?

Oggi direi: caspita, bellissimo, ci provo!
È un’occasione importante che suggerirei ai compagni di corso, ai quali già consiglio di approfittare – come ho fatto io – delle attività formative che l’Ateneo mette a nostra disposizione, perché sono una possibilità di crescita dal punto di vista tecnico e personale. Dico di buttarsi e provarci perché non è facile confrontarsi con informazioni nuove che spaventano, ma se ci si infila in un progetto informatico che incuriosisce anche solo un po’, l’unico problema è partire. Iniziando a lavorarci, piano piano, la passione viene da sé, nasce dalla voglia di provare a far funzionare le cose.

Marco, com’è nata l’idea di questa collaborazione Informatica Applicata-SSIA?

Dal desiderio di incrociare due vantaggi offerti dal nostro Ateneo: quello di garantire ai propri iscritti l’opportunità di formarsi non solo in aula ma sul campo, e l’altro di avere tra i suoi corsi di laurea quello di Informatica Applicata. Mi sono detto: perché non coinvolgere i nostri studenti in attività che trasformano la teoria in pratica?
Ho condiviso l’idea col Professor Marco Bernardo, Delegato Rettorale all’Innovazione Tecnologica e docente di Informatica, e in poco tempo abbiamo avviato questa collaborazione.

Alessia, raccontaci la tua nuova esperienza formativa.

“Lavorare” in una struttura dell’Ateneo è un’opportunità da non sprecare. Io, ad esempio, vedo come funzionano concretamente le teorie che studio a lezione e imparo cose che potrebbero servirmi in futuro, che poi è lo scopo di ogni percorso di formazione.
In questo momento sto familiarizzando con Python, il linguaggio di programmazione su cui si basa OpenWISP, e con metodologie di condivisione del codice; lo faccio mentre imparo a “lavorare” in team.

Marco, OpenWISP ha conquistato Alessia! Secondo te quale vantaggio le riserva l’occasione di contribuire a sviluppare un sistema “open”?

Certamente quello di servirsi non solo del mio supporto e di quello del suo tutor – il Professor Bernardo – ma del sostegno di un’intera community di persone con competenze di base diverse. Insieme scriviamo stringhe di codice che vanno a beneficio di tutti, per una rete sempre più libera.

Alessia, a te la stessa domanda. Cosa ne pensi?

Penso che i progetti open source siano davvero forti per molti motivi, ma soprattutto perché sono consultabili da tutti e possono “ispirare” altre persone.
Lavorandoci impari a collaborare con gente che proviene da ogni parte del mondo, con bagagli culturali diversi. Con persone anche più esperte che cambiano il tuo modo di programmare e lo migliorano perché non si scrive codice solo per se stessi, si scrive secondo standard e stili comuni a tutti.

Marco, di recente hai partecipato come mentor al Google Summer of Code e al Google Code-in con ottimi risultati, non ultimo quello di aver trascorso tre giorni in California ospite di Google nel suo quartier generale! Esperienze importanti che ti hanno lasciato?

La voglia di fare e di coinvolgere i giovani, in particolare quelli del nostro Ateneo, per contribuire a indirizzarli nel mondo dell’informatica che offre e continuerà a offrire grandissime opportunità professionali. Proprio qualche giorno fa mi ha contattato uno studente del corso di laurea in Informatica Applicata interessato non a OpenWISP, ma al settore della sicurezza informatica: buon segno. Mi fa davvero piacere che il “caso Alessia” abbia suscitato l’attenzione di altri ragazzi e li abbia resi partecipi di questa opportunità!

 

Immagine in evidenza: Donatello Trisolino

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